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ECONOMIA

Il presidente della Commissione europea commenta le parole del premier

Ue, Renzi: "Pretendo rispetto per l'Italia". Juncker: "Non sono il capo di una banda burocrati"

"Se la Commissione avesse dato ascolto ai burocrati - dice il presidente commentando le parole di Renzi a margine dell'ultimo Consiglio europeo contro 'i tecnocrati di Bruxelles' - il giudizio sul bilancio italiano sarebbe stato molto diverso"

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Matteo Renzi e Jean Claude Juncker
Bruxelles (Belgio)

"Per l'Italia, la sua storia, il suo futuro chiedo rispetto. Anzi: pretendo il rispetto che il Paese merita". Così Matteo Renzi su Twitter replica alle parole del neo presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. Concetto ribadito anche nel corso di un'intervista rilasciata a Ballarò, su RaiTre, dove il premier non arretra di un millimetro sulla sua linea nè sembra intimorito dal commissario Ue: "In Italia ce la stiamo giocando, la partita non è vinta nè persa ma stiamo segnando dei gol. E' cambiato il clima per l'Italia, in Europa non vado a dire 'per favore ascoltateci', non vado con il cappello in mano. Non vado a Bruxelles a farmi spiegare cosa fare" ha detto Renzi. Sui social il premier lancia anche un nuovo hashtag #Europa:


Jean-Claude Juncker aveva usato parole forti, intervenendo alla conferenza dei presidenti al Parlamento europeo dedicata all'esito dell'ultimo vertice Ue dei capi di Stato e di governo: ''Devo dire al mio caro amico Renzi che io non sono il presidente di una banda di burocrati. Io sono il presidente della Commissione europea, che è una istituzione europea. Quindi invito tutti i primi ministri a rispettare la mia istituzione perché non siamo meno legittimati rispetto ad altri''. Il presidente ha lamentato le critiche di alcuni premier al termine del vertice, fra cui lo stesso Renzi e l'inglese David Cameron. 

Lo scontro Renzi-Juncker
Juncker poi, commentando le parole di Renzi contro 'i tecnocrati di Bruxelles', rincara la dose: "Se la Commissione avesse dato ascolto ai burocrati il giudizio sul bilancio italiano sarebbe stato molto diverso". Questa mattina il vice presidente della Commissione europea Jyrki Katainen, tornando sulla manovra italiana promossa da Bruxelles, aveva comunque affermato che il debito del nostro Paese continuerà a crescere con un picco nel 2015 e che le stime sui conti della Commissione definiscono fragile la ripresa iniziata nel 2013. Il 24 ottobre scorso, durante il Consiglio europeo, l'Ue aveva chiesto ai Paesi membri un contributo extra per aggiustare il budget europeo dopo i nuovi parametri del calcolo del Pil. L'Unione europea ha chiesto alla Gran Bretagna un contributo da 2,1 miliardi di euro. Una richiesta "inaccettabile" per il premier britannico. Renzi aveva smentito di avere utilizzato la parola 'arma letale', ma aveva precisato che in Europa il problema non erano tanto i costri extra, ma la "tecnocrazia e la burocrazia". 

Il Job's Act la riforma più di sinistra che abbia mai visto
Durante l'intervista a Ballarò, Renzi è tornato a parlare della riforma del lavoro ribadendo il concetto anche davanti ai parlamentari del Pd riuniti in serata: "E' la riforma più di sinistra che io abbia mai visto e la dead line per l'approvazione è Il 1 gennaio" ha dichiarato il premier sfidando la minoranza dem pronta a non votare la riforma alla Camera. 

Legge di stabilità "rivoluzionaria: riduce le tasse"
Un'inversione di tendenza che lui vede nelle riforme messe in cantiere dal governo. La legge di stabilità, ammette, "è aperta alla discussione" ma è inconfutabile, sostiene Renzi, che "è rivoluzionaria" la riduzione della pressione fiscale, compresa quella sul lavoro. Ma la madre di tutte le battaglie è il Job's Act, contro cui i sindacati minacciano lo sciopero generale e il Pd rischia di spaccarsi. L'analisi del premier parte dalla constatazione che "a parte l'art.18 c'è un consenso totale" inconfutabile.

Legge elettorale
"Giusto fare le riforme con Berlusconi, non le faccio da solo" ha ribadito il premier nell'intervista di Massimo Giannini e poi ha aggiunto: "Rispetto Berlusconi, Verdini e Letta, il fatto che Berlusconi sia stato condannato e Verdini rinviato a giudizio attiene la loro vicenda personale ma finchè ci sono italiani che li votano sono interlocutori per le riforme".