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EUROPA

L'affluenza è la più alta da 20 anni

L'Ue al voto: bene Verdi e Liberali, calo Popolari e Socialisti. I sovranisti restano minoranza

Il Ppe è il primo gruppo, ma assieme ai Socialisti non ha più la maggioranza all'Europarlamento. Probabile un'alleanza anche con i liberali di Alde 

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Chiuse le urne delle elezioni europee, il primo dato che spicca è quello dell'affluenza: a livello europeo è stata del 50,95%. I cittadini dell'Unione ha esercitato il proprio diritto di voto portando la percentuale 8 punti sopra il numero registrato nel 2014. 

L'aumento dell'affluenza registrato nella maggior parte dei Paesi Ue non solo rappresenta il risultato migliore degli ultimi anni, ma anche la prima inversione di tendenza rispetto a un progressivo, inesorabile incremento dell'astensionismo registrato dal 1979, quando per la prima volta i membri dell'Europarlamento vennero eletti a suffragio universale. 

Per quanto riguarda il dato politico, Popolari e Socialisti non hanno più la maggioranza a due, ma il blocco 'europeista' con i Liberali dell'Alde supera la soglia del 50% e con i Verdi potrebbe arrivare a quasi 500 deputati. In crescita i partiti 'sovranisti' in Italia, Francia e regno Unito, che restano però minoranza a Strasburgo. 

Ppe primo gruppo
L'ultimo aggiornamento delle proiezioni pubblicato stanotte dell'Europarlamento a Bruxelles sulla nuova distribuzione dei seggi dopo le elezioni europee conferma sostanzialmente le previsioni iniziali, con qualche variazione marginale in più o in meno per alcuni gruppi. Ssi confermano le forti perdite del Ppe, che pur restando primo partito dell'emiciclo con 179 seggi, ne perde 38; quasi identiche le perdite anche per i Socialisti e Democratici (S&D), che con 150 seggi ne perdono 37 rispetto ai 187 dell'Europarlamento uscente.

L'avanzata più forte è quella dei liberali dell'Alde (compreso il movimento Rem di Macron) con 107 seggi (+39), seguiti dai Verdi con 70 seggi (+18) e dal gruppo di estrema destra Enf (in cui siedono la Lega e Marine Le Pen) con 58 seggi (+21). Va bene anche l'Efdd (con dentro il M5s), che incamera il successo del partito della Brexit di Nigel Farage e ottiene 56 seggi (+15). In forte calo i Conservatori dell'Ecr con 58 seggi (-18), e la Sinistra unitaria europea (Gue) con 38 seggi (-14).

Queste proiezioni sono basate sui risultati definitivi in Finlandia, Repubblica ceca, Slovacchia e Cipro, su quelli ufficiali provvisori in 19 paesi (Italia compresa), e sugli exit poll negli altri cinque Stati membri (Regno Unito compreso).

Nel Parlamento uscente, il Ppe aveva 216 seggi, i socialisti 185, Ecr 77, Alde 69, Gue 52, Verdi 52, Efdd 42, Enl 36, Non iscritti 20.

Regno Unito, trionfo per il Brexit Party di Farage
Sarebbero 28 i seggi destinati al Brexit Party di Nigel Farage alla prossima assemblea di Strasburgo: un numero che in base alle stime attuali ne farebbe il più grande gruppo nazionale con la Cdu/Csu tedesca e subito davanti alla Lega. Tonfo per i Conservatori della premier dimissionaria Theresa May e dei Laburisti di Jeremy Corbyn. Il Brexit Party si attesta sopra il al 31%, seguito da Libdem al 21 (16 seggi), Labour poco sopra il 14% (10 seggi), Verdi (12% e 7 seggi) e Tory (9% e 4 seggi).

Ondata verde in Germania
Cdu/Csu in calo ma sempre primo partito, boom dei Verdi, un tonfo storico per la Spd, l'ultradestra dell'Afd schiacciata ad un risultato ben al di sotto delle aspettative; la Germania che esce dal voto europeo mette è un terremoto per gli equilibri di Berlino, nonostante l'arrembaggio del populismo di destra si sia infranto contro l'onda verde degli ambientalisti, che per la prima volta nella storia diventano seconda forza politica a livello nazionale. "Un risultato molto deludente", ammette la leader socialdemocratica Spd, Andrea Nahles, mentre il capo dell'Afd, Alexander Gauland, parla di "una campagna elettorale difficile".

Nella Cdu di Angela Merkel prevalgono sentimenti contrapposti, di fronte alle proiezioni di Zdf e Ard: con un'affluenza che supera il 60% - il livello più alto sin dal fatidico 1989 - l'unione Cdu/Csu rimane prima forza con il 27,9, ma lascia sul terreno quasi 7 punti rispetto alle europee del 2014. Se la Spd segna un risultato definito "catastrofico" dai media tedeschi con il 15,6%, i Verdi sono i vincitori del giorno, con un posizionamento che oscilla tra il 20,8% e il 21,8%. L'Afd cresce rispetto al voto Ue del 2014, ma perde quasi due punti in confronto alle elezioni nazionali di due anni fa, quando entrò per la prima volta nel Bundestag: una delusione certa, considerando che solo pochi mesi fa i sondaggi apparivano ben più generosi con l'ultradestra.

Per i socialdemocratici, la giornata è doppiamente amara. Si votava anche per rinnovare il parlamento del Land di Brema, il più piccolo della Germania, storica roccaforte dell'Spd: hanno dovuto lasciare il posto di prima forza politica a favore della Cdu, cosa che non accadeva da 73 anni. In sostanza, il partito che fu di Brandt e di Schmidt si ferma al 24,5%, una debacle di otto punti rispetto al 2015, la Cdu cresce di quattro punti al 26,5%. Ottimo risultato per i Verdi, al 18,5%: praticamente hanno il cerino in mano, senza di loro nessuna coalizione è possibile a Brema. Poco più che irrilevante l'Afd, bloccata ad un risultato che oscilla tra il 5 e il 7%.  Difficile dire cosa accade qui: un'alleanza con Spd-Cdu è stata esclusa, la coalizione rosso-verde è stata punita dalle urne. 

​Francia: i risultati confermano la vittoria di Marine Le Pen
In Francia si conferma la vittoria di misura della lista di destra Prenez le Pouvoir sostenuta dalla leader del Rassemblement national, Marine Le Pen, con il 23,3% dei voti, che supera Renaissance, sostenuta tra gli altri da  En Marche del presidente Emmanuel Macron, al 22,4%. Secondo i calcoli della stampa francese, avranno lo stesso numero di eurodeputati: 23. Europe Écologie (Verdi) ottiene invece il 13,42%, mentre l'Unione di centrodestra 8,48. La France insoumise (sinistra radicale) prende il 6,31% e gli ecologisti di  Envie d'Europe écologique et sociale il 6,18. 

Spagna, netta vittoria di Psoe
A un mese dal successo alle elezioni legislative del 28 aprile, il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) del premier Pedro Sanchez esce vincitore anche
alle europee: ottiene il 32,83% dei consensi e20 seggi nel nuovo Europarlamento, sei in più rispetto a quello uscente. Una vittoria resa ancora più eclatante dai 10 punti di
vantaggio sui conservatori del Partito Popolare (PP), per ora al 20,2% e 12 europarlamentari, quattro in meno, registrando un calo di almeno 9 punti rispetto alle europee del 2014.

Non si è verificato lo sfondamento di Vox, il partito di estrema destra spagnola in netta ascesa nel Paese (13% alle politiche), alla sua prima partecipazione alle Europee: si attesta attorno al 6,22% delle preferenze, riuscendo a far eleggere solo 3 candidati. Buona pagella per i centristi di Ciudadanos, terza forza politica, al 12,23% circa, con 7 eurodeputati, cinque in più rispetto al 2014. La sinistra radicale di Unidas Podemos ha raggiunto la soglia del 10,08% con 6 seggi, cinque in meno rispetto alle ultime Europee. Sempre in base agli exit poll, Ahora Repúblicas siederà a Strasburgo con tre deputati, la lista Juns di Puigdemont otterrebbe due seggi e la Coalizione Europa Solidaria uno. In tutto la Spagna è rappresentata nell'emiciclo Ue da 52 europarlamentari. 

Il Popolare Kurz vince in Austria
"Wir haben gewonnen" ("noi abbiamo vinto"). È  questo il grido vittorioso che si ode nelle sedi della OeVP. La Oesterreichische Volkspartei (OeVP), il partito
popolare austriaco del 'Kaiser' Sebastian Kurz, ha vinto le elezioni europee in Austria con il 34,9% (è già compreso il volo per corrispondenza) facendo così segnare un incremento del 7,9 % rispetto a cinque anni fa. Le previsioni degli exit pool del pomeriggio vengono così confermate. I Popolari sono stati i più votati nello "schiacciato" territorio tra Germania ed Italia che va dal lago di Costanza fino a Vienna staccando di oltre dieci punti percentuali i socialdemocratici della SPOe (23,4%) che registrano un leggero calo (-0,7%) rispetto al 2014.

Terza forza politica la FPOe con il 17,2%. Il partito liberale, populista ed euroscettico ha pagato lo scandalo dell'Ibiza-gate degli ultimi giorni costato la carica di vice cancelliere e leader del partito ad Heinz-Christian Strache. Rispetto al 2014 una flessione del 2,5%. Seguono i Verdi con il 14,0% (-0,6%), NEOS con l'8,7% e KPOe (0,8%). Nel Parlamento europeo la OeVP avrà 7 seggi (2 in più rispetto alla passata legislatura), la SPOe conferma i suoi 5, la FPOe da 4 scende a 3, i Verdi da 3 scendono a 2 e NEOS conferma il suo seggio. Circa il dato della FPOe, seppur in calo, il segretario generale Harald Vilimsky ha detto che "questo dimostra quanto sia alto il nostro potenziale elettorale". Si attendeva qualcosa di più la SPOe che non ha beneficiato dello scandalo-Ibiza.  Il vincitore e' senza dubbio il cancelliere Kurz premiato dall'elettorato dopo una settimana molto intensa e soprattutto difficile.


Portogallo, socialisti al governo primo partito
In Portogallo il Partito socialista del premier Antonio Costa si conferma alle europee primo partito con il 33,8% (10 seggi tra le fila dell'S&D), seguito dai Socialdemocratici  al 22% (6 seggi nel Ppe). Il 'blocco di sinistra' ottiene 2 seggi con il 9,5%, i Verdi un seggio con il 6,06%. 

Polonia, vittoria dell'euroscettico  Kaczynski
Il partito diritto e giustizia(Pis), dell'euroscettico  Kaczynski, partito di destra, sarebbe al 42.4%, seguito dalla Coalizione europea (Ke) al 39.1%, partito centrista, secondo dati del Parlamento europeo. Questi seguiti da La primavera (Wiosna) al 6.6%, dalla Confederazione Korwin braun liroy nazionalisti al 6.1%. La Polonia ha diritto a 51 seggi, e dovrebbero essere divisi 18 ai Popolari, 21 ai Conservatori e riformisti europei.

Ungheria, trionfa Orban
Con il 99% delle schede scrutinate in Ungheria il partito del premier Viktor Orban, Fidesz, ha riportato una vittoria schiacciante: il 52,14% delle preferenze. Secondo i dati forniti dal Parlamento europeo il secondo partito è la Coalizione democratica (DK) con il 16,26%, il Movimento Momentum 9,92%, il Partito dei socialisti magiari  6,68% e la destra di Jobbik 6,44%. L'affluenza alle urne per le elezioni europee in Ungheria è stata del 43,36%. Nel 2014 era stata 29%. Secondo la suddivisione dei seggi Fidesz avrà 13 posti, DK 4, Momentum 2, MSZP-Parbeszed 1, Jobbik 1.

Bulgaria, in testa i conservatori
 I conservatori del Gerb, partito del premier Boyko Borisov, sono in testa con il 31,6% dei consensi, davanti al Partito socialista, che ha il 23,35% ed al Movimento dei diritti e delle libertà, che ha il 13,8%.

Croazia, conservatori in calo ma vincono
Il partito di governo croato, il gruppo di centro-destra Hdz, ha vinto le elezioni europee in Croazia anche se ha registrato un calo rispetto alle stime iniziali e ha ottenuto lo stesso numero di seggi, quattro, del principale partito di opposizione, i Socialdemocratici.

Slovenia,  vincono Partito democratico (SDS) e Partito popolare (SLS) 
Partito democratico (SDS) e Partito popolare (SLS) ha vinto le elezioni in Slovenia, secondo i risultati comunicati dalla Commissione elettorale nazionale. A scrutinio quasi ultimato, i due parttii hanno ottenuto insieme il 26,43% delle preferenze, davanti al Partito Socialdemocratico (SD, 18,64%), e alla lista LMS del primo ministro Marjan Sarec, terza forza del Paese con il 15,58%. I cristiano-democratici di Nuova Slovenia hanno ottenuto invece l'11,07% delle preferenze.

Olanda, laburisti al primo posto, niente seggi per Wilders
In Olanda i laburisti del PvdA di Frans Timmermans ottengono il 18,10%, seguiti dai liberal-conservatori (VVD) del premier Mark Rutte al 15%, mentre i Cristiano democratici (CDA) sono al 12,3%. Sono le prime stime ufficiali del Parlamento europeo basate sugli exitpoll.   Il partito populista di destra Forum voor Democratie (FvD) dell'esordiente Thierry Baudet è all'11%, mentre è scivolone per il Pvv di Geert Wilders, alleato della Lega di Matteo Salvini. Il partito di estrema destra di Wilders, con l'85% delle schede scrutinate, non raggiunge la soglia di sbarramento del 3,85% prevista dalla legge elettorale olandese e non ottiene nessun seggio al prossimo Parlamento europeo.

Belgio, avanza estrema destra fiamminga
L'estrema destra fiamminga in Belgio avanza anche nelle elezioni europee: come in quelle federali, il Vlaams Belang diventa il secondo partito (con il 12,1%) davanti al Fiammingo N-va (14,2%), e guadagna 7 punti rispetto al 2014. Scendono socialisti (9,7%) e Cristiano Democratici (9,1%), mentre salgono i Verdi di Groen (7,3%) ed Ecolo (7,1%).

Lussemburgo, Liberali in vantaggio
Liberali in vantaggio con il 21,44% dei voti, ma solo di strettissima misura rispetto ai conservatori cristiano-sociali del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, che non superano 21,1%. Gli ambientalisti toccano il 18,91%.

Danimarca, crollo del partito del Popolo Danese
In Danimarca il partito del Popolo Danese, alleato di Matteo Salvini nel gruppo Europa delle nazioni e delle Libertà, passa dal 26,6 ottenuto nel 2014 al 13,2 % in queste elezioni. Il primo partito è quello dei socialdemocratici con il 22,85%,  in seconda posizione il partito  liberale V- Venstre  a cui appartiene Margrethe Vestager, commissaria alla Concorrenza uscente, candidata alla presidenza della Commissione. I liberali si affermano con il 20,55% dei voti. 

Irlanda, netta vittoria al partito Fine Gael (FG) del premier Varadkar
In Irlanda, dove si è votato venerdì, le nuove stime pubblicate dall'Europarlamento assegnano una netta vittoria al partito Fine Gael (FG) del premier Leo Varadkar con il 29% dei voti (4 seggi). FG è affiliato al Ppe. Il partito repubblicano Fianna Fáil (FF) che fa parte del gruppo dei socialdemocratici si attesta al 15% dei voti (2 seggi). Il partito dei Verdi ottiene a sua volta il 15% delle preferenze (2 seggi), due seggi anche per gli Indipendenti, al 15% dei voti, e per il Sinn Féin che ottiene il 13%.Nessun seggio per i Laburisti, che si fermano al 3,5%, e per i i Social-democratici all'1,50% delle preferenze.

Grecia, Tsipras annuncia elezioni anticipate
La Grecia corre verso elezioni anticipate, dopo la netta sconfitta nelle urne del partito del premier Alexis Tsipras, Syriza. Stando agli exit poll, il partito di sinistra di Tsipras si è fermata al 25% dei consensi, ampiamente superata ai conservatori di Nea Demokratia, al 33,5%.

Finlandia, vincono i conservatori
Vincitori sono i conservatori della Coalizione nazionale, anche se con il 20,7% risultano comunque in calo rispetto al 2014. A guadagnare di più è la Lega verde, che con il 15,9% segna un risultato storico. Terzi, i socialdemocratici con il 14,7%, seguiti dall'ultradestra euroscettica dei Veri finlandesi, al 14%.

Lituania, in testa i conservatori
In testa ci sono i conservatori dell'Unione della patria con 17,41%, seguiti dai socialdemocratici al 16,9%. Il partito populista al potere l'Unione dei Verdi e Contadini lituani (Lvzs), è terzo al 13,5%.

Lettonia, Nuova Unità supera i Socialdemocratici
Nuova Unità (JV - Jauna Vienotiba), il partito centrista del premier Karins, è in testa alle europee in Lettonia, con il 26,24%, secondo i dati provvisori pubblicati dal Parlamento europeo che assegnano due seggi. Distaccato il partito russofono Socialdemocratico Saskana (SDP - Saskana Socialdemokratiska partija), con il 17,45%, due seggi, che era dato in vantaggio nei sondaggi. Terzo partito con due seggi l'Alleanza nazionale Coal. NA con il 16,40%, sempre due seggi. Segue "Sviluppo" Coal. AP! un seggio con il 12,42% e l'Unione russa di Lettonia (LKS - Latvijas Krievu savieniba) con il 6,24%.

Cipro, vincono i conservatori di Disy. Eletto con Akel per la prima volta un turco-cipriota
Il partito conservatore Disy ha il 31,8% dei voti, davanti ai comunisti di Akel (26%) ed ai socialdemocratici (11,9%).

Un turco-cipriota è stato eletto per la prima volta al Parlamento europeo da quando la nazione (la sola parte Greco-cipriota, l'unica riconosciuta dalla comunità internazionale) si è unita all'Ue nel 2004. Niyazi Kizilyurek, che insegna all'università di Cipro, è stato eletto nelle liste dei comunisti di Akel.

Malta, trionfano i laburisti del premier Muscat
I laburisti del premier Josef Muscat trionfano con il 55,9% dei voti, staccando di quasi 20 punti il partito nazionalista, che si ferma al 36,2%.