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ITALIA

Migranti

Ue alle Ong: i porti d'Italia non sono garantiti senza la firma del codice

Medici Senza Frontiere non firma. Ministero dell'Interno: "Chi non ha firmato è fuori dal sistema di salvataggio" 

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La Commissione europea saluta con favore le ong che hanno firmato il Codice di condotta italiano e sollecita "il più ampio numero" a sottoscriverlo, ricordando che Bruxelles ha sostenuto il Paese nella preparazione del codice. Chi non firmerà il documento non si vedrà riconoscere la garanzia di portare i migranti salvati nei porti italiani, se l'area in cui sono stati soccorsi non quella di competenza italiana. Ma resta valida la legge internazionale che prevede che i migranti siano sbarcati in un porto sicuro, ma non necessariamente il pi vicino.

Ieri Medici senza frontiere non ha firmato il codice delle Ong stilato dal ministero dell'Interno, nell'ultima riunione convocata dal Viminale. Lo fa sapere il direttore generale della Ong, Gabriele Eminente.

Hanno invece sottoscritto il codice Migrant Offshore Aid Station (Moas) e Save the Children, mentre non lo ha fatto un'altra ong presente oggi al ministero, la tedesca Jugend Rettet.

Il ministero dell'Interno spiega che un'altra Ong, Proactiva Open Arms, ha fatto pervenire una comunicazione con la quale ha annunciato la volontà di sottoscrivere l'accordo.

Non hanno preso parte all'incontro Sea Watch, Sea Eye e Association Europeenne De Sauvetage En Mer (Sos Mediterranee).

Viminale: chi ha rifiutato è fuori dal sistema di salvataggio
"L'aver rifiutato l'accettazione e la firma pone quelle organizzazioni non governative fuori dal sistema organizzato per il salvataggio in mare, con tutte le conseguenze del caso concreto che potranno determinarsi a partire dalla sicurezza delle imbarcazioni stesse. In una condizione diversa, saranno invece parte integrante le Ong che hanno sottoscritto il Codice". E' quanto precisa una nota del Viminale a conclusione dell'incontro. "Sono state nuovamente rappresentate le ragioni che hanno ispirato la redazione del Codice, la posizione pienamente concorde di tutti i Paesi dell'Unione già espressa a Tallinn e l'intesa con la Commissione che ha seguito la redazione e la messa a punto del documento", spiega la nota.

Msf: non abbiamo firmato per presenza armi e divieto trasbordi
Medici senza frontiere ha deciso di non firmare il codice di condotta per le Ong perché, tra le altre cose, prevede la presenza a bordo di agenti mentre "in nessun Paese in cui lavoriamo accettiamo la presenza di armi, ad esempio nei nostri ospedali", spiega Gabriele Eminente. "Anche se il codice era stato migliorato - concede Eminente parlando a RaiNews24 - rimaneva il punto dei trasbordi"che vengono vietati dalle navi Ong a quelle dei soccorsi ufficiali. "Abbiamo chiesto di levarlo, perché è un punto che rischia di pregiudicare l'intera operazione".

Jugend Rettet: firmeremmo solo se rendesse il lavoro più efficiente e sicuro
"Abbiamo deciso di non firmare questo codice. Noi possiamo firmare soltanto nel caso in cui le nuove norme rendessero piu' efficiente il nostro lavoro e aumentassero la sicurezza dei nostri volontari", ha detto il rappresentante della Ong Jugend Rettet, Titus Molkenbur, al termine dell'incontro al Viminale. 

Save the Children: il codice per noi va bene, dispiace altri non abbiano firmato
"Gran parte dei punti del codice di condotta indicano cose che già facciamo e ci sono stati chiarimenti su un paio di punti che ci preoccupavano, quindi non abbiamo avuto problemi a firmare", dice Valerio Neri di Save the Children al termine della riunione. "Siamo convinti - aggiunge - di aver fatto la cosa corretta e mi dispiace che altre ong non ci abbiano seguito, ma evidentemente avevano altre sensibilità". Un altro punto sul quale Save the Children aveva qualche perplessità, ha precisato Valerio Neri, era quello della presenza della polizia giudiziaria a bordo, "ma anche in questo caso abbiamo ritenuto, alla fine, che non costituisse un problema in quanto l'Italia è un Paese democratico. Quindi, anche in questo caso, non vediamo nessun pericolo in questo nuovo codice e non abbiamo nulla da nascondere". 

Pinotti: regole d'ingaggio come Mare Sicuro
Le regole d'ingaggio per la nuova missione navale in Libia "saranno le stesse dell'operazione Mare sicuro, con adattamenti perch la prima una missione internazionale". Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, nella informativa alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato. sottolineando che per i militari italiani "l'autodifesa sempre lecita".