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EUROPA

Si prospetta una maratona negoziale

Ue: Tusk sospende vertice su nomine, giro di bilaterali

Già si parla di un nuovo vertice straordinario prima del 15 luglio 

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Accordo in alto mare a Bruxelles. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha deciso di sospendere il vertice dei capi di Stato e di governo sulle nomine e di organizzare incontri bilaterali con i leader. Lo ha annunciato su Twitter il suo portavoce, Preben Aamann. Il vertice riprenderà una volta completati i bilaterali", ha spiegato il portavoce di Tusk.

Di fronte allo stallo sulle nomine, i quattro principali gruppi all'Europarlamento potrebbero decidere di rinviare l'elezione del nuovo presidente prevista il 3 luglio a Strasburgo. Lo riferiscono fonti coinvolte nelle trattative all'Europarlamento tra popolari, socialisti, liberali e verdi.

In precedenza, si era allontanata la possibilità di un accordo al vertice, iniziato con tre ore di ritardo, sulla nomina del nuovo presidente della Commissione europea a causa delle forti tensioni nel Ppe. Diversi leader europei del Partito popolare hanno bocciato l'accordo negoziato al G20 dalla cancelliera Angela Merkel che attribuiva al candidato dei socialisti Frans Timmermans, la carica più ambita, la presidenza della Commissione europea.

La rivolta anti-Merkel è iniziata al mini-vertice dei Popolari prima dell'inizio del summit. "Per Forza Italia è impossibile votare un candidato socialista alla Presidenza della Commissione europea, visto che noi abbiamo sostenuto Manfred Weber. Noi continueremo a sostenere il principio dello Spitzenkandidat e la candidatura di Manfred Weber", ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, con tono fermo. "Per noi non è possibile votare un candidato socialista perché si andrebbe contro la volontà popolare. Il Ppe è la prima forza politica", ha aggiunto arrivando al vertice del centrodestra.

Intanto, le trattative si annunciano lunghe e difficili e già si parla di un nuovo vertice straordinario prima del 15 luglio. L'Italia continua a lavorare per portare a casa un portafoglio economico per il commissario italiano. Ma dopo gli attacchi di Matteo Salvini a Timmermans, fonti di palazzo Chigi precisano che "il presidente del Consiglio Conte ha le mani libere, non viene qui con un atteggiamento di veto ma in un atteggiamento di dialogo". L'Italia - sottolineano le stesse fonti - "ragiona in una logica di pacchetto e valuterà la candidatura di Timmermans in quest'ottica". Il nome di quest'ultimo ha perso valore, ma è ancora sul tavolo. E rispuntano i nomi di Margrethe Vestagere e Michel Barnier, presentati dall'infaticabile presidente francese Emmanuel Macron.

In ogni caso, tornando alla rivolta anti-Merkel nel Ppe, sulla stessa linea di Tajani si è schierato il premier irlandese, Leo Varadkar: "Come Ppe non abbiamo dato sostegno al pacchetto di nomine emerso dal summit di Osaka. Ci sono state molte ribellioni. La gran parte dei primi ministri, che fanno parte alla famiglia dei popolari, ritengono che non dovremmo abbandonare così presto l'idea di un presidente della Commissione europea popolare". Varadkar ha poi sottolineato che molti Peesi dell'Europa centrale e orientale hanno bocciato Timmermans ritenendo che possa "incrementare la frattura tra est e ovest". Critico anche il premier bulgaro Boyko Borissov: "E' possible nessuno dei candidati ottenga la maggioranza qualificata stanotte. Ci hanno detto di prenotare gli hotel".