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MONDO

Bruxelles

L'Ue impone l'etichetta ai prodotti delle colonie, ira di Israele

I prodotti alimentari provenienti dai territori occupati da Israele dovranno recare l'indicazione dell'area di origine. "Una decisione che allontana la pace" commenta Tel Aviv

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I prodotti alimentari provenienti dai territori occupati da Israele dovranno recare l'indicazione dell'area di origine, in modo tale che i consumatori possano fare "scelte informate" per i loro acquisti. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell'Unione europea in una sentenza che ha suscitato l'ira di Israele, col ministero degli Esteri che ha avvertito: questa decisione "riduce le probabilità di raggiungere un accordo di pace". Plaudono invece le autorità palestinesi.   Il verdetto, tra l'altro, è arrivato nel giorno in cui le forze di difesa israeliane hanno ucciso un comandante della jihad islamica palestinese sospettato di aver pianificato un attacco terroristico imminente contro Israele, e le città israeliane sono state raggiunte da una grandinata di razzi, in una nuova escalation di tensione che non si registrava da mesi.

L'Ue ha sempre espresso opinione contraria all'espansione degli insediamenti israeliani, poiché minano le speranze di una soluzione a due Stati, un progetto di difficile realizzazione nell'immediato, come ammesso dall'Alto rappresentante uscente Federica Mogherini proprio in questi giorni, ma "non impossibile" in una prospettiva futura.   E anche la Corte di giustizia europea nella sua decisione ha sottolineato che gli insediamenti "esprimono concretamente una politica di trasferimento della popolazione dello Stato al di fuori del suo territorio, in violazione delle norme del diritto umanitario internazionale".

Human Rights Watch e Oxfam hanno plaudito alla sentenza. "È un passo importante nella giusta direzione per il popolo palestinese che porta il peso dell'espansione degli insediamenti. I consumatori hanno il diritto di conoscere l'origine dei prodotti che acquistano e l'impatto che questi acquisti hanno sulla vita delle persone", ha affermato il Country Director per i Territori palestinesi occupati di Oxfam, Shane Stevenson.   Ma in Israele le polemiche si stanno moltiplicando, con accuse di discriminazione. "La politica di etichettatura obbligatoria individua solo Israele, l'unica democrazia in Medio Oriente - ha osservato Eugene Kontorovic, direttore internazionale del Kohelet Policy Forum -, mentre non sono previste etichette 'made in' per il Donbass occupato dalla Russia, o nella Siria occupata dalla Turchia. Tutti gli altri non vengono trattati nello stesso modo".