POLITICA
Lo stallo politico
Ultima chiamata per il governo, terzo giro di consultazioni al Quirinale
I partiti sembrano restare fermi sulle posizioni già espresse, possibilità di un esecutivo “di tregua” o nuove elezioni tra giugno e l’autunno, ma restano 24 ore per trattare. Stasera vertice del centrodestra a Palazzo Grazioli

Ultima chiamata per formare un governo. Domani, al Quirinale, terzo giro di consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che cerca di superare la situazione di stallo che ormai da oltre due mesi impedisce la formazione di un esecutivo, dopo le elezioni politiche del 4 marzo. Le posizioni tra i partiti restano lontane, tanto che si parla di possibili nuove elezioni in autunno o addirittura a giugno, oppure di un governo “di tregua”: sullo sfondo, spuntano le ipotesi di un nuovo incarico a Paolo Gentiloni, con lo scopo di riscrivere la legge elettorale, o di un “ritorno di fiamma” tra Lega e Movimento 5 stelle, anche se i pentastellati attendono l’intervento di oggi del capo politico, Luigi Di Maio, a '1/2h in piu'' di Lucia Annunziata, su Rai3, per chiarire la loro linea in vista di domani.
Consultazioni, apre M5s chiudono i presidenti
L’unica cosa certa è che domani Mattarella incontrerà gli esponenti dei vari gruppi, a partire proprio dal M5s, coi capigruppo Danilo Toninelli e Giulia Grillo che saranno i primi a salire al Quirinale insieme a Di Maio, seguiti proprio dai possibili alleati leghisti con Marco Centinaio, Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini, che saranno però accompagnati da quel Silvio Berlusconi che sembra essere ancora il principale ostacolo a una possibile alleanza. A seguire, il Partito democratico, Liberi e Uguali, i gruppi misti di Senato e Camera, il gruppo per la Autonomie e, a chiudere, i presidenti dei due rami del Parlamento, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, con cui il capo dello stato potrebbe fare il punto conclusivo prima di parlare al paese del prossimo futuro.
Al voto, governo di tregua o ancora trattative
Una delle possibilità più concrete è il ritorno al voto in pochi mesi, anche perché l’ipotesi è sostenuta con forza dal gruppo risultato primo a marzo, quello dei Cinque stelle, le cui fonti spiegano come sia “difficile fidarsi” delle proposte avanzate da Salvini, e ci sia invece “bisogno di fatti”. Il movimento fondato da Beppe Grillo rifiuta l’ipotesi che al tavolo per il governo si sieda anche Berlusconi, con l'argomento che il centrodestra sarebbe “solo una coalizione elettorale” e come tale si può dividere. Il problema non sarebbe poi la durata del possibile esecutivo quanto “i temi da affrontare”: l’unica parziale apertura arriva da Vito Crimi, secondo cui probabilmente la proposta del leader leghista “arriva in ritardo”, ma non è da escludere un incontro la prossima settimana tra Salvini e il leader del M5s, che è possibile “al 50%”, altrimenti resterebbe solo l’ipotesi elettorale il prima possibile, meglio ”a fine giugno” per consentire a un ipotetico nuovo governo, nei pieni poteri, di varare la finanziaria.
Salvini attende, Maroni lancia il Gentiloni bis
Dal fronte del centrodestra, dopo l’apertura di Salvini si attende l’intervento di Di Maio, ma una proposta alternativa arriva da Roberto Maroni, con l’ex ministro che dalle colonne del “Corriere della sera” lancia l’ipotesi di “rifare la legge elettorale e tornare al voto in autunno”, utilizzando la strada del governo di minoranza "oppure ridare un nuovo mandato a Gentiloni, che forse sarebbe la strada più semplice. Potrebbe nascere col voto di Pd, Forza Italia e qualcun altro e con l’astensione di Lega e Cinque stelle che si terrebbero così le mani libere. Un qualcosa di simile a un governo della non sfiducia".
Il Pd ribadisce: no a governi politici
Fermo sulle posizioni uscite alla Direzione nazionale di giovedì anche il Partito democratico, con il segretario reggente, Maurizio Martina, che ribadisce come per il Pd sia "impossibile immaginare sostegni a governi politici con Berlusconi, Salvini o Meloni, ma ormai anche con i 5 stelle e con leadership di partiti a noi avversari. Siamo invece disponibili a fare la nostra parte per una soluzione istituzionale, chiedendo a tutti di fare la loro". Martina invita alla “responsabilità” in primo luogo chi dopo le elezioni “ha cantato vittoria” perché “non è più tempo di giocare a tatticismi esasperati".
Vertice del centrodestra questa sera
Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni questa sera parteciperanno ad un vertice del centrodestra a Palazzo Grazioli, a Roma per fare il punto in vista delle consultazioni di domani al Quirinale.
Consultazioni, apre M5s chiudono i presidenti
L’unica cosa certa è che domani Mattarella incontrerà gli esponenti dei vari gruppi, a partire proprio dal M5s, coi capigruppo Danilo Toninelli e Giulia Grillo che saranno i primi a salire al Quirinale insieme a Di Maio, seguiti proprio dai possibili alleati leghisti con Marco Centinaio, Giancarlo Giorgetti e Matteo Salvini, che saranno però accompagnati da quel Silvio Berlusconi che sembra essere ancora il principale ostacolo a una possibile alleanza. A seguire, il Partito democratico, Liberi e Uguali, i gruppi misti di Senato e Camera, il gruppo per la Autonomie e, a chiudere, i presidenti dei due rami del Parlamento, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, con cui il capo dello stato potrebbe fare il punto conclusivo prima di parlare al paese del prossimo futuro.
Al voto, governo di tregua o ancora trattative
Una delle possibilità più concrete è il ritorno al voto in pochi mesi, anche perché l’ipotesi è sostenuta con forza dal gruppo risultato primo a marzo, quello dei Cinque stelle, le cui fonti spiegano come sia “difficile fidarsi” delle proposte avanzate da Salvini, e ci sia invece “bisogno di fatti”. Il movimento fondato da Beppe Grillo rifiuta l’ipotesi che al tavolo per il governo si sieda anche Berlusconi, con l'argomento che il centrodestra sarebbe “solo una coalizione elettorale” e come tale si può dividere. Il problema non sarebbe poi la durata del possibile esecutivo quanto “i temi da affrontare”: l’unica parziale apertura arriva da Vito Crimi, secondo cui probabilmente la proposta del leader leghista “arriva in ritardo”, ma non è da escludere un incontro la prossima settimana tra Salvini e il leader del M5s, che è possibile “al 50%”, altrimenti resterebbe solo l’ipotesi elettorale il prima possibile, meglio ”a fine giugno” per consentire a un ipotetico nuovo governo, nei pieni poteri, di varare la finanziaria.
Salvini attende, Maroni lancia il Gentiloni bis
Dal fronte del centrodestra, dopo l’apertura di Salvini si attende l’intervento di Di Maio, ma una proposta alternativa arriva da Roberto Maroni, con l’ex ministro che dalle colonne del “Corriere della sera” lancia l’ipotesi di “rifare la legge elettorale e tornare al voto in autunno”, utilizzando la strada del governo di minoranza "oppure ridare un nuovo mandato a Gentiloni, che forse sarebbe la strada più semplice. Potrebbe nascere col voto di Pd, Forza Italia e qualcun altro e con l’astensione di Lega e Cinque stelle che si terrebbero così le mani libere. Un qualcosa di simile a un governo della non sfiducia".
Il Pd ribadisce: no a governi politici
Fermo sulle posizioni uscite alla Direzione nazionale di giovedì anche il Partito democratico, con il segretario reggente, Maurizio Martina, che ribadisce come per il Pd sia "impossibile immaginare sostegni a governi politici con Berlusconi, Salvini o Meloni, ma ormai anche con i 5 stelle e con leadership di partiti a noi avversari. Siamo invece disponibili a fare la nostra parte per una soluzione istituzionale, chiedendo a tutti di fare la loro". Martina invita alla “responsabilità” in primo luogo chi dopo le elezioni “ha cantato vittoria” perché “non è più tempo di giocare a tatticismi esasperati".
Vertice del centrodestra questa sera
Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni questa sera parteciperanno ad un vertice del centrodestra a Palazzo Grazioli, a Roma per fare il punto in vista delle consultazioni di domani al Quirinale.