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ECONOMIA

L'Eurogruppo preme, Padoan tratta

Bruxelles all'Italia: manovra bis da 3,4 miliardi. Fonti Mef: contatti per evitare infrazione

L'Eurogruppo, scrive oggi Repubblica, avrebbe già inviato a Roma la richiesta di aggiustare i conti pubblici in tempi brevi. Il rischio è la procedura di infrazione per il mancato rispetto della regola del debito. Fonti Mef precisano, invece, che da Bruxelles "non è pervenuta ancora alcuna lettera". Ma confermano che sono già in corso contatti con la Commissione per valutare "i passi opportuni". E Gentiloni stamattina ha ricevuto Padoan a Palazzo Chigi

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Era il 5 dicembre quando dall’Eurogruppo era arrivata la richiesta di misure addizionali aggiuntive alla manovra economica. L’Italia è “a rischio di non rispetto del Patto” scriveva nelle sue conclusioni sulla base dell’analisi fatta dalla Commissione.
Un discorso rimasto in sospeso, dunque, che ora Bruxelles riapre in modo deciso chiedendo a Roma di aggiustare i conti pubblici in tempi brevi. E per farlo serve una manovra aggiuntiva da circa 3,4 miliardi di euro, che corrisponde allo 0,2 per cento del Pil. In caso contrario, è pronta una procedura di infrazione a carico dell’Italia per il mancato rispetto della regola del debito.

La richiesta dell’Eurogruppo, scrive oggi Repubblica, sarebbe arrivata già la scorsa settimana. Fonti del ministero delle Finanze sottolineano, invece, che "non è ancora pervenuta alcuna lettera". Precisano che sono in corso in questi giorni contatti con la Commissione Europea "per valutare i passi opportuni per evitare l`apertura di una procedura di infrazione e al tempo stesso scongiurare il rischio che interventi restrittivi sul bilancio compromettano la crescita riavviata nell`economia nazionale a partire dal 2014, ma ancora debole". E, sempre fonti del Mef, ricordano che lo scorso 5 dicembre "si è tenuta una riunione dell`Eurogruppo nella quale i ministri delle Finanze della zona Euro hanno invitato l`Italia ad assicurare che il bilancio 2017 risulti conforme alle regole del Patto di stabilità e crescita. Tali passi - sottolinea il ministero - sarebbero cruciali per evitare l`apertura di una procedura di infrazione a causa dell`elevato livello di debito pubblico".

Il governo italiano, dicono ancora dal dicastero presieduto da Padoan, "ha già ricordato che il percorso di riduzione del rapporto debito pubblico-Pil, stabilizzatosi rispetto alla tendenza degli ultimi 8 anni, non registra ancora un`adeguata propensione alla contrazione a causa di due fattori fuori dal controllo del Governo: l`andamento dei prezzi negativo, che incide sull`andamento nominale del prodotto interno lordo (l`Istat ha confermato che in media, nell`anno 2016, i prezzi al consumo hanno registrato una variazione negativa (-0,1%) come non accadeva dal 1959; le condizioni avverse dei mercati finanziari, che non hanno reso possibile la cessione di beni del patrimonio dello Stato a condizioni adeguate (pur in presenza di una dinamica insoddisfacente del debito pubblico, infatti, è intenzione del governo evitare di svendere asset nazionali)".

Che il deficit previsto nella Legge di Bilancio sia troppo alto, sfondando la flessibilità già concordata con Bruxelles, era stata al centro di una polemica accesa tra l’allora premier Matteo Renzi e il presidente della Commissione, Juncker che, a novembre, pochi giorni prima del Referendum, aveva preferito non bocciare pubblicamente la manovra per non influenzare in alcun modo l’esito del voto. Le decisioni sui conti italiani erano state “congelate” fino a gennaio. Ora arriva la resa dei conti, con la richiesta di una manovra aggiuntiva da 3,4 miliardi circa utile ad aggiustare il deficit strutturale. Le previsioni economiche di Bruxelles indicano che il nostro deficit sarà attorno al 2,4 per cento del Prodotto interno lordo, ovvero due decimali sopra quello che la Commissione considera il tetto massimo per evitare una netta bocciatura dell’Italia da parte dell’Eurogruppo.

Padoan (come conferma anche la nota odierna del Mef) sta già negoziando con Bruxelles per ridurre l’entità della manovra bis. Roma è ben consapevole che la correzione dovrà essere fatta. E questa mattina, il premier Gentiloni ha ricevuto il ministro a Palazzo Chigi per discutere, con tutta probabilità, proprio la manovra correttiva.

Il conto non potrà essere ridotto più di tanto. L’Italia ha già ricevuto ampie concessioni dalla Commissione. La trattiva, semmai, potrebbe essere più incisiva sui tempi, considerato che Bruxelles ha chiesto questi aggiustamenti entro il primo febbraio, il giorno in cui la Commissione pubblicherà le previsioni economiche di inverno e nelle quali tirerà le somme sull’Italia. Il nostro governo cercherà di ottenere più tempo possibile per mettere a punto un intervento. Che si preannuncia politicamente delicato per Gentiloni e Padoan.