ITALIA
Il capo tifoso ucciso
Omicidio Piscitelli, Gaudenzi ascoltato dai pm. Il legale: "Ha fatto i nomi"
Il legale del braccio destro di Massimo Carminati ha annunciato che il suo assistito ha fatto i nomi della persone coinvolte nell'assassinio del capo ultrà degli Irriducibili della Lazio, Diabolik

Fabio Gaudenzi ha deciso di parlare convinto che le stesse persone che hanno ucciso il 7 agosto scorso a Roma Fabio Piscitelli, ex capo degli ultras della Lazio e del gruppo degli Irriducibili, conosciuto con il nome di Diabolik, ammazzeranno anche lui.
Per più di cinque ore è stato ascoltato dagli inquirenti della Procura di Roma nel carcere di Rebibbia. L'uomo, arrestato dalla Polizia lo scorso 2 settembre a Formello per detenzione di armi da guerra ed autore di un video shock prima dell'arresto, ha detto ai magistrati della Dda di conoscere gli autori ed i mandanti dell'omicidio del 53enne Fabrizio Piscitelli, ucciso con un colpo di pistola alla testa nel Parco degli Acquedotti sulla strada consolare Tuscolana.
L'avvocato Marcello Petrelli, legale di Gaudenzi braccio destro di Massimo Carminati e condannato per usura a due anni e otto mesi nel processo Mondo di Mezzo, ha spiegato: "Ha fatto nomi e cognomi delle persone coinvolte. Gaudenzi non è un pentito, ma il suo intento è quello di vendicare due amici che sono morti, tra cui lo stesso Piscitelli". Sempre secondo il penalista, Gaudenzi ritiene che nel delitto siano coinvolti personaggi 'intoccabili' e comunque che l'omicidio sia stato materialmente posto in essere da killer stranieri, forse albanesi.
Inoltre, secondo il legale, "questa storia avrebbe connessioni con la morte di un altro uomo avvenuta circa un mese fa a Brescia". Infatti per Gaudenzi il decesso di un suo amico di estrema destra avvenuto a Brescia ed ufficialmente defunto per cause naturali, nella realtà sarebbe stato ucciso. Dopo la morte di questo uomo, a circa un mese dalla sua scomparsa, c'è stata l'uccisione di Piscitelli, altro suo amico sempre di estrema destra. A questo punto Gaudenzi temendo di essere il terzo della lista ha deciso di parlare perché sostiene che le stesse persone che avrebbero ucciso l'uomo di Brescia e Piscitelli uccideranno anche lui.
L'avvocato di Gaudenzi nei giorni scorsi ha detto che in carcere il suo assistito è stato minacciato di morte e per questo ha presentato denuncia.
Per più di cinque ore è stato ascoltato dagli inquirenti della Procura di Roma nel carcere di Rebibbia. L'uomo, arrestato dalla Polizia lo scorso 2 settembre a Formello per detenzione di armi da guerra ed autore di un video shock prima dell'arresto, ha detto ai magistrati della Dda di conoscere gli autori ed i mandanti dell'omicidio del 53enne Fabrizio Piscitelli, ucciso con un colpo di pistola alla testa nel Parco degli Acquedotti sulla strada consolare Tuscolana.
L'avvocato Marcello Petrelli, legale di Gaudenzi braccio destro di Massimo Carminati e condannato per usura a due anni e otto mesi nel processo Mondo di Mezzo, ha spiegato: "Ha fatto nomi e cognomi delle persone coinvolte. Gaudenzi non è un pentito, ma il suo intento è quello di vendicare due amici che sono morti, tra cui lo stesso Piscitelli". Sempre secondo il penalista, Gaudenzi ritiene che nel delitto siano coinvolti personaggi 'intoccabili' e comunque che l'omicidio sia stato materialmente posto in essere da killer stranieri, forse albanesi.
Inoltre, secondo il legale, "questa storia avrebbe connessioni con la morte di un altro uomo avvenuta circa un mese fa a Brescia". Infatti per Gaudenzi il decesso di un suo amico di estrema destra avvenuto a Brescia ed ufficialmente defunto per cause naturali, nella realtà sarebbe stato ucciso. Dopo la morte di questo uomo, a circa un mese dalla sua scomparsa, c'è stata l'uccisione di Piscitelli, altro suo amico sempre di estrema destra. A questo punto Gaudenzi temendo di essere il terzo della lista ha deciso di parlare perché sostiene che le stesse persone che avrebbero ucciso l'uomo di Brescia e Piscitelli uccideranno anche lui.
L'avvocato di Gaudenzi nei giorni scorsi ha detto che in carcere il suo assistito è stato minacciato di morte e per questo ha presentato denuncia.