ITALIA
Roma
Ex ultrà Lazio ucciso, funerali privati per motivi di sicurezza
La decisione è stata presa dal questore di Roma due giorni dopo l'omicidio di Fabrizio Piscitelli, legato al traffico di droga. Le esequie si terranno martedì 13 alle 6 del mattino al Cimitero Flaminio. La famiglia intenderebbe però fare ricorso al Tar

I funerali di Fabrizio Piscitelli, l'ex capo ultrà della Lazio noto come Diabolik, si svolgeranno in forma privata. La decisione è stata presa dal questore di Roma, Carmine Esposito, per "motivi di ordine e sicurezza". Le esequie si terranno martedì 13 alle 6 del mattino al Cimitero Flaminio. La famiglia intenderebbe però fare ricorso al Tar per la sospensiva dell'ordinanza del questore che vieta i funerali pubblici.
Piscitelli, 53 anni è stato ucciso mercoledì in un parco di Roma con un colpo di pistola alla nuca. Le modalità, una vera e propria esecuzione, fanno pensare che l'uomo era in attesa di qualcuno, seduto ad una panchina, che gli aveva dato appuntamento. Al momento in Procura a Roma non si esclude alcuna pista ma resta privilegiata quella della criminalità organizzata, ovvero clan e non solo italiani.
Tra le piste investigative seguite dagli inquirenti per individuare l'autore dell'omicidio, infatti, c'è quella che porta verso est e i rapporti che Piscitelli aveva da tempo con la mafia albanese. Il nome di Diabolik compare anche nelle carte di Mafia Capitale e in particolare del gruppo, la cosiddetta "Batteria di Ponte Milvio", attivo nella zona nord di Roma e di cui, secondo chi indaga, Piscitelli faceva parte. Spaccio di cocaina il "core business" dell'organizzazione che aveva fitti rapporti d'affari con la criminalità albanese.
Piscitelli, 53 anni è stato ucciso mercoledì in un parco di Roma con un colpo di pistola alla nuca. Le modalità, una vera e propria esecuzione, fanno pensare che l'uomo era in attesa di qualcuno, seduto ad una panchina, che gli aveva dato appuntamento. Al momento in Procura a Roma non si esclude alcuna pista ma resta privilegiata quella della criminalità organizzata, ovvero clan e non solo italiani.
Tra le piste investigative seguite dagli inquirenti per individuare l'autore dell'omicidio, infatti, c'è quella che porta verso est e i rapporti che Piscitelli aveva da tempo con la mafia albanese. Il nome di Diabolik compare anche nelle carte di Mafia Capitale e in particolare del gruppo, la cosiddetta "Batteria di Ponte Milvio", attivo nella zona nord di Roma e di cui, secondo chi indaga, Piscitelli faceva parte. Spaccio di cocaina il "core business" dell'organizzazione che aveva fitti rapporti d'affari con la criminalità albanese.