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MONDO

Commemorazione

Un anno fa la strage di Charlie Hebdo che ha segnato l'Europa

Il ricordo delle vittime, le polemiche e i maggiori poteri alla polizia

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Parigi 7 gennaio 2015, dopo l'attacco a Charlie Hebdo (Getty)
di Paola CutiniRoma
Sono circa le 11,30 del 7 gennaio 2015 quando due individui mascherati e armati di Ak-47 fanno irruzione nella redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo a Parigi. Una volta entrati minacciando la disegnatrice Corinne Rey, tenuta in ostaggio e poi rilasciata, i due uomini aprono il fuoco contro i dipendenti, uccidendo 12 persone. Gli assassini scappano e comincia la caccia all’uomo terminata nel pomeriggio del 9 gennaio, quando i due responsabili della strage, i due fratelli Kouachi sono stati uccisi durante l'irruzione nella tipografia presso la quale si erano barricati dopo un conflitto a fuoco nella cittadina di Dammartin-en-Goële.

Le uccisioni al supermercato kosher
Lo stesso 9 gennaio, un uomo legato ai fratelli Kouachi, Amedy Coulibaly, si era barricato in un supermercato kosher, prendendo alcuni ostaggi e chiedendo per il loro rilascio la liberazione degli attentatori dello Charlie Hebdo. Durante l'attentato al supermercato, Coulibaly uccide quattro cittadini francesi di religione ebraica, evidenziando il fatto che si trattava di un attacco a sfondo antisemita. 

Il lutto e il ricordo
La Francia oggi ricorda quell’attacco contro la libertà di stampa mentre è ancora fresco il lutto per l'attentato multiplo del 13 novembre 2015 al teatro Bataclan, allo Stade de France e a tre ristoranti parigini, in cui hanno trovato la morte 130 persone.

La targa commemorativa con l'errore
E l’anniversario dell'attacco a Charlie Hebdo diventa anche l'occasione per tornare a parlare degli errori di forze dell'ordine e servizi segreti, mentre anche la cerimonia di commemorazione davanti alla sede del settimanale si trasforma in polemica, per colpa di un maldestro errore di ortografia. Quando il presidente Francois Hollande ha svelato la targa commemorativa, i numerosi presenti si sono subito accorti che il nome del fumettista Wolinski, ultimo della lista stilata in ordine alfabetico, era scritto male, con una 'y' alla fine.

Il refuso ha fatto infuriare la vedova del disegnatore, e la ditta che ha realizzato l'iscrizione è intervenuta con un mastice speciale per una rapida correzione, mentre il comune di Parigi si affrettava ad annunciare di aver già ordinato una seconda targa, stavolta corretta.  

La vedova dell'agente Brinsolaro chiede giustizia
Un'altra vedova, quella dell'agente di polizia Franck Brinsolaro - che quel mercoledì mattina si trovava dentro la redazione di Charlie Hebdo per proteggere il direttore Charb e con lui è caduto sotto i proiettili dei due terroristi -  chiede invece giustizia. La donna ha sporto denuncia contro ignoti per "omicidio preterintenzionale", spiegando che ritiene la morte di suo marito frutto dell'insufficiente protezione garantita al settimanale satirico: “Franck citava in modo ricorrente la scarsità di mezzi di cui disponeva per svolgere la sua missione", racconta Ingrid Brinsolaro.

"Voglio sapere perché Stephane Charbonnier disponeva solo di un servizio di protezione leggera quando era oggetto di minacce di morte comprovate da parte degli islamisti - spiega -. non vado in guerra contro nessuno, non sono polemica, voglio solo che quello che è successo il 7 gennaio 2015 non si ripeta, che siano sempre dati ai poliziotti i mezzi per fare il loro lavoro". La donna si lamenta anche delle scarsità di informazioni e contatti da parte delle autorità. Da mesi, dice, "Non ho più contatti con i responsabili del servizio di Franck, né con il ministro dell'Interno".

 
Cazeneuve difende la polizia e i servizi segreti
Ai microfoni di rtl, il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, ha "preso atto" della denuncia, auspicando che gli interrogativi di Ingrid Brinsolaro "trovino risposta". Ma ha poi tenuto a difendere l'operato di polizia, magistratura e 007, rispondendo anche a chi, come l'ex ministro di centrodestra e oggi deputato Bruno Le Maire, chiede una commissione d'inchiesta sugli attentati. Un esame dell'operato dei servizi di sicurezza nazionale, ha detto Cazeneuve, farebbe emergere "la più grande determinazione" nella lotta alla minaccia islamista.

"Dal 2013 - ha aggiunto - abbiamo smantellato 18 filiere di reclutamento sul territorio nazionale, arrestato 11 gruppi di individui che si apprestavano a commettere attacchi e, da questa primavera, sono sei gli attentati che sono stati sventati".

Più potere a polizia e procure
Se da una parte si polemizza con l’operato della polizia, dall’altra ne emerge il rafforzamento. Il governo francese, guidato dal premier Manuel Valls, sta lavorando a un pacchetto di norme che danno più potere alla pubblica accusa e alla polizia, sottraendole ai giudici istruttori. L'anticipazione è arrivata sul quotidiano Le Monde, che ha avuto modo di consultare il testo che l'esecutivo ha trasmesso al Consiglio di Stato per un primo controllo sulla costituzionalità delle nuove misure. Un esempio illustrato da Le Monde riguarda le perquisizioni notturne, che normalmente sono permesse dopo il via libera del giudice istruttore.

Secondo il progetto di legge, però, per attivare una perquisizione basteranno informazioni preliminari su minacce terroristiche. Tra le misure citate, poi, c'è anche la possibilità  di imporre i domiciliari e un controllo di tipo amministrativo a chi torna da Iraq, Siria o è sospettato di "aver tentato di recarsi in teatri di operazioni di raggruppamenti terroristici".

Il quotidiano scrive inoltre che i poliziotti, che al momento possono trattenere persone senza documenti di identità fino a 4 ore, adesso potranno farlo anche con chi ha un documento o un passaporto, e anche nel caso sia minore. Le misure potrebbero sostituire lo stato d'urgenza attualmente in vigore, che dovrebbe durare fino al 26 febbraio, a meno di nuove proroghe.