SPETTACOLO
Verso il 25 aprile
"Terra bruciata!": la storia dimenticata della Resistenza in Campania
Il documentario “Terra bruciata!” racconta la durissima repressione nazista nel casertano dopo l’8 settembre e la reazione spontanea dei cittadini

Una storia poco raccontata, un po’ oscurata dal mito della Resistenza al nazifascismo in grandi città come Roma, Napoli e Milano e in generale nel Centro – Nord del paese. Un film documentario che racconta al mondo, scavalcando “le montagne dell’indifferenza”, che la Resistenza in Italia è nata in Campania, precisamente nelle campagne della provincia di Caserta. Si chiama “Terra bruciata!”, il lavoro di Luca Gianfrancesco, che - alternando testimonianze dei sopravvissuti a immagini di repertorio, racconti degli storici e ricostruzioni in chiave fiction - fa luce su una parte del passato italiano ignorata da molti.
Si parla dell’escalation della rappresaglia nazista a seguito all’armistizio, proclamato da Pietro Badoglio l’8 settembre del 1943, che montò fino a sfociare in durissimi interventi da parte dei tedeschi contro le popolazioni di piccoli centri come Cave di Conca della Campania, Tora, Piccilli, Riardo. Addirittura, le condizioni di vita dei sopravvissuti di uno di questi paesi, San Pietro Infine, erano talmente scioccanti da diventare il soggetto di un documentario fatto girare dall’esercito americano al grande regista John Huston. Il sottotitolo del film non a caso è “Il laboratorio italiano della ferocia nazista”, che non portò solo distruzione, ma anche una dolorosa consapevolezza che indusse gli abitanti del basso Lazio e della provincia di Caserta a ribellarsi come potevano. Al centro della pellicola, l’eccidio di 19 civili a opera di una pattuglia di militari tedeschi (ma furono 752 i morti totali e 21mila i deportati).
A Conca della Campania è il primo novembre 1943 e la piccola Graziella Di Gasparro non vedrà più suo padre, che è tra quegli uomini trucidati mentre lei e la madre hanno lasciato il paese per rifugiarsi nel bosco. Il dolore per la perdita così tragica del genitore segnerà tutta la sua esistenza, fino a diventare uno scopo di vita. Proprio la testimonianza della signora Di Gasparro è una di quelle fondamentali per “Terra bruciata!”, che prende il nome dall’operazione di distruzione delle infrastrutture prevista con la ritirata delle truppe tedesche. Il film, distribuito da Istituto Luce Cinecittà, è stato proiettato in anteprima a Roma, al Cinema Farnese, alla presenza dell’ambasciatrice tedesca Susanne Wassum-Rainer e sarà nei cinema dal 23 aprile, dapprima a Roma e in Campania, e poi nei giorni a ridosso della Festa della Liberazione anche a Firenze, Bologna e Milano.
Si parla dell’escalation della rappresaglia nazista a seguito all’armistizio, proclamato da Pietro Badoglio l’8 settembre del 1943, che montò fino a sfociare in durissimi interventi da parte dei tedeschi contro le popolazioni di piccoli centri come Cave di Conca della Campania, Tora, Piccilli, Riardo. Addirittura, le condizioni di vita dei sopravvissuti di uno di questi paesi, San Pietro Infine, erano talmente scioccanti da diventare il soggetto di un documentario fatto girare dall’esercito americano al grande regista John Huston. Il sottotitolo del film non a caso è “Il laboratorio italiano della ferocia nazista”, che non portò solo distruzione, ma anche una dolorosa consapevolezza che indusse gli abitanti del basso Lazio e della provincia di Caserta a ribellarsi come potevano. Al centro della pellicola, l’eccidio di 19 civili a opera di una pattuglia di militari tedeschi (ma furono 752 i morti totali e 21mila i deportati).
A Conca della Campania è il primo novembre 1943 e la piccola Graziella Di Gasparro non vedrà più suo padre, che è tra quegli uomini trucidati mentre lei e la madre hanno lasciato il paese per rifugiarsi nel bosco. Il dolore per la perdita così tragica del genitore segnerà tutta la sua esistenza, fino a diventare uno scopo di vita. Proprio la testimonianza della signora Di Gasparro è una di quelle fondamentali per “Terra bruciata!”, che prende il nome dall’operazione di distruzione delle infrastrutture prevista con la ritirata delle truppe tedesche. Il film, distribuito da Istituto Luce Cinecittà, è stato proiettato in anteprima a Roma, al Cinema Farnese, alla presenza dell’ambasciatrice tedesca Susanne Wassum-Rainer e sarà nei cinema dal 23 aprile, dapprima a Roma e in Campania, e poi nei giorni a ridosso della Festa della Liberazione anche a Firenze, Bologna e Milano.