SCIENZA
Al Queensland's Institute for Molecular Bioscience, in Australia
Un mini-rene dalle staminali
Ogni anno, nel mondo, muoiono 735.000 persone per patologie renali croniche: dall'Australia arriva oggi una speranza per mettere a punto nuove strategie di cura e di sperimentazione farmaceutica

Un gruppo di ricercatori australiani del Queensland's Institute for Molecular Bioscience ha sviluppato in laboratorio un ancor rudimentale e piccolo rene partendo da cellule staminali embrionali. Potrebbe condurre a un più approfondito studio delle nefropatie e a testare direttamente i medicinali su tessuti e funzioni umane.
A guidare l'équipe la professoressa Melissa Little, che spiega: "L'organo che abbiamo ottenuto è molto più piccolo di un rene adulto. È poco più di un rene in via di sviluppo, come quello di un embrione umano di 5 settimane di età".
Si tratta di un esperimento importante, il cui sorprendente risultato è quasi frutto del caso. Lo ammette la stessa team-leader, che spiega come all'inizio il suo gruppo di lavoro cercasse di riprodurre un solo tipo di cellula. E che solo dopo la progressiva aggiunta dei singoli fattori di crescita - specifici dello sviluppo del tessuto renale - i microscopi hanno rivelato che le cellule si sono "auto-organizzate", producendo i tessuti necessari per "costruire" un rene vero e proprio.
A che cosa serve il mini-rene?
Nel mondo ogni anno muoiono 735mila persone per cause collegate a malattie renali croniche: un trend in forte crescita. In Australia un cittadino su tre corre il rischio di contrarre una malattia renale cronica per la quale le uniche terapie attualmente disponibili sono il trapianto di rene e la dialisi. Per questa ragione è evidente che lo sviluppo commerciale della scoperta sia molto promettente.
A guidare l'équipe la professoressa Melissa Little, che spiega: "L'organo che abbiamo ottenuto è molto più piccolo di un rene adulto. È poco più di un rene in via di sviluppo, come quello di un embrione umano di 5 settimane di età".
Si tratta di un esperimento importante, il cui sorprendente risultato è quasi frutto del caso. Lo ammette la stessa team-leader, che spiega come all'inizio il suo gruppo di lavoro cercasse di riprodurre un solo tipo di cellula. E che solo dopo la progressiva aggiunta dei singoli fattori di crescita - specifici dello sviluppo del tessuto renale - i microscopi hanno rivelato che le cellule si sono "auto-organizzate", producendo i tessuti necessari per "costruire" un rene vero e proprio.
A che cosa serve il mini-rene?
Nel mondo ogni anno muoiono 735mila persone per cause collegate a malattie renali croniche: un trend in forte crescita. In Australia un cittadino su tre corre il rischio di contrarre una malattia renale cronica per la quale le uniche terapie attualmente disponibili sono il trapianto di rene e la dialisi. Per questa ragione è evidente che lo sviluppo commerciale della scoperta sia molto promettente.