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MONDO

Per ostacolare i finanziamenti, attenzione ai carichi di petrolio illegale

Un rapporto Onu svela: l'Isis ha armi per combattere altri due anni

Il Consiglio di sicurezza sull'arsenale jihadista: dispone di riserve vastissime sottratte alle forze irachene e siriane

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L'Isis e il Fronte al Nusra "pongono una chiara minaccia per la pace e la sicurezza
internazionale" e in particolare l'Isis ha riserve di armi e munizioni talmente vaste che, nonostante i raid aerei degli Usa e alleati, può andare avanti a combattere per altri due anni senza problemi. Lo afferma un nuovo rapporto di un Comitato di analisi, sostegno e monitoraggio delle sanzioni elaborato per il Consiglio di sicurezza dell'Onu.

"Possono combattere per altri due anni"
Secondo diverse fonti, si legge nel documento, l'ammontare delle armi leggere e munizioni catturate dai jihadisti "sono sufficienti per consentire all'Isis di continuare a combattere ai livelli attuali da sei mesi a due anni". L'Isis, afferma ancora il rapporto, dovrebbe avere pochi problemi a mantenere in efficienza il materiale militare sottratto all'esercito iracheno e appare a proprio agio con l'equipaggiamento pesante russo prelevato alle forze armate siriane, grazie ad un'ampia disponibilità di parti di ricambio.

L'arsenale dell'Isis
Nel testo viene poi fatto un elenco delle armi a disposizione dei jihadisti, che vanno da fucili mitragliatori fino ad armi pesanti, tra cui razzi e lanciarazzi, probabilmente missili antiaerei portatili, pezzi d'artiglieria, carri armati T-55 e T-72, e centinaia di veicoli multiuso blindati e non, catturati ai militari iracheni.

Cosa fare per ostacolare l'afflusso di finanziamenti
Nella parte finale, il rapporto avanza quindi una serie di raccomandazioni per nuove sanzioni e misure, che possano in particolare ostacolare l'afflusso di finanziamenti all'Isis. Tra cui il sequestro dei camion cisterna carichi del petrolio estratto illecitamente per rivenderlo sul mercato nero nei Paesi confinanti con l'Iraq e la Siria, così come una moratoria sulle transazioni riguardo ogni tipo di antichità in arrivo dai due Paesi senza una chiara e legalmente certificata provenienza.