MONDO
DIfficile situazione socio-economica
Un reporter posta un video su Facebook prima di darsi fuoco. Disordini a Kasserine in Tunisia

Ha postato un video su Facebook prima di darsi fuoco ieri in piazza dei Martiri a Kasserine il giovane reporter tunisino di Telvza tv, Abderrazak Zorgui, morto poche ore dopo. Nel video il giornalista spiega le ragioni del suo drammatico gesto denunciando la sua precarietà e lancia un appello ai disoccupati della regione a scendere in piazza per reclamare il loro diritto al lavoro e ad un futuro migliore. Il giovane si scaglia anche contro il governo centrale per aver dimenticato Kasserine, spesso mascherandosi dietro alla lotta al terrorismo nella regione.
Disordini a Kasserine dopo suicidio
È tornata la calma stamani a Kasserine, dove ieri sera le forze dell'ordine sono state costrette ad usare i gas lacrimogeni per disperdere un gruppo di giovani manifestanti scesi in piazza per rivendicare il loro diritto ad un futuro migliore e all'occupazione, dopo il suicidio di un giovane reporter/cameraman della locale Telvza tv. Lo rendono noto i media locali che parlano di almeno tre arresti in tarda serata e pneumatici dati alle fiamme.
Il giovane cameraman, Abderrazak Zorgui, nel suo videomessaggio su Facebook, prima di darsi fuoco con la benzina e morire poi all'ospedale, si rivolge ai giovani disoccupati di Kasserine incitandoli a scendere per le strade per reclamare i propri diritti e denunciare la situazione di marginalizzazione in cui si trovano, 8 anni dopo la rivoluzione che non ha mantenuto le promesse di garantire un futuro migliore per tutti. Il giovane spiega il suo gesto con la precarietà sociale ed economica cui era costretto nonostante un impiego come corrispondente alla tv.
Il sindacato nazionale giornalisti tunisini (Snjt) a seguito della notizia del decesso del giovane corrispondente ha annunciato in un comunicato la possibilità di indire uno sciopero generale della categoria. Per il sindacato infatti, è lo Stato che ha "contribuito a diffondere la corruzione e il denaro sospetto nel settore dei media assoggettandoli ad alcuni interessi". Lo stato tunisino inoltre, secondo quanto si legge nel comunicato, ha fallito nel controllare i media e la loro conformità alle leggi sul lavoro a scapito dei giornalisti.
Otto anni dopo la rivoluzione dei gelsomini la situazione socio-economica in Tunisia, specie nelle zone marginalizzate, continua ad essere difficile, con una disoccupazione giovanile con punte del 30%.
Disordini a Kasserine dopo suicidio
È tornata la calma stamani a Kasserine, dove ieri sera le forze dell'ordine sono state costrette ad usare i gas lacrimogeni per disperdere un gruppo di giovani manifestanti scesi in piazza per rivendicare il loro diritto ad un futuro migliore e all'occupazione, dopo il suicidio di un giovane reporter/cameraman della locale Telvza tv. Lo rendono noto i media locali che parlano di almeno tre arresti in tarda serata e pneumatici dati alle fiamme.
Il giovane cameraman, Abderrazak Zorgui, nel suo videomessaggio su Facebook, prima di darsi fuoco con la benzina e morire poi all'ospedale, si rivolge ai giovani disoccupati di Kasserine incitandoli a scendere per le strade per reclamare i propri diritti e denunciare la situazione di marginalizzazione in cui si trovano, 8 anni dopo la rivoluzione che non ha mantenuto le promesse di garantire un futuro migliore per tutti. Il giovane spiega il suo gesto con la precarietà sociale ed economica cui era costretto nonostante un impiego come corrispondente alla tv.
Il sindacato nazionale giornalisti tunisini (Snjt) a seguito della notizia del decesso del giovane corrispondente ha annunciato in un comunicato la possibilità di indire uno sciopero generale della categoria. Per il sindacato infatti, è lo Stato che ha "contribuito a diffondere la corruzione e il denaro sospetto nel settore dei media assoggettandoli ad alcuni interessi". Lo stato tunisino inoltre, secondo quanto si legge nel comunicato, ha fallito nel controllare i media e la loro conformità alle leggi sul lavoro a scapito dei giornalisti.
Otto anni dopo la rivoluzione dei gelsomini la situazione socio-economica in Tunisia, specie nelle zone marginalizzate, continua ad essere difficile, con una disoccupazione giovanile con punte del 30%.