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SCIENZA

Ricerca giapponese per creare peli artificiali

Una bussola sotto i baffi

Sono fatti di nanotubi in fibra di carbonio e contengono nanoparticelle d'argento che li rendono sensibilissimi

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di Stefano Lamorgese
Le vibrisse poste sul muso dei gatti permettono loro di aggirare gli ostacoli e di orientarsi. Così come i peli sulla pelle umana, sono strumenti tattili sensibilissimi, capaci di avvertire fenomeni estremamente tenui, come una debole bava di vento.

Per questa ragione il team giapponese guidato dal Dottor Kuniharu Takei, dell'Università di Osaka, ha condotto una ricerca pubblicata nei "Proceedings of the National Academy of Sciences" volta a trasferire le caratteristiche di peli e vibrisse in un organismo robotico.

Baffi elettronici
"L'idea è quella di dotare il robot di strumenti di lettura dello spazio, come i baffi dei gatti, per stabilire un rapporto spaziale con gli oggetti che sia utile al movimento", spiega Takei. 

Il pelo elettronico è, proprio come quello naturale, un sensore di pressione che riconosce la direzione della forza che lo sollecita. Fatto di nanotubi in fibra di carbonio e nanoparticelle d'argento inserite in fibre elastiche, reagisce al cambiamento della sua esile struttura in misura proporzionale alla pressione che viene esercitata.

In laboratorio i peli del dottor Takei si sono comportati benissimo: hanno saputo reagire alle sollecitazioni, decodificando direzione e forza del vento artificiale che è stato diretto verso di loro.