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ECONOMIA

Il titolo affonda in Borsa

Unicredit, nel ​2016 stimata una perdita di 11,8 miliardi di euro

Un miliardo di nuove svalutazioni

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Unicredit aumenta le svalutazioni di un altro miliardo rispetto alle attese e chiude il 2016 con una perdita di 11,8 miliardi di euro. Queste le cifre dei risultati preliminari esaminati oggi dal cda e rese note dall'istituto al termine di una seduta di Borsa chiusa in forte perdita, il -5,45%, dopo che per tutta la giornata sono circolate voci che indicano come si stia approntando il via all'aumento di capitale da 13 miliardi di euro già il prossimo 6 febbraio. Il titolo è stato il più scambiato oggi in Piazza Affari, per un controvalore di 324 milioni di euro.

La Borsa ha anche mal digerito i numerosi rilievi giunti all'istituto da parte della Bce, rivelati dal documento di registrazione presso la Consob circa l'aumento da 13 miliardi di euro. In particolare la Bce ha chiesto che Unicredit appronti una strategia riguardante la riduzione dei crediti deteriorati entro il termine del 28 febbraio, e ha parlato di "aree di debolezza" per la composizione e il funzionamento del consiglio di amministrazione; inoltre ha messo in guardia come la mancata sottoscrizione, o anche solo parziale, dell'aumento di capitale potrebbe comportare anche il rischio di bail in.

Tornando ai conti del 2016 Unicredit ha comunicato che le svalutazioni attese già definite a dicembre con la presentazione del piano (12,2 miliardi di poste non ricorrenti) aumenteranno di un altro miliardo di euro, a causa di una maggiore svalutazione della quota nel Fondo Atlante, di alcune partecipazioni e imposte differite e dei contributi al Fondo di risoluzione nazionale. Rettificato dalle poste non ricorrenti, si sottolinea, il risultato economico netto del gruppo sarebbe positivo.

Unicredit inoltre conferma che il Cet1 ratio a fine anno era sotto il requisito Srep di circa il 2%, ma verrà ripristinato dopol'aumento, che dovrebbe chiudersi prima del 10 marzo. Gli obiettivi del piano al 2019 restano comunque invariati, con un Cet1 sopra il 12,5%.