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ECONOMIA

Nuovo Piano industriale

Unicredit, taglia in Italia 6.900 posti di lavoro. Ghizzoni: "Piano Rigoroso, ma ambizioso"

Il gruppo bancario annuncia un piano di esuberi nel nostro Paese, che prevede anche la chiusura di 800 filiali tra Italia, Germania ed Austria

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In Italia Unicredit taglia 6.900 posti di lavoro. E' quanto emerge dalle slide diffuse prima della presentazione agli analisti. 5.800 tagli saranno nella banca commerciale e 1.100 nel corporate.
"E' un piano rigoroso e serio e al tempo stesso ambizioso", afferma Federico Ghizzoni, numero uno di UniCredit, nella nota di accompagnamento al nuovo piano industriale del Gruppo bancario al 2018 che, continua, "prevede obiettivi importanti in termini di redditivita' e coefficienti patrimoniale, confermando la capacità del Gruppo di generare capitali in modo organico e di distribure dividendi".

"Vogliamo raggiungere questi obiettivi - ha detto ancora Ghizzoni- in un contesto macroeconomico che rimane non facile, con tassi di interesse ai minimi storici e un rallentamento della crescita economica internazionale". Il piano "è soprattutto realistico, perche' si basa su azioni che dipendono dalle nostre scelte manageriali, ed e' un piano totalmente autofinanziato. Siamo quindi pienamente fiduciosi circa la sua realizzazione". In questo modo, "possiamo rafforzare il nostro modello di banca commerciale di dimensione europea sia con misure rilevanti di contenimento dei costi, sia con azioni di discontinuita' come l'uscita o la profonda ristrutturazione di business a bassa redditivita'".
"Prevediamo - conclude Ghizzoni - investimenti importanti per il futuro della banca: solo per l'evoluzione digitale del Gruppo investiremo 1,2 miliardi di euro".

A Marzo scorso, lo stesso Ghizzoni aveva ipotizzato un taglio di personale di 8.500 unità, per tutto il gruppo, non solo nel nostro Paese. Un dato che è dunque più che raddoppiato, perché, nel complesso - anche oltre i nostri confini - in tutto il gruppo risultano tagli ammontano a 18.200 posti di lavoro


Le filiali
Il Gruppo di Piazza Cordusio, nel quadro del nuovo piano industriale al 2018, annuncia la riduzione del numero di filiali di circa 800 unità entro il 2018 nel Commercial Banking in Italia, Germania e Austria, dopo aver già realizzato una riduzione di 928 filiali da gennaio 2014 a settembre 2015. I costi di integrazione
relativi alle iniziative di riduzione del personale (18.200 dipendenti in meno, pari a un taglio del 14% rispetto a totale del 2014), ammontano a circa 1 miliardo, al lordo
delle imposte, e saranno contabilizzati principalmente nel 2015.

Utile trimestrale in calo, ma meglio delle attese
Unicredit  ha chiuso i primi nove mesi dell'anno con un utile netto in flessione del 16,1% a 1,541 miliardi di euro. Sul dato hanno pesato 400 milioni di poste non ricorrenti, vale a dire le rettifiche legate alla conversione in euro dei mutui in franchi svizzeri in Croazia e la svalutazione della controllata ucraina Ukrsotsbank.

Al netto dell'effetto negativo di Croazia e Ucraina, l'utile del gruppo nei nove mesi si sarebbe attestato a 1,9 miliardi di euro. Nel solo terzo trimestre l'utile del gruppo è stato pari a 507 milioni di euro, registrando un calo del 29,8% rispetto al terzo trimestre 2014 e del 3% rispetto al trimestre precedente, ma il dato è comunque risultato superiore al consenso degli analisti che prevedeva un utile a 458 milioni di euro.

Invece i ricavi totali sono calati più delle attese a 5,332 miliardi (-4,1%) con gli interessi netti scesi su base annua del 6,3% a 2,9 miliardi, in linea con le attese del consenso, mentre le commissioni nette sono cresciute come previsto dal consenso del 2,5% a 1,9 miliardi.