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POLITICA

Il premier: evitare di far naufragare il provvedimento

Unioni civili, Renzi tenta di ricucire gli strappi nel Pd

In Senato il partito - come riconosce anche il ministro per le riforme Maria Elena Boschi -  non ha i numeri per far approvare il ddl sulle Unioni civili, nemmeno se si contano i voti di Sel

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Ancora aspri confronti tra le forze politiche sulla spinosa questione delle unioni civili. Oggi durante l'assemblea del Pd, organizzata a Roma, si attende un chiarimento da parte del premier Matteo Renzi - in attesa del nuovo confronto in Aula mercoledì - che da Bruxelles non aveva voluto anticipare nulla alla stampa limitandosi a dire: "Ci vediamo domenica. Vi diverterete". Il provvedimento ha avuto una burrascosa battuta d'arresto ingarbugliando la già complicata situazione parlamentare del ddl Cirinnà. Ci sono le spaccature in seno al Pd, in seno alla maggioranza, e da mercoledì si è aggiunta anche la mancanza dei numeri dopo il passo indietro del Movimento 5 Stelle sull'emendamento 'canguro'. Ad ammetterlo la stessa Maria Elena Boschi: "In Senato il partito democratico non ha i numeri per far approvare il ddl sulle Unioni civili, nemmeno se si contano i voti di Sel. Per questo è necessario trovare un punto di incontro con le forze politiche che ci sono". La strada quindi non deve essere lo scontro interno e la presa di posizione, si evince dalle parole della ministra, ma quella della ricerca di una soluzione condivisa che metta d'accordo più spiriti politici possibile nel tentativo di non far naufragare il provvedimento, come accaduto in passato. 

Questa quindi la missione che si vuole compiere oggi all'Hotel Parco dei Principi, dove all'ordine del giorno 'i fatti politici più rilevanti' in Italia e in Europa. Si vuole evitare, riferiscono inutili rese dei conti e ostinate prese di posizioni, ma è anche vero che la partita non si giocherà di certo sul palco dell'evento, ma dietro le quinte. Il segretario che ad oggi ha più volte messo il cappello sulla necessità di approvare una legge sui diritti civili, con o senza stepchild adoption, molto probabilmente ribadirà questa posizione e lascerà che il Partito democratico trovi l'unità con un compromesso che accontenti anche gli alleati di Ap. Da questi ultimi infatti ieri è arrivata una sorta di via d'uscita con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha suggerito su Twitter: "Contro l'utero in affitto sanzione amministrativa inutile. Deve essere reato penale con inadottabilità". Secondo la Lorenzin si può "trovare un punto di caduta che a mio parere può essere solo quello di rendere l'utero in affitto un reato universale, legarlo a una norma penale e poi porre la sanzione e il divieto di adottabilità per il partner".

Sulla questione delle Unioni Civili interviene anche il Presidente della Commissione Esteri del Senato: "Si e' fatto di tutto per trasformare una vicenda chiara e limpida in un gigantesco far west per motivi elettorali o multiple rese dei conti: tra Grillo e Pd, tra minoranza del Pd e Renzi" - ha detto - e imputa una "responsabilità anche alla maggioranza del Pd. Renzi aveva garantito la libertà di coscienza su punti scottanti come la stepchild adoption - afferma -, poi è stato presentato un maxi-canguro che di fatto impedisce l'espressione di quella libertà". Mentre il fondantore del Movimento 'Idea', Gaetano Quagliariello attacca: "Il silenzio del governo dopo la notizia del gravissimo atto prodotto dall'Avvocatura dello Stato in un giudizio costituzionale in tema di genitorialità omosessuale conferma la condivisione dello stesso da parte dell'esecutivo, che del resto dall'Avvocatura è rappresentato. Ci aspettiamo una presa di posizione in tempo utile, prima del doppio appuntamento di mercoledi' al Senato e alla Corte costituzionale. In caso contrario, quella memoria presentata alla Consulta non sarà stata la svista di un avvocato dello Stato ma un atto politico che evidentemente cambia anche la posizione del governo in Parlamento sul ddl Cirinna'", conclude.

Parallelamente il presidente del Senato, Pietro Grasso, potrebbe agevolare la riconciliazione, anche con M5S, giudicando inammissibili i 'canguri' rimasti. In questo modo l'adozione del figliastro, tanto discussa, sarebbe rimessa alla decisione dell'aula, senza forzature. Questa strada però può essere percorsa in modo vincente solo se alla base si ritrova la serenità all'interno del Partito democratico e per saperlo bisognerà attendere l'assemblea di oggi. 

Il Movimento LGBT: "Pretendiamo che le forze che sostengono questa legge la votino"
Il movimento LGBT invita "la società civile, laica e democratica a unirsi in una grande manifestazione a Roma sabato 5 marzo, per ribadire le istanze di uguaglianza oggi messe in gioco con toni inaccettabili nella discussione sulle unioni civili che sta avendo luogo a Palazzo Madama, dove dal 24 febbraio proseguirà il nostro presidio". Il Movimento ricorda che "pretendiamo che le forze politiche in campo, partiti, senatori, senatrici, che sostengono questa legge, votino la proposta in discussione nella sua interezza. Rispediamo al mittente qualunque scusa su regolamenti e procedure, perchè è evidente che sia possibile un voto trasversale che coinvolga tutte le forze parlamentari in grado di condurre all'approvazione delle unioni civili, consapevoli che sono per noi solo una risposta parziale alle nostre rivendicazioni".

"Ribadiamo - sottolineano ancora in una nota - ogni rifiuto di qualsiasi ipotesi di eliminazione della stepchild adoption e riteniamo disumano che un provvedimento che riguarda la tutela della parte più fragile della società, i bambini e le bambine, possa essere pretestuosamente strumentalizzato per ostacolare una legge attesa da oltre 30 anni da milioni di persone, coppie omosessuali, con e senza figli, coppie eterosessuali conviventi. Non c'è piu' tempo: i diritti civili sono diritti umani ed esulano da qualsiasi logica di maggioranza e da qualsiasi sondaggio d'opinione. Sta adesso alle singole forze politiche e ai singoli parlamentari scegliere da che parte della storia schierarsi".