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ITALIA

IL caso

Unioni gay, a Roma per ora l'annullamento resta. Marino ricorre

Le trascrizioni dello scorso 18 ottobre dovevano essere annullate secondo l'ordinanza del prefetto Pecoraro. Ma il sindaco di Roma non ci sta

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Il sindaco Marino
Il Tar del Lazio per ora dà ragione al prefetto di Roma e conferma l'annullamento delle trascrizioni dei matrimoni gay. Chiamati a decidere sulle richieste urgenti di due coppie gay contro l'annullamento, ancor prima della notifica formale dei loro ricorsi, i giudici le hanno respinte al mittente. Per ora resta l'annullamento, hanno detto in sostanza, anche perché non c'è "quel carattere di indifferibilità e urgenza che giustifichi una decisione prima che l'iter di deposito sia completato".

Intanto il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha firmato e notificato un ricorso al Tar per contestare proprio il decreto di annullamento del Prefetto giudicato "nullo e illegittimo". E anche il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, ha firmato un provvedimento di annullamento delle 13 trascrizioni dei matrimoni gay all'estero e ha "ordinato al sindaco Giuliano Pisapia in qualità di ufficiale di stato civile di procedere agli adempimenti conseguenti all'annullamento senza ritardo e di darne immediata notizia al prefetto".  

Sono questi i momenti di una giornata che ha fatto ritornare ancora una volta in primo piano la vicenda dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all'estero, la cui trascrizione è stata effettuata dai sindaci e poi annullate dai Prefetti dopo una circolare del ministro dell'Interno, Angelino Alfano. E' stato il primo cittadino capitolino ad annunciare questa mattina di aver firmato un ricorso al Tar col quale si sostiene che lo stop del Prefetto è "palesemente nullo, illegittimo, ed errato", giacché la normativa vigente non gli attribuisce "alcun potere di intervenire sugli atti di stato civile né, per derivazione, di ordinare l'annullamento delle trascrizioni".  

Poi, la spiegazione di quanto fatto da Marino: "Non ha celebrato l'unione, non ha attribuito diritti né imposto doveri agli interessati, ma si è limitato a conferire pubblicità-notizia ad un evento, giuridicamente rilevante, verificatosi prima (rispetto al 18 ottobre) ed altrove (in altri Stati) nel rispetto dello Statuto di Roma Capitale, che impone il divieto di qualsiasi forma di discriminazione, degli ordinamenti dei Paesi in cui il matrimonio è stato contratto, nonché dalle Carte sovranazionali recepite dal nostro ordinamento".    

Nel mentre si notificava l'atto del Comune, si è saputo che il Tar una prima decisione sul tema l'aveva presa. Al tribunale, infatti, si erano rivolte due coppie gay per chiedere di sospendere subito (anche se in maniera provvisoria) lo stop del Prefetto alla trascrizione del loro matrimonio. L'hanno fatto però quando ancora sono in corso di notifica formale i loro ricorsi. Circostanza, questa, che è stata senza dubbio tenuta in considerazione dai giudici. Con i due decreti hanno respinto, allo stato, le richieste delle due coppie gay pur considerando che il pregiudizio lamentato dai ricorrenti "consiste nella diretta incidenza del provvedimento contestato sul loro status personale". Il loro diritto di difesa "potrà trovare piena esplicazione davanti al competente collegio eventualmente incaricato della sommaria delibazione sulla questione": al momento, però "non si ravvisa quel carattere di indifferibilità ed urgenza tale da giustificare la non previa notificazione del ricorso". Dunque per ora resta l'annullamento.