ITALIA
“I fondi recovery fund anche per diritto allo studio”
Università. Il ministro Manfredi" dobbiamo garantire e allargare il diritto allo studio"
Il ministro dell’università e della ricerca Manfredi, intervistato ad Agorà estate su Rai 3, affronta a 360 gradi il mondo accademico. A settembre si ripartirà in presenza al 50%. Più laureati durante il lockdown.
Garantire e allargare il diritto allo studio. È questo l’obbiettivo del Ministro dell’università e ricerca Gaetano Manfredi intervistato nella trasmissione di Rai3 Agorà estate. “Abbiamo un diritto allo studio – spiega il ministro- molto ridotto rispetto a quello che succede in Francia o in Germania". “Oltre alla riduzione delle tasse che abbiamo già fatto, più della metà degli studenti non le pagherà o lo farà in maniera ridotta abbiamo però la necessità di un sistema di borse di studio per rendere gli studenti autonomi. In Italia oggi – ricorda Manfredi- soltanto il 10% degli studenti prende una borsa di studio, in Germania il 40%". "Questo è l'obiettivo che noi abbiamo, allargare la fascia di sostegno all'università perché è un modo per rendere i ragazzi più indipendenti, e soprattutto abbattere le differenze sociali. Abbiamo ancora oggi - ha sottolineato il ministro - una università alla quale non accedono i ragazzi che vengono da famiglie a reddito basso".
Fondi recovery fund
Sull'utilizzo del Recovery Fund "credo che una decina di miliardi debba essere investita nell'Università e nella Ricerca". "L'Università e la ricerca – sottolinea il ministro- sono lo strumento chiave per il cambiamento di un Paese e su questo dobbiamo fare un investimento mirato di medio e lungo termine che abbia una ricaduta forte sulla società e sulla economia. Ma su questo sono fiducioso, ci sono progetti importanti".
“Bando di 400 mln per edilizia più moderna e digitale”
Il ministro dell’università Manfredi annunciando un bando per 400 milioni di euro per avere un’edilizia più moderna e digitale sottolinea “ Dobbiamo investire sul diritto allo studio, sulle infrastrutture e abbiamo necessità di investire sulla Ricerca perché c'è una grande transizione tecnologica: penso al digitale e alla transizione green, penso alle nostre imprese che debbono cambiare". "Dobbiamo avere una università più internazionale e oggi dobbiamo cambiare, dobbiamo modernizzare, superare tra l'altro il gender gap nelle materie scientifiche"
Concorrenza fra atenei
"Penso ci sia un grande impegno delle Università attraverso bonus e facilitazioni economiche, a non perdere studenti per il prossimo anno accademico", ricordando che il "Governo ha stanziato somme importanti per questo e per evitare ciò che è accaduto dopo la crisi del 2008: una importante perdita di studenti universitari nel nostro Paese". E sul rischio di creare forme di concorrenza sleale tra atenei che propongono offerte vantaggiose sul fronte economico, Manfredi risponde secco: "Credo che questo non debba avvenire: oggi l'attrazione è fatta su un miglioramento dell'offerta, ci sono regole nazionali sull'abbattimento dell'offerta e poi ci sono i pacchetti regione per regione e in base alle aree se umanistiche o non”
La ripartenza
"Si riparte in presenza con un affollamento delle aule al 50%". "Questo -ha spiegato il ministro- determinerà un modello di organizzazione che terrà molti studenti in aula e una parte anche online, a seconda delle esigenze e anche su richiesta degli studenti". Ciò perché, ha spiegato Manfredi, "ci sono gli studenti stranieri che avranno difficoltà ad arrivare in Italia a causa della situazione pandemica".
Più laureati e più stranieri nonostante la pandemia
"In lockdown molti più studenti hanno seguito le lezioni online rispetto a quelli presenti in aula". Proprio in questa emergenza sanitaria rivela il ministro "abbiamo avuto più laureati nonostante la pandemia". "Paradossalmente, proprio durante il lockdown, abbiamo avuto molti più studenti che seguivano le lezioni di quelli che normalmente erano in aula, a dimostrazione che questo metodo" dell'e-learning "può essere una integrazione ed un pezzo del futuro dell'università". Manfredi inoltre ricorda che ”
nonostante la pandemia abbiamo molti iscritti stranieri, anzi ne abbiamo molti di più".
Il caso Zaki
“Sono in contatto continuo con il ministro degli esteri Di Maio e stiamo seguendo questa vicenda con attenzione. Si sta facendo pressione sul governo egiziano perchè Zaki abbia un processo giusto". "Zaki è cittadino egiziano - ha affermato Manfredi - però c'è grande attenzione da parte dell'Italia perché è uno studente comunitario, che faceva parte di un programma di studio non solo italiano ma della comunità europea, quindi c'è un grosso impegno di tutti i paesi europei per fare in modo che questa storia finisca diversamente". Manfredi ha sottolineato che "l'esperienza di Giulio Regeni è stata molto dura e difficile", e ha aggiunto che essa "ci deve guidare a tutelare meglio i nostri ricercatori e tutti gli studenti che vanno all'estero, soprattutto in paesi dove è ancora rilevante il problema dei diritti umani".
Fondi recovery fund
Sull'utilizzo del Recovery Fund "credo che una decina di miliardi debba essere investita nell'Università e nella Ricerca". "L'Università e la ricerca – sottolinea il ministro- sono lo strumento chiave per il cambiamento di un Paese e su questo dobbiamo fare un investimento mirato di medio e lungo termine che abbia una ricaduta forte sulla società e sulla economia. Ma su questo sono fiducioso, ci sono progetti importanti".
“Bando di 400 mln per edilizia più moderna e digitale”
Il ministro dell’università Manfredi annunciando un bando per 400 milioni di euro per avere un’edilizia più moderna e digitale sottolinea “ Dobbiamo investire sul diritto allo studio, sulle infrastrutture e abbiamo necessità di investire sulla Ricerca perché c'è una grande transizione tecnologica: penso al digitale e alla transizione green, penso alle nostre imprese che debbono cambiare". "Dobbiamo avere una università più internazionale e oggi dobbiamo cambiare, dobbiamo modernizzare, superare tra l'altro il gender gap nelle materie scientifiche"
Concorrenza fra atenei
"Penso ci sia un grande impegno delle Università attraverso bonus e facilitazioni economiche, a non perdere studenti per il prossimo anno accademico", ricordando che il "Governo ha stanziato somme importanti per questo e per evitare ciò che è accaduto dopo la crisi del 2008: una importante perdita di studenti universitari nel nostro Paese". E sul rischio di creare forme di concorrenza sleale tra atenei che propongono offerte vantaggiose sul fronte economico, Manfredi risponde secco: "Credo che questo non debba avvenire: oggi l'attrazione è fatta su un miglioramento dell'offerta, ci sono regole nazionali sull'abbattimento dell'offerta e poi ci sono i pacchetti regione per regione e in base alle aree se umanistiche o non”
La ripartenza
"Si riparte in presenza con un affollamento delle aule al 50%". "Questo -ha spiegato il ministro- determinerà un modello di organizzazione che terrà molti studenti in aula e una parte anche online, a seconda delle esigenze e anche su richiesta degli studenti". Ciò perché, ha spiegato Manfredi, "ci sono gli studenti stranieri che avranno difficoltà ad arrivare in Italia a causa della situazione pandemica".
Più laureati e più stranieri nonostante la pandemia
"In lockdown molti più studenti hanno seguito le lezioni online rispetto a quelli presenti in aula". Proprio in questa emergenza sanitaria rivela il ministro "abbiamo avuto più laureati nonostante la pandemia". "Paradossalmente, proprio durante il lockdown, abbiamo avuto molti più studenti che seguivano le lezioni di quelli che normalmente erano in aula, a dimostrazione che questo metodo" dell'e-learning "può essere una integrazione ed un pezzo del futuro dell'università". Manfredi inoltre ricorda che ”
nonostante la pandemia abbiamo molti iscritti stranieri, anzi ne abbiamo molti di più".
Il caso Zaki
“Sono in contatto continuo con il ministro degli esteri Di Maio e stiamo seguendo questa vicenda con attenzione. Si sta facendo pressione sul governo egiziano perchè Zaki abbia un processo giusto". "Zaki è cittadino egiziano - ha affermato Manfredi - però c'è grande attenzione da parte dell'Italia perché è uno studente comunitario, che faceva parte di un programma di studio non solo italiano ma della comunità europea, quindi c'è un grosso impegno di tutti i paesi europei per fare in modo che questa storia finisca diversamente". Manfredi ha sottolineato che "l'esperienza di Giulio Regeni è stata molto dura e difficile", e ha aggiunto che essa "ci deve guidare a tutelare meglio i nostri ricercatori e tutti gli studenti che vanno all'estero, soprattutto in paesi dove è ancora rilevante il problema dei diritti umani".