Elezioni anticipate
Urne aperte in Grecia, favoriti i conservatori di Nea Demokratia
I seggi chiuderanno alle 18 ora italiana. In base ai sondaggi, la sinistra di Syriza potrebbe finire sotto il 26%: un tracollo rispetto al trionfale 36,3% sull'onda del quale Tsipras divenne premier nel 2015

Urne aperte fino alle 18 (ora italiana) in Grecia per le elezioni politiche anticipate. Sono 9,9 milioni gli elettori chiamati al voto. Tutti i sondaggi indicano il ritorno al potere dello storico partito conservatore, Nea Demokratia (Nuova Democrazia), che alle elezioni europee di fine maggio si impose per più di nove punti davanti alla sinistra di Syriza del premier uscente Alexis Tsipras.
Secondo le ultime rilevazioni demoscopiche la formazione guidata dal 51enne Kyriakos Mitsotakis ha un vantaggio che supera i 10 punti percentuali, piazzandosi intorno al 38% dei consensi, che permetterebbe al partito attualmente all'opposizione di assicurarsi la maggioranza assoluta, anche grazie ad un bonus di 50 parlamentari che la legge elettorale greca assegna alla prima forza politica.
Sull'altro fronte, Syriza potrebbe finire sotto il 26%: un tracollo, rispetto al trionfale 36,3% sull'onda del quale Alexis Tsipras divenne premier nel 2015.
Nell'ultimo comizio di venerdì sera, Tsipras ha lanciato un appello ai greci, ricordando i risultati ottenuti negli ultimi 4 anni, con il Paese che è riuscito a scongiurare la bancarotta uscendo dall'abbraccio della Troika e dallo schema di salvataggio Ue: "Chiunque deve essere consapevole di dove stava la Grecia nel 2014 e di dove stiamo adesso. Non riconsegneremo le chiavi del Paese a chi l'aveva trascinato al lastrico".
Dopo la batosta alle elezioni europee di maggio, il premier si era visto costretto ad anticipare ad oggi il voto legislativo, originariamente previsto per ottobre. Contando il voto Ue e quello comunale, è per i greci la terza volta in pochi mesi che si aprono le urne: è anche per questo, oltre che per l'inizio del periodo di ferie, che si prevede un calo dell'affluenza.
Tecnicamente le misure di austerità sono riuscite a fare uscire la Grecia dalla crisi, con il tasso di disoccupazione che è diminuito dal 26 al 18%, ma nella percezione dei cittadini la ripresa si è vista solo molto marginalmente: con centinaia di negozi chiusi e quasi quattro giovani su dieci ancora senza lavoro, anche le previsione di un aumento del Pil all'1,9% sembra una pura astrazione.
La partita, comunque, si gioca tutta tra Nea Demokratia e Syriza. Sempre stando ai sondaggi, risultano staccati al terzo posto i socialdemocratici di Kinal, eredi del vecchio Pasok, che tentano disperatamente di recuperare il protagonismo politico dei socialisti, al 6,5% seguiti dai comunisti del Kke (5%).
I neonazisti di Alba Dorata, nonostante la sconfitta subita alle elezioni europee, quando hanno perso quasi la metà dei voti rispetto al 2014, dovrebbero rimanere in Parlamento. E dovrebbe entrarvi anche il neonato partito dell'ultradestra Soluzione Greca che ha cavalcato il malcontento per l'accordo con Skopje per il cambio di nome della Repubblica di Macedonia e ha già ottenuto un seggio al Parlamento europeo. In Parlamento probabilmente entrerà - anche se solo per un soffio - anche la sinistra di Mera25, il Fronte Europeo di disobbedienza realista dell'ex ministro delle Finanze, Yanis Varufakis, al 3,5%.