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MONDO

Il ballottaggio

Uruguay al voto: Vazquez in vantaggio. Finisce era Mujica

Secondo le proiezioni, Vazquez avrebbe conquistato il 53% dei voti. Il candidato della coalizione di sinistra al governo avrebbe così battuto Luis Lacalle Pou, lo sfidante del Partito Nazionale 

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Mujica alle urne (Ansa)
L'Uruguay ha votato e molto probabilmente sarà guidato per la terza volta consecutiva da un presidente di sinistra. Lo scontato ritorno al potere di Tabaré Vazquez segnerà la fine dell'era di Josè "Pepe" Mujica: un cambio di orientamento ma anche di stile, dopo l'immagine del capo di stato semplice e "povero" a cui ha abituato il mondo il presidente ex guerrigliero.

Vazquez in vantaggio
Secondo le prime proiezioni, con il 53% dei voti, il candidato del Frente Amplio Vazquez (coalizione di sinistra, al governo) ha battuto oggi comodamente Luis Lacalle Pou, lo sfidante del Partito Nazionale (centrodestra) che ha ottenuto il 41% nel ballottaggio delle elezioni. Vazquez al primo turno ha ottenuto il 47,8 per cento, quasi 20 punti in più dello sfidante Luis Lacalle Pou del Partito Nazionale ("bianco", di centrodestra), che si è fermato al 30,9%.

Il cambio politico
La presidenza del candidato del Frente Amplio potrebbe comunque non essere in discesa, in quanto il cambio politico con Mujica sarà comunque visibile: Vazquez, che rappresenta l'anima "centrista" del Frente, si è pubblicamente opposto a molte delle riforme di Mujica, come la legalizzazione dell'aborto e la produzione e distribuzione della marijuana "di Stato".

Contro la cannabis nelle farmacie
Acerrimo nemico del tabacco, fiero di aver fatto dell'Uruguay la prima "nazione libera dal fumo" in America Latina, Vazquez ha ammesso che considera "incredibile" che la cannabis possa essere venduta nelle farmacie del Paese l'anno prossimo e ha avvertito che è pronto a bloccare la riforma se i risultati non saranno quelli previsti dal governo. Anche in materia di politica estera è probabile che ci siano dei cambiamenti di rotta: Vazquez è stato oggetto di forti critiche quando nel 2011 ha ammesso che, durante la crisi con l'Argentina per la costruzione di una fabbrica di cellulosa sulla frontiera fra le due nazioni, aveva chiesto all'allora presidente George W. Bush di appoggiare il suo Paese in caso di conflitto con Buenos Aires.