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MONDO

Clinton e Trump favoriti

Usa 2016. New York alle urne per le Primarie, voto cruciale per entrambi i fronti

Da ben 40 anni le primarie nello stato di New York non erano così importanti in campo repubblicano. E anche sul fronte democratico non si vedeva una corsa così competitiva da 24 anni, quando a Bill Clinton serviva una vittoria su Paul Tsongas per blindare la nomination

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Nello Stato di New York  si vota per le primarie, sia democratiche sia repubblicane. La candidata per la nomination democratica Hillary Clinton insieme con il marito ed ex presidente degli Stati Uniti Bill si è recata a votare di prima mattina al seggio di Chappaqua, dove risiede nello Stato di New York di cui è stata senatrice. Un voto cruciale quello di oggi per entrambi i fronti: i contendenti per la nomination democratica Hillary Clinton e Bernie Sanders giocano entrambi 'in casa', la prima non può perdere e nemmeno può accontentarsi di una vittoria risicata. Ma Sanders -che è originario di Brooklyn- non molla e a New York ha tenuto uno tra i raduni più partecipati della già sorprendente campagna. Sul fronte opposto Donald Trump che ambisce alla nomination per il Grand Old Party considera questo appuntamento elettorale quello della possibile svolta per assicurarsi il numero necessario di delegati che gli garantiscano di ottenere la nomination.

La campagna di Hillary Clinton ostenta sicurezza ancor prima del responso delle urne nello stato di New York, e afferma che la gara democratica è alla fine. Bernie Sanders si affaccia "ad una strada quasi impossibile verso la nomination", afferma il manager Robby Mook, sottolineando che una vittoria nell'Empire State rappresenta un "passo importante" per l'ex first lady. I numeri lo confermano: il senatore del Vermont deve vincere il 68% dei restanti delegati per rimanere in gara, e una sconfitta a New York renderebbe difficilissimo per lui ottenere la nomination. Intanto Sanders ha chiuso la campagna nell'Empire State con un altro bagno di folla a Long Island, sul fiume, davanti allo skyline di Manhattan. E nelle ore finali prima del voto ha nuovamente attaccato duramente la rivale, dicendo che ha violato le regole sui finanziamenti.

Le primarie di New York in numeri
Da ben 40 anni le primarie nello stato di New York non erano così importanti in campo repubblicano. E anche sul fronte democratico non si vedeva una corsa così competitiva da 24 anni, quando a Bill Clinton serviva una vittoria su Paul Tsongas per blindare la nomination. In palio a New York ci sono 247 delegati per i democratici (più 44 superdelegati) e 95 per i repubblicani, il numero più cospicuo fino al voto in California il 7 giugno. Ad oggi tra i dem Hillary Clinton ha conquistato 1.758 delegati (di cui 469 superdelegati) contro i 1.076 di Bernie Sanders (compresi 31 superdelegati). Per vincere la nomination ne servono almeno 2.383. In campo repubblicano, invece, Donald Trump si è finora aggiudicato 744 delegati, contro i 559 di Ted Cruz e i 144 di John Kasich. Per vincere la nomination Gop ne occorrono almeno 1.237. Per ottenere tutti e 95 i delegati in palio, cercando così di allontanare lo spettro di una convention aperta, Trump deve ottenere almeno il 50% dei voti in ogni distretto. E i candidati delle due sponde del Potomac devono confrontarsi non solo con gli avversari, ma anche con il rigido sistema elettorale in vigore nello stato di New York, a causa del quale 3,2 milioni di cittadini - un milione residenti nella Grande Mela - non potranno esprimere la loro preferenza. L'Empire State infatti ha primarie cosiddette chiuse, ossia solo chi si è registrato in tempo con un determinato partito può votare, e solo per quel partito. Sono quindi tagliati fuori gli elettori indipendenti, così come tutti quelli costretti a scegliere quale partito votare sei mesi fa e che ora hanno cambiato idea. I primi risultati sono attesi nella notte.