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MONDO

I primi passi di Biden e le "aperture" internazionali

Usa, la Cina è cauta ed esorta al rispetto reciproco. La Russia attende e la Germania accoglie Biden

La guerra interna tra i due candidati alla Presidenza degli Stati Uniti frena i riconoscimenti internazionali. Alcuni paesi come la Germania si sono già sbilanciati, altri invece, come Cina e Russia, attendono l'ufficialità. Biden, intanto, ha annunciato la creazione della task force anti-covid, c'è anche una italo-americana

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La Cina seppur cauta apre all'America. Il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, ha dichiarato: "Abbiamo sempre sostenuto che Cina e Stati Uniti dovrebbero rafforzare la comunicazione e il dialogo, gestire le differenze nel rispetto reciproco, espandere la cooperazione sulla base del vantaggio reciproco e promuovere lo sviluppo sano e stabile delle relazioni sino-americane".

In attesa di ufficialità la Russia di Putin ha deciso di aspettare i risultati per congratularsi col presidente eletto, lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. "Anticipando una vostra possibile domanda sulle congratulazioni del presidente Putin al presidente eletto degli Usa, voglio dire che riteniamo corretto attendere i risultati ufficiali delle elezioni", ha sottolineato Peskov in riferimento alla contestazione in atto di Donald Trump. 

"Mi congratulo con Biden, che ha vinto le elezioni come 46esimo presidente americano. Biden porta con sé l'esperienza di decenni di politica interna e internazionale. Conosce bene la Germania e l'Europa. Ricordo di buoni incontri con lui", si è affrettata Angela Merkel.

Il primo passo di Biden: annunciata la nuova task force anti-Covid
Joe Biden e il suo transition team hanno annunciato la creazione della task force anti Covid, che sarà composta da 13 membri, tra cui l'italo-americana Luciana Borio, una esperta in biodifesa che ha lavorato nella Fda e nel National Security Council. Il  cambiamento per il neo presidente eletto passa prima di tutto da qui, dalla gestione dell'emergenza covid, questione tra le più controverse dell'era Trump.

Nuova pagina per i rapporti Usa-Vaticano
Con l'elezione di Joe Biden alla Casa Bianca si apre una nuova stagione nei rapporti tra Usa e Vaticano. Se la accortissima diplomazia della Santa Sede non ha rilasciato alcun commento ufficiale, trapela comunque un sospiro di sollievo dopo i quattro anni non facili di rapporto con l'amministrazione di Donald Trump. E se il Papa potrebbe felicitarsi con Biden solo dopo il giuramento del 20 gennaio, è comunque evidente che dalla Santa Sede è visto con occhi diversi rispetto al candidato repubblicano con il quale c'è sempre stata una distanza siderale, dalla questione dei migranti ai rapporti con la Cina, solo per citare un paio ditemi. L'ultimo momento di gelo si era consumato a fine settembre quando Papa Francesco scelse di non incontrare Mike Pompeo in visita in Vaticano.

Ma la soddisfazione della Santa Sede trapela anche dall'ampio spazio che il portale di informazione vaticana ha deciso di dare al messaggio dei vescovi americani. "Ora è il momento che i nostri leader si riuniscano in uno spirito di unità nazionale esi dispongano al dialogo e all'impegno per il bene comune", ha sottolineato il presidente della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, l'arcivescovo di Los Angeles, mons. José H. Gomez, ricordando come Biden sia "il secondo presidente degli Stati Uniti a professare la fede cattolica. Ci congratuliamo anche con il senatore della California Kamala D.Harris, che diventa la prima donna della storia ad essere eletta vicepresidente".

Trump: dem "Ladri di voti". Poi torna sui campi da golf
Dal canto suo, un agguerrito Trump è ricomparso ieri su twitter dopo 10 ore di silenzio. "Abbiamo una tradizione di problemi elettorali in questo Paese" scrive, citando Jonathan Turley, analista legale e penalista. "In Pennsylvania c'è un ordine della Corte Suprema per la separazione" dei voti ricevuti dopo l'Election Day. "Si tratta di un grande numero di schede - prosegue il tycoon, citando questa volta Turley -. Quando si parla di un problemi di sistema si parla di come le schede vengono autenticate perché se c'è un problema di autenticazione questo potrebbe avere un effetto sulle intere elezioni".

Poi, un'altra citazione, il repubblicano Newt Gingrich, speaker della Camera fra 1995 e 1999: "Crediamo che queste persone siano ladri. Le grandi città sono corrotte. Questa è stata un'elezione rubata. Il miglior sondaggista britannico ha scritto questa mattina che è stata chiaramente un'elezione rubata, che è impossibile immaginare che Biden abbia superato Obama in alcuni di questi Stati. Dove era importante, hanno rubato ciò che dovevano rubare"

Come sempre, Trump ostenta calma e sicurezza. Lo fa tornando al Trump  National Golf Club a Sterling, in Virginia. Ma il tycoon è accerchiato 'in casa': dopo il genero, Jared Kushner, stando alla Cnn anche la first lady Melania sta cercando di convincere il presidente uscente ad ammettere la sconfitta. Sebbene non abbia rilasciato commenti in pubblico sulle elezioni, Melania ha fatto sapere la sua opinione in privato al marito. "Ha detto il suo parere, come spesso fa", ha riferito una fonte ben informata all'emittente americana.

Bush si congratula con Biden: "Grazie per il messaggio patriottico"
L'ex presidente George W. Bush ha telefonato a Joe Biden e Kamala Harris per congratularsi per la vittoria. "Gli ho trasmesso le mie affettuose congratulazioni e l'ho ringraziato per il messaggio patriottico rivolto con il discorso della notte scorsa", ha dichiarato l'ex presidente repubblicano, che ha aggiunto di "aver chiamato anche Kamala Harris per congratularsi per la storica elezione alla vice presidenza".

Le mosse per chiudere l'era Trump
Appena insediato, il 20 gennaio, Biden firmerà una serie di ordini esecutivi per mandare in soffitta l'eredità del suo predecessore: vuole far capire che la musica nel Paese è cambiata e che la sua presidenza sarà guidata da priorità radicalmente diverse.

Biden riporterà gli Usa nell'accordo sul clima di Parigi e nell'Organizzazione mondiale della sanità, abolirà il 'travel ban', il bando sull'immigrazione in Usa da Paesi a maggioranza musulmana, e ripristinerà il programma che consente ai 'Dreamer', i sognatori, portati negli Stati Uniti illegalmente da bambini, di rimanere nel Paese. In campagna elettorale, ha anche già anticipato che invierà un disegno di legge al Congresso per abrogare la legge che concede ai fabbricanti di armi un'ampia immunità dalle cause civili derivanti dall'uso improprio e criminale di un'arma; ed eliminare tutte le scappatoie legali per il controllo dei precedenti penali degli acquirenti di armi da fuoco. Vuole anche ripristinare un centinaio di norme per standard ambientali e sanitari voluti dall'amministrazione Obama e che Trump ha cancellato. E istituire nuove linee guida etiche alla Casa Bianca: si è impegnato a firmare un ordine esecutivo il primo giorno in carica per cui che nessun membro della sua amministrazione possa influenzare le indagini del Dipartimento di Giustizia.

Sul clima, si è impegnato a rientrare negli accordi di Parigi, ma ha anche promesso che cercherà di convincere altre nazioni ad adottare standard più elevati nel tentativo di frenare l'impatto del cambiamento climatico.

Il tutto con uno stile ben diverso da Trump se si pensa che il presidente e la speaker della Camera, Nancy Pelosi non si parlano da più di un anno. Certo, un Congresso diviso potrebbe ostacolare gli sforzi di Biden e far passare una legge importante potrebbe rivelarsi complicato. I Democratici hanno una maggioranza risicata alla Camera, e la composizione finale del Senato non è ancora chiara: sarà decisa il 5 gennaio, con due ballottaggi in Georgia. I democratici devono vincere entrambe le sfide per avere effettivamente il controllo del Senato, considerando che la vicepresidente Kamala Harris avrebbe il voto decisivo, mentre i repubblicani manterrebbero un lieve vantaggio vincendone almeno uno.