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MONDO

Washington

Usa, la Corte suprema conferma le restrizioni al voto in Arizona

A favore 6 giudici su 3, con i tre liberal in dissenso. Biden contro la sentenza: "Una significativa disparità razziale nelle opportunità di voto"

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La Corte suprema degli Stati Uniti ha confermato le restrizioni di voto in Arizona introdotte dal parlamento statale, controllato dai repubblicani. A favore 6 giudici su 3, con i tre liberal in dissenso. La  decisione  potrebbe rendere più difficile contestare altre misure di voto introdotte dai legislatori repubblicani dopo le elezioni dello scorso anno.

La Corte suprema ha annullato una sentenza di un tribunale inferiore stabilendo che i limiti imposti in Arizona non sono discriminatori dal punto di vista razziale. La corte d'appello federale di San Francisco invece aveva ritenuto che le misure colpissero in modo sproporzionato gli elettori neri, ispanici e nativi americani in violazione dello storico Voting Rights Act.

La decisione segnala che sfidare il giro di vite in corso in vari Stati repubblicani, come intendono fare l'amministrazione Biden e il partito democratico, riceverà una accoglienza ostile dalla maggioranza della Corte. Secondo i dem, le restrizioni penalizzano le minoranze violando il Voting Rights act del 1965, la legge che proibisce le discriminazioni razziali nel voto.

Il giudice Samuel Alito ha scritto, facendo della maggioranza conservatrice, che l'interesse dello stato per l'integrità delle elezioni giustifica le misure. In dissenso, la giudice Elena Kagan ha invece osservato che la Corte stava indebolendo la storica legge sui diritti di voto (Voting Rights Act) per la seconda volta in otto anni.

"Ciò che è tragico qui è che la Corte ha (ancora una volta) riscritto _ per indebolirlo _ uno statuto che si erge a monumento alla grandezza dell'America e la protegge dai suoi impulsi più bassi. Ciò che è tragico è che la Corte ha danneggiato uno statuto inteso a determinare 'la fine della discriminazione nel voto'. Io rispettosamente dissento", ha evidenziato, insieme agli altri due giudici in minoranza. In particolare, le restrizioni, considerate non discriminatorie dalla Corte suprema, riguardano chi possa restituire le schede del voto anticipato al posto di un'altra persona e la possibilità di rifiutare riconteggio dei voti associati a un distretto sbagliato.

Biden contro sentenza Corte suprema: danno a diritti voto
Joe Biden si è detto"profondamente deluso" dalla decisione (a maggioranza) della Corte suprema di confermare le restrizioni di voto dell'Arizona che a suo avviso "mina la Voting rights act e conferma quello che il giudice Kagan ha definito "una significativa disparità razziale nelle opportunità di voto". Per il presidente Usa si tratta di una ennesima decisione "pericolosa" in materia che però "non limita la capacità del Congresso di riparare il danno fatto oggi". Da qui il suo appello a "forgiare un'ampia coalizione" per ripristinare pienamente i diritti di voto.