MONDO
Usa, Georgia: uomo giustiziato dopo 36 anni passati nel braccio della morte
Brandon Jones, afroamericano, era stato condannato a morte per una rapina finita male

Brandon Jones era nel braccio della morte da 36 anni ed era considerato il più vecchio detenuto condannato alla pena capitale della Georgia. L'uomo è stato giustiziato con un'iniezione letale la notte scorsa per aver ucciso, durante una rapina, il direttore di un minimarket nel 1979.
Jones, che tra pochi giorni avrebbe compiuto 73 anni, fu condannato insieme a un complice, Van Roosevelt Solomon, giustiziato nel 1985, per l'uccisione di Roger Tackett. Alcuni suoi sostenitori ritengono che Jones abbia negato di avere sparato a Tackett e che il tribunale non abbia tenuto conto delle prove di malattia mentale e degli abusi sessuali subiti da piccolo. Nel 1989, un giudice federale annullò la sentenza perché nell'aula delle deliberazioni della giuria era stata portata una Bibbia, cosa che, secondo la corte, avrebbe potuto condizionare la decisione. Tuttavia, nel 1997 una nuova sentenza lo ha condannato definitivamente a morte.
A nulla sono valsi i tentativi dei suoi avvocati alla Corte Suprema statunitense, che pur ritardando l'esecuzione di diverse ore in attesa della valutazione del caso, non sono riusciti a fermare l'esecuzione avvenuta nella prigione di Jackson. Jones, attraverso i suoi assistiti, contestava la legge della Georgia sull'iniezione letale e perché riteneva che la sentenza fosse sproporzionata al crimine commesso.
Il suo caso ha suscitato forti critiche per i tempi di attesa dell'esecuzione della condanna oltre che per un processo
ritenuto ingiusto visto che, secondo il Death Penalty Information Center, all'epoca dei fatti Jones aveva un complice
e nonostante avesse dichiarato di non aver mai sparato, l'accusa non ha mai stabilito chi sparò il colpo.
Dal 1976 in Georgia sono state eseguite circa 60 condanne a morte e decine di persone si trovano ancora nel braccio della morte.
Jones, che tra pochi giorni avrebbe compiuto 73 anni, fu condannato insieme a un complice, Van Roosevelt Solomon, giustiziato nel 1985, per l'uccisione di Roger Tackett. Alcuni suoi sostenitori ritengono che Jones abbia negato di avere sparato a Tackett e che il tribunale non abbia tenuto conto delle prove di malattia mentale e degli abusi sessuali subiti da piccolo. Nel 1989, un giudice federale annullò la sentenza perché nell'aula delle deliberazioni della giuria era stata portata una Bibbia, cosa che, secondo la corte, avrebbe potuto condizionare la decisione. Tuttavia, nel 1997 una nuova sentenza lo ha condannato definitivamente a morte.
A nulla sono valsi i tentativi dei suoi avvocati alla Corte Suprema statunitense, che pur ritardando l'esecuzione di diverse ore in attesa della valutazione del caso, non sono riusciti a fermare l'esecuzione avvenuta nella prigione di Jackson. Jones, attraverso i suoi assistiti, contestava la legge della Georgia sull'iniezione letale e perché riteneva che la sentenza fosse sproporzionata al crimine commesso.
Il suo caso ha suscitato forti critiche per i tempi di attesa dell'esecuzione della condanna oltre che per un processo
ritenuto ingiusto visto che, secondo il Death Penalty Information Center, all'epoca dei fatti Jones aveva un complice
e nonostante avesse dichiarato di non aver mai sparato, l'accusa non ha mai stabilito chi sparò il colpo.
Dal 1976 in Georgia sono state eseguite circa 60 condanne a morte e decine di persone si trovano ancora nel braccio della morte.