MONDO
Il terzo della sua era
Usa, Janet Yellen: addio alla Fed con rialzo dei tassi
Per gli analisti si apre stagione aumenti con riforma tasse

Janet Yellen si prepara a dire addio alla Fed con un rialzo dei tassi di interesse, il terzo della sua era. Una stretta che, secondo gli analisti, apre la via a una stagione di aumenti del costo del denaro nel 2018 e nel 2019. La crescita americana prosegue infatti decisa, la disoccupazione e' in continuo calo e l'inflazione mostra segnali di ripresa. L'euforia dei mercati finanziari e la riforma delle tasse in via di approvazione completano un quadro di 'ottimismo' nei confronti del quale la Fed si mostra pero' cauta: la corsa dei mercati e' prevista infatti rallentare il prossimo anno, mentre il taglio delle imposte negli Stati Uniti e' ritenuto non necessario, almeno in questo momento.
Il board della banca centrale si riunisce nella giornata di martedì per poi comunicare le sue decisioni di politica monetaria mercoledi', quando e' in calendario anche la conferenza stampa di Yellen. Per l'attuale presidente della Fed si trattera' dell'ultimo appuntamento ufficiale prima del passaggio di consegne in febbraio al suo successore Jerome Powell (la prossima riunione e' il 30-31 gennaio ma senza conferenza). Un aumento dei tassi e' dato per scontato mercoledi': il costo del denaro e' atteso salire di un quarto di punto in una forchetta fra l'1,25% e l'1,50%. L'attenzione del mercato e' tutta sulle previsioni della Fed, che in settembre ha stimato tre ulteriori rialzi dei tassi nel 2018 e due nel 2019. Gli analisti ritengono che la Fed possa rivedere a quattro le strette del prossimo anno e a tre quelle del successivo, riflettendo l'andamento positivo dell'economia.
Le previsioni attese per mercoledì non dovrebbero ufficialmente includere il taglio delle tasse che il Congresso sembra avviato ad approvare. Un piano che non convince la Fed e che secondo gli economisti avra' un impatto limitato sulla crescita. Goldman Sachs lo stima in 0,25 punti percentuali per i prossimi anni. Il Tesoro americano e i sostenitori dell'iniziativa lo ritengono ben piu' elevato e in grado di accelerare la ripresa dal 2,2% al 2,9%. La Fed finora non si e' sbilanciata sull'impatto economico della misura, ribadendo solo le sue preoccupazioni per i conti pubblici. Il taglio delle tasse e' di 1.500 miliardi di dollari con un impatto sul debito, secondo alcune stime, di 1.000 miliardi di dollari. Il Tesoro ritiene invece che il piano di autofinanziera', aumentando le entrate fiscali di 1.800 miliardi di dollari.
Il board della banca centrale si riunisce nella giornata di martedì per poi comunicare le sue decisioni di politica monetaria mercoledi', quando e' in calendario anche la conferenza stampa di Yellen. Per l'attuale presidente della Fed si trattera' dell'ultimo appuntamento ufficiale prima del passaggio di consegne in febbraio al suo successore Jerome Powell (la prossima riunione e' il 30-31 gennaio ma senza conferenza). Un aumento dei tassi e' dato per scontato mercoledi': il costo del denaro e' atteso salire di un quarto di punto in una forchetta fra l'1,25% e l'1,50%. L'attenzione del mercato e' tutta sulle previsioni della Fed, che in settembre ha stimato tre ulteriori rialzi dei tassi nel 2018 e due nel 2019. Gli analisti ritengono che la Fed possa rivedere a quattro le strette del prossimo anno e a tre quelle del successivo, riflettendo l'andamento positivo dell'economia.
Le previsioni attese per mercoledì non dovrebbero ufficialmente includere il taglio delle tasse che il Congresso sembra avviato ad approvare. Un piano che non convince la Fed e che secondo gli economisti avra' un impatto limitato sulla crescita. Goldman Sachs lo stima in 0,25 punti percentuali per i prossimi anni. Il Tesoro americano e i sostenitori dell'iniziativa lo ritengono ben piu' elevato e in grado di accelerare la ripresa dal 2,2% al 2,9%. La Fed finora non si e' sbilanciata sull'impatto economico della misura, ribadendo solo le sue preoccupazioni per i conti pubblici. Il taglio delle tasse e' di 1.500 miliardi di dollari con un impatto sul debito, secondo alcune stime, di 1.000 miliardi di dollari. Il Tesoro ritiene invece che il piano di autofinanziera', aumentando le entrate fiscali di 1.800 miliardi di dollari.