Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Usa-Obama-andra-ad-Hiroshima-il-27-maggio-ma-non-chiedera-scusa-per-il-lancio-della-bomba-atomica-Un-viaggio-storico-che-tocchera-anche-Hanoi-e-Ho-Chi-Min-in-Vietnam-4d26cd59-cdc4-498e-87cd-753e2ab2c66e.html | rainews/live/ | true
MONDO

Un viaggio storico che toccherà anche il Vietnam

Obama andrà a Hiroshima il 27 maggio ma non chiederà scusa per la bomba atomica

Secondo il portavoce della Casa Bianca, ​Obama ritiene che l'allora presidente Usa Harry Truman prese la decisione di usare la bomba atomica ad Hiroshima "per motivi giusti", per "far cessare una guerra terribile" 

Condividi
Barack Obama si appresta a scrivere un'altra pagina di storia anche se non mancheranno le polemiche. Annunciata per il 27 maggio la visita del primo presidente in carica degli Stati Uniti a Hiroshima, a coronamento di un viaggio che prima del Giappone lo porterà anche ad Hanoi e a Ho Chi Min, in Vietnam, tappe altrettanto simboliche.

Le polemiche, invece, sono state sollevate già da tempo dalla destra americana che ha definito 
il decimo viaggio in Asia di Obama (dal 21 al 28 maggio) una sorta di 'apology tour', il tour delle scuse, mettendoci dentro anche la guerra del Vietnam. L'ennesimo segno di debolezza - denunciano molti repubblicani - di un'amministrazione che hanno sempre accusato di mancanza di leadership e di essere prona verso i 'nemici' dell'America, Cina compresa.

La Casa Bianca: Obama non chiederà scusa per l'atomica 
A queste polemiche, ora, ne seguiranno delle altre dopo le dichiarazioni di
 Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca, che nel suo briefing quotidiano ha detto: Obama ritiene che l'allora presidente Usa Harry Truman prese la decisione di usare la bomba atomica ad Hiroshima "per motivi giusti", per "far cessare una guerra terribile" e ha ulteriormente ribadito che se la gente interpreterà l'imminente visita del presidente americano a Hiroshima come l'occasione delle "scuse" per il lancio della bomba atomica è in errore.

Con questo viaggio, comunque, cade un altro tabù per gli Stati Uniti, dopo la fine della guerra fredda con Cuba e il disgelo con l'Iran e si rafforza l'eredità lasciata da Obama in politica estera. Anche il premier giapponese, Shinzo Abe - fanno sapere alcuni media - potrebbe ricambiare andando presto a Pearl Harbour, nelle Hawaii, dove si trova la base americana attaccata dai caccia nipponici che provocarono l'ingresso degli Usa nella seconda guerra mondiale. Una visita che - secondo i bene informati - dovrebbe avvenire a novembre, quando Abe si recherà in Perù per il vertice dell'Apec.

Ad aprire la strada era stato John Kerry, il primo segretario di stato Usa a recarsi nell'aprile scorso nella città incenerita da 'Little Boy', l'atomica sganciata la mattina del 6 agosto 1945 dal bombardiere americano 'Enola Gay' alla quale, tre giorni dopo, seguì il lancio di un altro ordigno nucleare, quello che colpì la città di Nagasaki. In tutto a Hiroshima le vittime furono oltre 220mila, senza contare le conseguenze per decenni sulla salute di migliaia di giapponesi.

Il discorso tenuto da Obama davanti al Memoriale della Pace, al fianco il premier giapponese Shinzo Abe, sarà un nuovo forte appello alla non proliferazione delle armi nucleari, all'assunzione di responsabilità da parte della comunità internazionale per un mondo sempre più sicuro e pacifico. Un appello che va visto anche in chiave interna agli Usa, guardando alla campagna elettorale in corso, dove il messaggio di Obama si contrappone totalmente a quello di un Donald Trump che vorrebbe un riarmo nucleare di Giappone e Corea del Sud. E che, se necessario, non esiterebbe (sono le sue parole) a ricorrere alla forza nucleare.

Il presidente uscente si impegnerà a combattere con tutte le sue forze questa logica, anche quando non sarà più Commander in Chief. Per lui, da Praga a Hiroshima si chiuderà un cerchio. Nell'aprile del 2009, nella capitale ceca, un Obama appena insediatosi alla Casa Bianca lanciava la speranza per un mondo libero dalle bombe atomiche. Dopo sette anni non molta strada è stata fatta. E a ricordare come la minaccia nucleare sia più che mai viva c'è il regime di Pyongyang. Ma il presidente americano può vantare un risultato che, per quanto controverso, è di fondamentale rilevanza: l'accordo raggiunto con Teheran che dovrebbe fermare il programma nucleare dell'Iran.

Intanto dal Giappone, il premier giapponese Shinzo Abe ha espresso "la propria gratitudine dal profondo del cuore" dopo l'annuncio della Casa Bianca che conferma la visita del presidente Usa a Hiroshima al termine del vertice del G7 di fine maggio nel Giappone centrale. "Riaffermare la propria determinazione per creare un mondo privo di arsenali atomici da una città che è stata vittima di ordigni nucleari è un segnale carico di significato per la prossima generazione" ha detto il premier nipponico.