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MONDO

La causa alla banca del seme per uno scambio di sperma

Usa, coppia lesbica fa causa perché la bimba è nera. Tribunale respinge perchè è sana

Rimasta incinta nel 2011 con lo sperma di un afroamericano, invece che di un bianco come avevano, l'anno scorso la coppia aveva deciso di muoversi per vie legali contro la banca del seme. Ma la richiesta di 'errore' e i 50mila dollari di danni di risarcimento sono stati respinti

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New York
Negli Stati Uniti una coppia lesbica che aveva fatto causa alla banca del seme per uno scambio di sperma, si è vista bocciare dalla giustizia americana la propria richiesta di risarcimento di 50mila dollari. La bambina, nata nera e non bianca come la coppia desiderava, è sana e quindi la causa non ha fondamento. 

Jennifer Cramblett a cui era stato impiantato il seme nel 2011, ha presentato l'azione legale contro la banca del seme del Midwest lo scorso anno. Cramblett e la sua partner, Amanda Zinkon, avevano scelto il seme di un uomo bianco, con gli occhi azzurri e i capelli biondi così che il nascituro somigliasse all'altro figlio che la coppia aveva, Peyton. La banca del seme si è scusata per l'errore ma Cramblett è andata avanti con la causa. Il giudice della DuPage County, Ronald Sutter, ha però dato ragione alla banca del seme, che sosteneva che la causa non avesse merito legale.

I legali della banca del seme hanno sostenuto davanti alla giustizia che la rivendicazione di 'nascita errata' non poteva applicarsi al caso perché la bambina era sana. Respinta anche la richiesta per 'rottura del contratto' avanzata da Cramblett per l'errore commesso. Il giudice ha comunque detto a Cramblett che può ripresentare una nuova azione ma per negligenza.

Il caso Cramblett è salito alle cronache nel 2014, quando la donna è apparsa anche in trasmissioni televisive per portare avanti la sua battaglia. Il punto di partenza - ha più volte spiegato - è che ama la bambina, non la scambierebbe mai e non ha problemi ad avere una figlia afroamericana. Quello che teme è che la bambina possa crescere sentendosi emarginata in un contesto prevalentemente bianco come quello in cui vivono.