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MONDO

Il fatto

Usa, chirurgo in camice a processo online mentre opera

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Immagine di repertorio
Camice verde, mascherina chirurgica, cuffia sui capelli e il rumore di sottofondo delle apparecchiature mediche della sala operatoria: è apparso così un chirurgo californiano all'udienza online del processo in cui era chiamato a rispondere di violazione del codice stradale. E' accaduto in California a Sacramento, giovedì scorso e a raccontarlo è stato un giornale locale, il Sacramento Bee

Il cancelliere non poteva credere ai suoi occhi. "Pronto, signor Green. Siete disponibile per la prova? Mi pare che siate in sala operatoria in questo momento". "Lo sono, signore", ha risposto impassibile quello. L'impiegato ha ricordato al medico, Scott Green, che l'udienza veniva trasmessa live streaming perché i processi stradali devono essere pubblici. Quello è sembrato assentire, ma intanto andava avanti nel suo lavoro, a testa bassa.

Ad un certo punto, sullo schermo è comparso il giudice, Gary Link, che ha fatto subito chiaramente capire di non voler andare avanti perché interessato "al benessere del paziente": "Non mi sento a mio agio - ha aggiunto - se voi operate mentre siete giudicato". Il chirurgo ha provato a giustificarsi: "Qui accanto ho un altro chirurgo che sta facendo l'intervento con me: quindi posso sentire e consentire loro di fare comunque l'intervento". Ma a quel punto è stato il giudice a tirarsi indietro e a posporre l'udienza: "Vogliamo tenere le persone in salute, vogliamo tenerle in vita", ha aggiunto.

L'Associazione dei Medici californiana ha preannunciato che si occuperà dell'accaduto e aggiunto che si attende che "i medici seguano lo standard richiesto quando si occupano dei loro pazienti". Ma quello californiano è solo l'ultima di una serie di curiosi episodi accaduti (e registrati) nelle chat su Zoom o comunque online, in un momento in cui, a causa del Covid, molti interscambi e occasioni di lavoro avvengono non di persona ma a distanza. Nelle scorse settimane, un avvocato non è riuscito, nonostante gli sforzi, a rimuovere il salvaschermo con l'immagine di un gatto. Alla fine, esausto, ha pregato il giudice di andare avanti ugualmente: "Sono qui, in carne ed ossa, non sono un gatto".