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MONDO

Il Congresso e l'ex presidente

Usa, l'accusa contro Trump

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Dopo circa 10 ore (in due giorni), è finita intorno alle 22 italiane l'arringa dei manager dell'impeachment contro Donald Trump, accusato di aver istigato l'assalto al Congresso dello scorso 6 gennaio. "Spero si possa tutti concordare sul fatto che se un presidente esorta una violenta insurrezione contro il governo possa per questo essere 'impeached'. Spero si possa tutti concordare sul fatto che si tratta un reato costituzionale", ha concluso il capo dei manager, il deputato democratico Jamie Raskin, ringraziando i colleghi. Raskin ha osservato come il team dei deputati-procuratori abbia chiuso l'arringa con circa "5 o 6 ore di anticipo", considerando che avevano a disposizione 16 ore. Anche gli avvocati di Trump hanno fatto sapere che non utilizzeranno tutte le 16 ore a loro disposizione e che chiuderanno entro domani sera la presentazione delle argomentazioni della difesa. Il voto finale è atteso probabilmente per la giornata di sabato.

I sostenitori di Donald Trump che hanno assaltato il Campidoglio lo scorso 6 gennaio, in una delle pagine più buie della storia democratica statunitense, erano convinti di agire su ordine dell'ex presidente. E' la tesi che i democratici hanno cercato di dimostrare nel terzo giorno del processo di impeachment a carico del tycoon, messo in stato di accusa per "istigazione all'insurrezione". Il team che guida l'accusa in Senato ha proseguito la presentazione di apertura dopo aver mostrato, il giorno precedente, alcuni video inediti dell'assalto che hanno sconvolto il Paese e fatto rivivere ai parlamentari quel momento di terrore.

Il presidente Usa Joe Biden, che si è sempre tenuto molto cauto sul procedimento contro il suo predecessore, ha commentato, parlando con i reporter nello Studio Ovale, che quelle immagini potrebbero far "cambiare idea" ad alcuni. Finora i repubblicani sono rimasti per lo più compatti e solo sei senatori, su 50, hanno votato insieme ai democratici a favore della legittimità del processo nel primo giorno del dibattimento. Per arrivare a una condanna di Trump servirebbe la maggioranza qualificata dei 2/3 che può essere raggiunta solo se 17 membri del Grand Old Party volteranno le spalle al tycoon. L'ipotesi sembra poco probabile ma, di certo, i nuovi video dell'assalto rendono più imbarazzante per i repubblicani sostenere il loro ex presidente.

Immagini dell'attacco circolano dal giorno della rivolta, ma la ricostruzione mostrata in aula dai democratici ha fornito nuovi dettagli sugli aggressori, mostrato scene di eroismo della polizia e i sussurri di disperazione del personale. E ha fatto vedere quanto il paese fosse vicino al caos per la certificazione della vittoria di Joe Biden e della conseguente sconfitta di Trump. Il filmato ha ripreso i rivoltosi che si aggiravano minacciosi dentro il Campidoglio cercando il vicepresidente Mike Pence e la speaker della Camera Nancy Pelosi, invocando la loro impiccagione.

Nuovi dettagli importanti sono emersi anche da parte del senatore repubblicano dell'Alabama Tommy Tuberville che ha ammesso di aver avvisato il tycoon che il suo vice era stato evacuato, proprio nelle ore in cui Trump su Twitter lo aveva accusato di non avere il coraggio di fermare la certificazione dei risultati del Collegio elettorale e la conseguente ratifica della vittoria di Biden alle presidenziali.

Ora spetterà al team legale dell'ex presidente, formato da David Schoen e Bruce Castor Jr., difendere la posizione del tycoon. I due si sono già appellati al primo emendamento per chiedere l'assoluzione del loro assistito e probabilmente nelle ore che hanno a disposizione cercheranno di addebitare tutta la colpa ai rivoltosi. Intanto, cinque membri del gruppo di estrema destra Proud Boys sono stati incriminati dal dipartimento di Giustizia per l'assalto al Campidoglio. Lo stesso gruppo che Trump non condannò nel corso del primo dibattito televisivo contro Biden in campagna elettorale e a cui disse di "stare indietro" e di "rimanere in attesa".