ECONOMIA
Banca centrale Usa meno ottimista sull'economia americana
Usa, la Fed lascia i tassi fermi allo 0,25%-0,50%
La decisione arriva al termine della riunione del Federal Open Market Committee della Banca centrale americana

La Federal Reserve ha deciso di lasciare invariati i tassi allo 0,25%-0,50%. E' la quarta volta di fila che la Banca centrale americana decide di non procedere con un'ulteriore stretta monetaria dopo quella dello scorso 16 dicembre, quando fu annunciato il primo rialzo dal giugno 2006.
Fino a quel momento i tassi erano fermi al minimo storico, pari allo 0-0,25% dal dicembre 2008.
A incidere sulla decisione, presa all'unanimità, oltre ai dati interni sull'economia americana (gli ultimi sull'occupazione sono stati definiti dal Janet Yellen "deludenti") c'è soprattutto l'attesa per il referendum sulla Brexit previsto per il prossimo 23 giugno: si teme che un'uscita del Regno Unito dall'Unione europea provocherebbe un terremoto sui mercati internazionali.
La Fed si mostra inoltre più pessimista sull'andamento dell'economia Usa. Al termine del meeting del Fomc, il braccio monetario della banca centrale, le stime sulla crescita del pil americano sono state tagliate al 2% per quest'anno, ossia lo 0,2% in meno di quanto previsto in precedenza.
"Le condizioni dell'economia americana evolveranno in modo tale da consentire incrementi dei tassi di interesse solo graduali", si legge nel comunicato finale diffuso al termine della riunione del Fomc. Finora infatti l'andamento dell'economia e dei mercati finanziari non è ritenuto tale da consentire un nuovo aumento dei tassi.
Yellen: rialzo dei tassi non è su via già segnata. Conseguenze in caso di Brexit
L'andamento dei tassi di interesse e il ritmo di futuri rialzi "non è su una via predeterminata" e il costo del denaro è destinato a rimanere "al di sotto dei livelli di più lungo termine per un certo periodo", ha detto la presidente della Fed Janet Yellen, durante la conferenza stampa a commento della riunione. In particolare, la Fed continuerà a monitorare i progressi in termini di inflazione, che dovrebbe "tornare verso il target del 2% nel corso dei prossimi due o tre anni". Poi la numero uno della Banca centrale Usa ha spiegato che la Brexit è stato uno dei fattori che ha influenzato la decisione di lasciare fermi i tassi di interesse, e ha ribadito che l'eventuale uscita di Londra dall'Unione europea potrà avere conseguenze negative sull'economia e sulla finanza mondiali.
Fino a quel momento i tassi erano fermi al minimo storico, pari allo 0-0,25% dal dicembre 2008.
A incidere sulla decisione, presa all'unanimità, oltre ai dati interni sull'economia americana (gli ultimi sull'occupazione sono stati definiti dal Janet Yellen "deludenti") c'è soprattutto l'attesa per il referendum sulla Brexit previsto per il prossimo 23 giugno: si teme che un'uscita del Regno Unito dall'Unione europea provocherebbe un terremoto sui mercati internazionali.
La Fed si mostra inoltre più pessimista sull'andamento dell'economia Usa. Al termine del meeting del Fomc, il braccio monetario della banca centrale, le stime sulla crescita del pil americano sono state tagliate al 2% per quest'anno, ossia lo 0,2% in meno di quanto previsto in precedenza.
"Le condizioni dell'economia americana evolveranno in modo tale da consentire incrementi dei tassi di interesse solo graduali", si legge nel comunicato finale diffuso al termine della riunione del Fomc. Finora infatti l'andamento dell'economia e dei mercati finanziari non è ritenuto tale da consentire un nuovo aumento dei tassi.
Yellen: rialzo dei tassi non è su via già segnata. Conseguenze in caso di Brexit
L'andamento dei tassi di interesse e il ritmo di futuri rialzi "non è su una via predeterminata" e il costo del denaro è destinato a rimanere "al di sotto dei livelli di più lungo termine per un certo periodo", ha detto la presidente della Fed Janet Yellen, durante la conferenza stampa a commento della riunione. In particolare, la Fed continuerà a monitorare i progressi in termini di inflazione, che dovrebbe "tornare verso il target del 2% nel corso dei prossimi due o tre anni". Poi la numero uno della Banca centrale Usa ha spiegato che la Brexit è stato uno dei fattori che ha influenzato la decisione di lasciare fermi i tassi di interesse, e ha ribadito che l'eventuale uscita di Londra dall'Unione europea potrà avere conseguenze negative sull'economia e sulla finanza mondiali.