SCIENZA
Squilibri e ingiustizie
USA, com'è finita la crisi?
Riflessione su alcuni dati dell'economia USA: dopo la crisi cresce la ricchezza, ma nelle mani di pochissimi

Negli Stati Uniti la disoccupazione - dopo i picchi del 2009-2010 - è tornata ai livelli pre-crisi o appena al di sopra: 5,7% a Gennaio, 5,5% a Febbraio. Ottime notizie, da fonte ufficiale e autorevole: è lo U.S. Bureau of Labor Statistics a confermarlo.
Dal quadro generale si desume che dalla fine del 2008 all'estate del 2014 la ricchezza privata negli USA è passata da 52mila miliardi di dollari a 83 miliardi: 31 miliardi e mezzo in più. Anche su questo argomento la fonte è più che autorevole: è il rapporto annuale del Credit Suisse sulla ricchezza globale.
Se ciò non fosse considerato sufficiente, si veda il rapporto dell'istituto di ricerca Pew Research Center (su dati del 2013), che è chiarissimo nella sua schiettezza: "A Rise in Wealth for the Wealthy; Declines for the Lower 93%" (Cresce la ricchezza dei ricchi; cala per il restante 93%).
Lavoro
La ripresa occupazionale degli ultimi 4-5 anni, però, non ha compensato affatto gli squilibri interni, che si sono invece accentuati. Sono cresciute le differenze di capacità economica tra chi era già ricco e chi era o è diventato, nel frattempo, povero. È un tratto ormai costante del sistema globale e, come parte esemplare di esso, soprattutto di quello americano.
Lo mostrano i dati dell'Istat statunitense, il Census Bureau. Negli Usa sono registrati 115 milioni di famiglie, con un reddito medio nel periodo 2009-2013 pari a circa 53.000 dollari. Nello stesso periodo lo 0,1% più ricco - 115mila famiglie - ha visto crescere la propria ricchezza unitaria di 10 milioni l'anno.
Bambini denza casa
Se così pochi si prendono una fetta così tanto grande, è "normale" che negli Usa vivano 610mila persone senza casa; e che facciano parte di questo esercito 138.000 minori. Anche questa non è una mera opinione: sono dati ufficiali del Department of Housing.
Salari
Il salario minimo - con qualche eccezione - è pari a 7,25 dollari l'ora. Il Presidente Obama ha cercato di far approvare al Congresso e al Senato un aumento significativo per portarlo a 10,10 dollari. Una battaglia persa a causa della fiera opposizione dei Repubblicani.
Eppure lo Stato Federale, gli Stati e altri enti pubblici spendono 45 miliardi di dollari l'anno in sussidi diversi a favore dei lavoratori a basso salario, quelli che - appunto - guadagnano meno di 10,10 dollari l'ora. In media i 115 milioni di famiglie statunitensi pagano 400 dollari l'anno in tasse a questo scopo.
Ecco un esempio illuminante, tratto da un documento della PBS, il Public Broadcasting Service statunitense: la grande catena di distribuzione Walmart ha pubblicizzato con straordinaria enfasi l'aumento di 1 dollaro della paga oraria corrisposta ai propri dipendenti meno pagati (sostenendo 1 miliardo di dollari di esborso). Contemporaneamente, nel corso del 2014, la società ha fatto profitti per 25 miliardi di dollari, nonostante il riacquisto di proprie azioni per 6,5 miliardi: un bel regalo ai propri azionisti.
Aiuti alimentari
Se non bastassero i dati illustrati finora, può essere utile parlare di aiuti alimentari, i cosiddetti "food stamps", i bollini per fare la spesa, non molto dissimili da quelli diffusi in Italia (e in Europa) dopo la Seconda Guerra mondiale.
Prima della crisi economica - nel 2007 - ne usufruiva il 12% dei bambini americani. Dopo la crisi si è arrivati al 20%: più di sedici milioni di bambini, un quinto del totale, hanno bisogno di un sostegno pubblico per mangiare! Anche questo dato è certificato dall'impietoso Census Bureau.
Crisi passata? Solo per i pochi che non l'hanno subita
Come si è visto, dati alla mano, negli USA la crisi economica sembra aver lasciato dietro di sé più ingiustizia e più squilibri di prima. Una società meno egualitaria, una ricchezza più concentrata, un lavoro sempre meno pagato. E un ricupero occupazionale, i cui numeri assoluti non possono essere messi in dubbio, che maschera una realtà sconcertante.
Dal quadro generale si desume che dalla fine del 2008 all'estate del 2014 la ricchezza privata negli USA è passata da 52mila miliardi di dollari a 83 miliardi: 31 miliardi e mezzo in più. Anche su questo argomento la fonte è più che autorevole: è il rapporto annuale del Credit Suisse sulla ricchezza globale.
Se ciò non fosse considerato sufficiente, si veda il rapporto dell'istituto di ricerca Pew Research Center (su dati del 2013), che è chiarissimo nella sua schiettezza: "A Rise in Wealth for the Wealthy; Declines for the Lower 93%" (Cresce la ricchezza dei ricchi; cala per il restante 93%).
Lavoro
La ripresa occupazionale degli ultimi 4-5 anni, però, non ha compensato affatto gli squilibri interni, che si sono invece accentuati. Sono cresciute le differenze di capacità economica tra chi era già ricco e chi era o è diventato, nel frattempo, povero. È un tratto ormai costante del sistema globale e, come parte esemplare di esso, soprattutto di quello americano.
Lo mostrano i dati dell'Istat statunitense, il Census Bureau. Negli Usa sono registrati 115 milioni di famiglie, con un reddito medio nel periodo 2009-2013 pari a circa 53.000 dollari. Nello stesso periodo lo 0,1% più ricco - 115mila famiglie - ha visto crescere la propria ricchezza unitaria di 10 milioni l'anno.
Bambini denza casa
Se così pochi si prendono una fetta così tanto grande, è "normale" che negli Usa vivano 610mila persone senza casa; e che facciano parte di questo esercito 138.000 minori. Anche questa non è una mera opinione: sono dati ufficiali del Department of Housing.
Salari
Il salario minimo - con qualche eccezione - è pari a 7,25 dollari l'ora. Il Presidente Obama ha cercato di far approvare al Congresso e al Senato un aumento significativo per portarlo a 10,10 dollari. Una battaglia persa a causa della fiera opposizione dei Repubblicani.
Eppure lo Stato Federale, gli Stati e altri enti pubblici spendono 45 miliardi di dollari l'anno in sussidi diversi a favore dei lavoratori a basso salario, quelli che - appunto - guadagnano meno di 10,10 dollari l'ora. In media i 115 milioni di famiglie statunitensi pagano 400 dollari l'anno in tasse a questo scopo.
Ecco un esempio illuminante, tratto da un documento della PBS, il Public Broadcasting Service statunitense: la grande catena di distribuzione Walmart ha pubblicizzato con straordinaria enfasi l'aumento di 1 dollaro della paga oraria corrisposta ai propri dipendenti meno pagati (sostenendo 1 miliardo di dollari di esborso). Contemporaneamente, nel corso del 2014, la società ha fatto profitti per 25 miliardi di dollari, nonostante il riacquisto di proprie azioni per 6,5 miliardi: un bel regalo ai propri azionisti.
Aiuti alimentari
Se non bastassero i dati illustrati finora, può essere utile parlare di aiuti alimentari, i cosiddetti "food stamps", i bollini per fare la spesa, non molto dissimili da quelli diffusi in Italia (e in Europa) dopo la Seconda Guerra mondiale.
Prima della crisi economica - nel 2007 - ne usufruiva il 12% dei bambini americani. Dopo la crisi si è arrivati al 20%: più di sedici milioni di bambini, un quinto del totale, hanno bisogno di un sostegno pubblico per mangiare! Anche questo dato è certificato dall'impietoso Census Bureau.
Crisi passata? Solo per i pochi che non l'hanno subita
Come si è visto, dati alla mano, negli USA la crisi economica sembra aver lasciato dietro di sé più ingiustizia e più squilibri di prima. Una società meno egualitaria, una ricchezza più concentrata, un lavoro sempre meno pagato. E un ricupero occupazionale, i cui numeri assoluti non possono essere messi in dubbio, che maschera una realtà sconcertante.