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ITALIA

​Vaccini: a Bologna 300 bambini non in regola con i documenti

A Modena la Ausl stima "600-650 minori a rischio di esclusione". Sale complessivamente la copertura vaccinale. Grillo: diritto alla salute è prioritario

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Anche se slitta a domani il giorno in cui scattano le misure che impediscono la frequentazione degli asili ai bambini per cui le famiglie non hanno presentato il certificato di avvenuta vaccinazione, Bologna e Modena, tenendo fede al limite del 10 marzo, hanno monitorato la situazione.

Sotto le Due Torri, su 8.000 bambini iscritti ai nidi e alle scuole d'infanzia, per circa 300 di loro oggi, dopo l'autocertificazione, non è stata consegnata alcuna documentazione aggiuntiva sui vaccini da parte dei genitori. Per questo, è risultato non in regola circa il 4% degli iscritti.   A fornire questo dato è stato il Comune che da domani, alle famiglie, manderà una mail di avvertimento che potrebbe portare anche alla sospensione. Come previsto dalla Legge Lorenzin, infatti, senza la documentazione scattano le limitazioni.

Il dato rilevato dall'area scuola dell'amministrazione bolognese 'torna' anche al direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl di Bologna Paolo Pandolfi.   "Nella fascia d'età 0-6 anni - ha spiegato - su 34.500 bambini residenti nei 45 comuni coperti dalla nostra azienda sanitaria, 840 non ci risulterebbero in regola con i vaccini. Di questi, non tutti vanno a scuola. Noi abbiamo l'obbligo di analizzare tutti gli elenchi che riceviamo dai Comuni e dai presidi entro il 10 giugno. La sospensione è difficile che avvenga immediatamente, l'iter sanzionatorio ha dietro un grande lavoro amministrativo".

A Modena a fare il quadro della situazione è stata l'Ausl che, considerando l'attività del servizio di Pediatria di Comunità, in una nota ha stimato che vi siano ad oggi  "poco piùdi 4.100 alunni che non sono ancora in regola con le vaccinazioni obbligatorie. Di questi 600-650 minori che potrebbero essere esclusi da nidi e scuole dell'infanzia, mentre sono circa 350 i minori studenti di scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado a rischio sanzione. I casi non in regola sono diminuiti del 68,5%, rispetto ai 13mila del 2017".

Grillo: io e il governo non faremo passi indietro. Diritto alla salute è prioritario
"In questi mesi abbiamo smontato tutti gli attacchi arrivati dai detrattori, dimostrando di avere su questo tema un approccio serio, equilibrato, basato sulle prove scientifiche. Tutelare al meglio la salute di tutti cittadini, con particolare attenzione ai più fragili: questo è l'intento che mi anima". Così, il ministro della Salute, Giulia Grillo, sul suo profilo Facebook. "Domani - ricorda - scadrà la proroga sulle vaccinazioni per i genitori che hanno presentato l'autocertificazione. La proroga attuata nel settembre scorso da MoVimento 5 Stelle e Lega serviva a semplificare gli adempimenti burocratici imposti dal decreto Lorenzin, complicati dall'assenza dell'anagrafe vaccinale in alcune regioni e da quella nazionale che deve raccogliere tutte le informazioni e che noi abbiamo avviato. Abbiamo così evitato un collo di bottiglia burocratico e dato a tutti i genitori il tempo di mettersi in regola, avendo più margine a disposizione per accedere a una corretta informazione, approfondire, chiarire eventuali dubbi sulle pratiche vaccinali. Dai dati che il ministero della Salute ci mette a disposizione risulta che la percentuale di bambini vaccinati sia altissima e il mio augurio è che nessuno rimanga fuori dai nidi e dalle scuole materne".

"Tutti i bambini hanno il diritto di andare in classe, ma sono certa che i genitori comprenderanno che la #salute di tutti è il bene supremo, oltre che un diritto costituzionale - chiarisce il ministro - e abbiamo il dovere di fare il possibile per garantirlo in modo universale, soprattutto ai bambini immunodepressi e a chi non può vaccinarsi perché ha qualche malattia".

Ribadisce Grillo: "La legge Lorenzin, che ha introdotto l'obbligo per 10 vaccinazioni per capirci, è una legge che, già al tempo dell'approvazione, abbiamo criticato per diverse ragioni. Una su tutte: l'obbligo dev'essere un mezzo e non il fine, va applicato dove serve, siamo per il modello della raccomandazione, che agisce sulla consapevolezza e la piena informazione sui temi della prevenzione. Un modello che applicato correttamente prevede un percorso di incontro-confronto tra Stato e cittadini. Lo scontro non fa bene a nessuno e a subire le conseguenze di un approccio divisivo sono principalmente i bambini.Con il nostro disegno di legge intendiamo superare l'obbligo delle 10 vaccinazioni, mantenendo quello per il morbillo perché i dati dell'OMS e del Ministero ci confermano che è ancora necessario. La proposta della nuova legge basata su interventi mirati in basi alle condizioni epidemiologiche, ha già cominciato il suo iter al Senato e ci sono tutte le condizioni affinché venga approvata prima dell'estate.Si tratta di un approccio intelligente e razionale: stop a interventi lineari o a gamba tesa da parte della politica, le politiche vaccinali vanno calibrate e applicate in base alle esigenze e all'indirizzo dato dalla comunità scientifica. E l'obbligo va introdotto solo se serve, partendo dai dati sulle coperture raccolti dall'anagrafe vaccinale, o in base ad eventuali epidemie. Per questo è fondamentale l'Anagrafe nazionale vaccini, da noi istituita ad ottobre.Negli anni, l'incapacità di ascolto da parte della politica e gli interessi particolari di qualcuno hanno causato un danno gravissimo: erodere il rapporto di fiducia tra scienza-sanità e cittadini. Quello che stiamo facendo, attraverso le politiche vaccinali e non solo, è invertire la rotta".