Coronavirus
"Il rischio zero non esiste"
Vaccini, Figliuolo: "Quelli a mRna basteranno per tutti. Mix sicuro ed efficace"
"Su una platea di più di 54 milioni di persone teoricamente vaccinabili, oltre il 54% ha ricevuto almeno una dose" e "oltre 14,8 milioni di persone sono vaccinate, con la prima e la seconda dose" dice il commissario straordinario all'emergenza Covid
''Le cifre parlano chiaro: abbiamo superato quota 44 milioni di somministrazioni. Significa che oltre 14,8 milioni di persone sono vaccinate, con la prima e la seconda dose, e che ad oltre 29,2 milioni di persone è stata somministrata una prima dose. Su una platea di più di 54 milioni di persone teoricamente vaccinabili, oltre il 54% ha ricevuto almeno una dose. Ma quello che conta è il netto calo dei ricoveri in terapia intensiva . Se l'Italia sta riaprendo e sta riscoprendo il gusto del futuro, come ha detto il presidente Mario Draghi, lo dobbiamo all'enorme sforzo corale del Paese''. Lo dice il commissario straordinario all'emergenza Covid generale Francesco Figliuolo in un'intervista a Il Giornale.
Sulla vaccinazione eterologa e i possibili rischi ''prendo atto delle evidenze scientifiche. Ci sono due studi clinici, pubblicati nelle ultime due settimane in Spagna e in Gran Bretagna, che mostrano buoni risultati in termini di risposta anticorpale e sicurezza per ciò che riguarda la cosiddetta vaccinazione eterologa. Indubbiamente tutti i cambiamenti avvenuti circa l'utilizzo dei vaccini possono aver generato perplessità, ma una campagna vaccinale mondiale è caratterizzata da grande dinamicità. Una cosa rimane centrale: la salvaguardia migliore della salute di tutti, in un contesto in cui il rischio zero non esiste''.
Per Figliuolo non ci saranno ripercussioni sul piano che, sottolinea, ''rimane sostenibile. Da qui alla fine di settembre è previsto l'utilizzo complessivo di oltre 54,5 milioni di vaccini mRNA e saremo in grado di coprire l'80% della platea da vaccinare. Nel periodo giugno-settembre impiegheremo circa 990 mila dosi per far completare il ciclo vaccinale agli under 60 che avevano ricevuto la prima dose con AstraZeneca. Per il mese di giugno, già a partire dal 14 sono iniziate distribuzioni apposite per soddisfare tale fabbisogno extra, mentre per luglio e agosto è in corso una pianificazione che permetterà il completo soddisfacimento di tutte le esigenze. L'eventuale mancata approvazione del vaccino Curevac non impatterà sul raggiungimento degli obiettivi''.
Remuzzi: "Mix vaccini più efficace, abbiamo le prove"
"Le ricerche fatte fino ad ora confermano che il mix di vaccini non solo funziona ma garantisce una migliore copertura". Lo scrive su Il Corriere della Sera Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs. "Non sarà che nel proporre il richiamo con Pfizer o Moderna in chi aveva già fatto AstraZeneca, Cts e governo si siano fatti condizionare dalla morte della ragazza di Sestri Levante?", si chiede Remuzzi. "Fare la prima dose con un certo vaccino e la seconda con un altro (l'hanno chiamata vaccinazione eterologa) non è cosa di oggi; due vaccini diversi sono stati sperimentati per la prima volta a Parigi 34 anni fa per l'Hiv e si è capito subito che l'idea era buona".
"Adesso chi lavora sull'Hiv segue la strada della vaccinazione eterologa (aperta da Daniel Zagury alla Pierre and Marie Curie University nel 1987) e lo stesso si fa per Ebola, tubercolosi, Epstein-Barr e altre malattie - prosegue il direttore - Ma lo si è già fatto anche per Sars-CoV-2: Sputnik è di fatto una vaccinazione eterologa, visto che l'adenovirus della prima dose è diverso da quello della seconda (e l'analisi ad interim dei dati di fase tre dimostra un'efficacia del 91,6% e una buona tolleranza)". Prima di arrivare all'uomo i ricercatori hanno provato tutte le combinazioni possibili negli animali, per concludere che l'eterologa consente al sistema immune di riconoscere e neutralizzare l'intruso; nel nostro caso il virus; in regioni diverse e questo aumenta l'efficacia della vaccinazione. Per Sars-CoV-2 la combinazione dei due vaccini sfrutta le peculiarità di ciascuno dei due: AstraZeneca genera linfociti T (killer) che attaccano le cellule infettate dal virus per poi distruggerle; i vaccini a mRna invece provocano soprattutto una risposta anticorpale", avverte.
"Come lo sappiamo? Dallo studio degli spagnoli: 663 persone con meno di 60 anni, che avevano già ricevuto AstraZeneca, dopo 8 settimane ricevevano Pfizer-BioNTech. I dati preliminari, annunciati il 18 maggio, dimostrano che la vaccinazione eterologa è altamente immunogenica e genera anticorpi che riconoscono e inattivano Sars-CoV-2 (nei test di laboratorio) più di quanto non si fosse mai visto con qualunque combinazione di vaccino omologo", ricorda Remuzzi. Poi c'è un studio fatto in Germania dal dipartimento di virologia dell'Università di Ulm. "E' vero non sono ancora pubblicati ma lo saranno presto e chiunque li può vedere in 'medRxiv' in forma di pubblicazione non definitiva, accessibile alla comunità scientifica. Si tratta - ricostruisce Remuzzi - di 26 persone che hanno ricevuto AstraZeneca, seguita dopo 8 settimane da Pfizer, in cui si è registrata una potente risposta immune e soprattutto un'aumentata reattività delle cellule T contro Sars-CoV-2. Ma la parte più interessante di questo studio è che, almeno nei test di laboratorio, il siero dei soggetti trattati con due vaccini diversi inattiva le varianti inglese, sudafricana e persino quella indiana (si chiama delta ed è quella di cui abbiamo tutti tanta paura)".
Sulla vaccinazione eterologa e i possibili rischi ''prendo atto delle evidenze scientifiche. Ci sono due studi clinici, pubblicati nelle ultime due settimane in Spagna e in Gran Bretagna, che mostrano buoni risultati in termini di risposta anticorpale e sicurezza per ciò che riguarda la cosiddetta vaccinazione eterologa. Indubbiamente tutti i cambiamenti avvenuti circa l'utilizzo dei vaccini possono aver generato perplessità, ma una campagna vaccinale mondiale è caratterizzata da grande dinamicità. Una cosa rimane centrale: la salvaguardia migliore della salute di tutti, in un contesto in cui il rischio zero non esiste''.
Per Figliuolo non ci saranno ripercussioni sul piano che, sottolinea, ''rimane sostenibile. Da qui alla fine di settembre è previsto l'utilizzo complessivo di oltre 54,5 milioni di vaccini mRNA e saremo in grado di coprire l'80% della platea da vaccinare. Nel periodo giugno-settembre impiegheremo circa 990 mila dosi per far completare il ciclo vaccinale agli under 60 che avevano ricevuto la prima dose con AstraZeneca. Per il mese di giugno, già a partire dal 14 sono iniziate distribuzioni apposite per soddisfare tale fabbisogno extra, mentre per luglio e agosto è in corso una pianificazione che permetterà il completo soddisfacimento di tutte le esigenze. L'eventuale mancata approvazione del vaccino Curevac non impatterà sul raggiungimento degli obiettivi''.
Remuzzi: "Mix vaccini più efficace, abbiamo le prove"
"Le ricerche fatte fino ad ora confermano che il mix di vaccini non solo funziona ma garantisce una migliore copertura". Lo scrive su Il Corriere della Sera Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs. "Non sarà che nel proporre il richiamo con Pfizer o Moderna in chi aveva già fatto AstraZeneca, Cts e governo si siano fatti condizionare dalla morte della ragazza di Sestri Levante?", si chiede Remuzzi. "Fare la prima dose con un certo vaccino e la seconda con un altro (l'hanno chiamata vaccinazione eterologa) non è cosa di oggi; due vaccini diversi sono stati sperimentati per la prima volta a Parigi 34 anni fa per l'Hiv e si è capito subito che l'idea era buona".
"Adesso chi lavora sull'Hiv segue la strada della vaccinazione eterologa (aperta da Daniel Zagury alla Pierre and Marie Curie University nel 1987) e lo stesso si fa per Ebola, tubercolosi, Epstein-Barr e altre malattie - prosegue il direttore - Ma lo si è già fatto anche per Sars-CoV-2: Sputnik è di fatto una vaccinazione eterologa, visto che l'adenovirus della prima dose è diverso da quello della seconda (e l'analisi ad interim dei dati di fase tre dimostra un'efficacia del 91,6% e una buona tolleranza)". Prima di arrivare all'uomo i ricercatori hanno provato tutte le combinazioni possibili negli animali, per concludere che l'eterologa consente al sistema immune di riconoscere e neutralizzare l'intruso; nel nostro caso il virus; in regioni diverse e questo aumenta l'efficacia della vaccinazione. Per Sars-CoV-2 la combinazione dei due vaccini sfrutta le peculiarità di ciascuno dei due: AstraZeneca genera linfociti T (killer) che attaccano le cellule infettate dal virus per poi distruggerle; i vaccini a mRna invece provocano soprattutto una risposta anticorpale", avverte.
"Come lo sappiamo? Dallo studio degli spagnoli: 663 persone con meno di 60 anni, che avevano già ricevuto AstraZeneca, dopo 8 settimane ricevevano Pfizer-BioNTech. I dati preliminari, annunciati il 18 maggio, dimostrano che la vaccinazione eterologa è altamente immunogenica e genera anticorpi che riconoscono e inattivano Sars-CoV-2 (nei test di laboratorio) più di quanto non si fosse mai visto con qualunque combinazione di vaccino omologo", ricorda Remuzzi. Poi c'è un studio fatto in Germania dal dipartimento di virologia dell'Università di Ulm. "E' vero non sono ancora pubblicati ma lo saranno presto e chiunque li può vedere in 'medRxiv' in forma di pubblicazione non definitiva, accessibile alla comunità scientifica. Si tratta - ricostruisce Remuzzi - di 26 persone che hanno ricevuto AstraZeneca, seguita dopo 8 settimane da Pfizer, in cui si è registrata una potente risposta immune e soprattutto un'aumentata reattività delle cellule T contro Sars-CoV-2. Ma la parte più interessante di questo studio è che, almeno nei test di laboratorio, il siero dei soggetti trattati con due vaccini diversi inattiva le varianti inglese, sudafricana e persino quella indiana (si chiama delta ed è quella di cui abbiamo tutti tanta paura)".