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Coronavirus

Curcio: "Italia tutta diversa, centralizzare è difficile"

Vaccini, tensione governo-Regioni. Figliuolo: "Per giugno avremo 45 milioni di dosi"

"A fine maggio saremo comunque in grado di passare alle categorie produttive per far ripartire il Paese" dice il commissario all'emergenza Covid. Zaia: "Draghi faccia scouting, ci sono dosi su mercato". Toti: "De Luca sbaglia su fasce d'età"

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"Per giugno avremo 45 milioni di dosi". Lo assicura il commissario all'emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, sul Corriere della sera. Sullo scontro con i governatori regionali, il commissario è netto: "A fine maggio saremo comunque in grado di passare alle categorie produttive per far ripartire il Paese. Lo dicono i numeri: nel trimestre che va da aprile a giugno avremo 45 milioni di dosi, vuol dire 15 milioni al mese. È la quantità giusta".   Al governatore della Campania De Luca non lascia spazio di manovra: "Sbaglia chi pensa di poter trascurare anziani  e fragili. Anche io voglio riaprire l'Italia, ma soltanto quando avrò messo al sicuro chi rischia la vita".   

Con riferimento alla questione dei vaccini nelle Isole, Figliuolo pensa di poter risolvere la polemica entro fine maggio: la pianificazione è "già stata affidata agli uffici, ma non potrà essere operativa prima che siano vaccinate le persone che hanno più di 60 anni". Se non ci saranno altri ritardi nelle consegne - viene riferito dal Corriere della sera - il piano prevede di individuare in ogni isola uno o due centri vaccinali;nei parcheggi, negli aeroporti e se non ci saranno spazi sufficienti - osserva Figliuolo - "useremo le navi".

Gelmini, 500 mila al giorno a inizio maggio
"Ora facciamo una media di 300 mila vaccinazioni al giorno, raggiungeremo le 500 mila a fine aprile-inizio maggio". Così il ministro Mariastella Gelmini aTgcom 24.
"Sulla proposta per aggiornare parametri posso dire che ho sentito Fedriga, il nuovo presidente della Conferenza delle Regioni,  e le notizie su questo tema si riferiscono a una Commissione tecnica che sta lavorando ai parametri, che naturalmente sono in evoluzione. Il governo e i ministeri sono al lavoro sui protocolli e stiamo lavorando sul bilanciamento dei parametri rispetto a come si 'muove' il virus". Lo ha detto la ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini partecipando a un evento organizzando daEureca su Stato, regioni e lotta al Covid. "Il pronunciamento su Johnson&Johnson ha effetto limitatissimo rispetto al piano vaccinale . Stanno arrivando nel nostro Paese 4,2 milioni di vaccini, ma solo 200mila sono J&J . Questa sospensione crea disagi e preoccupazione ma la dobbiamo ridimensionare perché sono pochissimi i casi , sono in un numero inferiore a quelli di AstraZenenza. Questo poi dimostra che c'è trasparenza e sorveglianza sui vaccini", ha detto la ministra per gliAffari Regionali Mariastella Gelmini partecipando a un evento organizzando da Eureca su Stato, regioni e lotta la Covid. "Iln ostro piano quindi non viene intaccato grazie ad altri prodotti", ha aggiunto. "Ci affideremo a Aifa e all'Ema e aspetterò le loro valutazioni, ma ad oggi i nostro piano è perfettamente in grado di andare avanti".

Curcio: "Italia tutta diversa, centralizzare è difficile"
"Da sei settimane mi sveglio e mi addormento con il chiodo fisso, scacciare questa cosa dall’Italia". E' quanto ha detto a proposito del Covid-19 Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile, in un'intervista a 'La Repubblica'. "Non sarò mai - spiega - tra quelli che vogliono un ritorno allo Stato centralista. Da quattordici anni sono un uomo di Protezione civile, ho girato l’Italia in lungo e in largo e ho capito che ogni Provincia è unica: ha una sua economia, una sua sofferenza, un suo bisogno. Non credo che quando riavremo le bocce ferme, la fine della pandemia, torneremo a una sanità centralizzata, uno Stato che fa tutto". Per Curcio "dobbiamo salvare vite, mettere in sicurezza gli anziani e i fragili. Come si può convivere con 358 morti al giorno? Si è diffuso un cinismo della tabella, la conta quotidiana ci fa perdere il senso delle tragedie. Quando avremo messo in sicurezza gli over 80, gli over 70 e anche gli over 60 potremo ragionare su un piano vaccinazioni più flessibile, uscire dalla rigidità anagrafica".

Il generale Figliuolo e il capo della Protezione civile oggi saranno in visita ad Aosta. Sono attesi nel pomeriggio, verso le 16, al Polo vaccinale allestito al Palaindooor di Aosta. Ad accompagnarli nella visita sarà l'assessore regionale alla sanità, Roberto Barmasse.

Toti: "De Luca sbaglia su fasce d'età"
"Credo che sia sbagliato l'approccio del ragionamento di De Luca. L'economia ripartirà prima se avremo messo in sicurezza le persone che vanno negli ospedali, per riempire i ristoranti dobbiamo vuotare gli ospedali". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti stamani ad 'Agorà' su Rai 3 commenta la richiesta della Regione Campania di non procedere la vaccinazione per fasce d'età dopo l'immunizzazione degli over 80. "La Campania è la Regione, beati loro, più giovane d'Italia, la Liguria la più vecchia. A modo suo De Luca ha ragione, basta che ci capiamo su quello che stiamo dicendo. È ovvio che se decidiamo di vaccinare gli ottantenni dovremmo dare più vaccini alle Regioni con più ottantenni e noi ne abbiamo più di 10 mila solo nelle Rsa. Quando arriveremo ai 40enni verranno consegnate più dosi a chi ha più abitanti di 40 anni. È percentualmente molto semplice" sottolinea Toti.

Zaia: "Draghi faccia scouting, ci sono dosi su mercato"
"Noi siamo stati ligi alle regole. Abbiamo avuto una ventina di contatti e abbiamo segnalato ad Aifa subito questo aspetto, perchè serve l'autorizzazione di Aifa. Ancora in queste ore qualcuno ci contatta, e dice che ci sono dosi di vaccino sul mercato. Il presidente del Consiglio mandi qualcuno a fare 'scouting' su questo". Così il presidente del Veneto Luca Zaia, a Mattino Cinque, sulla vicenda dei 27 milioni di dosi offerti da intermediari al Veneto. "L'impressione - continua - è che in Europa abbiano mandato non i più 'performanti' a trattare. Spero non fossero burocrati. La trattativa non funziona, perché la quantità di vaccini che abbiamo confermato e che ci vengono forniti per altro con un sali e scendi nelle forniture non indifferente per la nostra programmazione, è insufficiente". E conclude: "Qualcuno vuol andare a vedere come fa la Germania ad avere tanti vaccini?".

Sileri: "Proteggere fragili e anziani per aiutare ripresa"
"Il Piano vaccinale è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. E c'è scritto chiaramente che bisogna procedere per classi di età. Proteggendo prima gli anziani e i fragili si salvano delle vite, si riducono i ricoveri, si mettono in sicurezza gli ospedali. E anche così si aiuta il turismo". Così il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri sul Messaggero dove spiega che facendo così si aiuta la ripresa, e che "neppure dovrebbe servire una norma ma dovrebbe essere sufficiente il buon senso". Sileri si trova"d'accordo con il generale Figliuolo: sulle priorità non sono ammesse deroghe e serve una uniformità nazionale".   Chi ora si tira indietro "non comprende che vaccinare più anziani ha un ritorno per la stessa Regione: nel momento in cui vaccini gli over 70, hai meno malati in terapia intensiva, meno pressione sugli ospedali" e "questo significa poter riprendere tutta le attività, riavvicinarsi alla vita normale".

Poi -avverte - "farei anche un'altra cosa: ritarderei la seconda dose. Bisogna ampliare il periodo che passa tra prima e seconda dose per Pfizer e Moderna applicando il tempo massimo indicato dall'Aifa, 42 giorni. Dovevamo copiare il sistema inglese.Facciamolo ora, perché siamo ancora al plateau della terza ondata. Se rinviamo la seconda dose, possiamo proteggere con la prima molte più persone".   L'ipotesi di Isole Covid free "può avere un senso perché vi sono delle isole che vivono di turismo, ma soprattutto c'è una ragione sanitaria. In alcune piccole isole il sistema sanitario è molto debole, non ci possono essere posti letto e ospedali come nelle grandi città". Infine, sulle riaperture, "si deve ritornare anche al colore giallo per le Regioni da inizio maggio. Dopo 2 settimane, a metà maggio, si può alleggerire, coni ristoranti aperti alla sera, i cinema, i teatri. Per farlo però dovremo avere raggiunto la vaccinazione del 75% degli anziani e dei fragili".

Sebastiani (Cnr): "A fine aprile 350.000 dosi al giorno"
Il tasso giornaliero delle dosi somministrate di vaccino anti Covid-19  in Italia nelle ultime settimane sta aumentando, ma in modo costante ogni settimana e se, continua questo trend, per fine aprile non riuscirà comunque a superare 350.000 unita' al giorno. E' il quadro che emerge da un'Italia a più velocità, nella quale le dosi ancora da somministrare per vaccinare in modo completo tutti coloro che hanno 70 anni o piu' sono 14 milioni, con la provincia autonoma di Bolzano che raggiunge il 45% di dosi somministrare contro il 26% di Calabria e Puglia. E' quanto emerge dalle analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'Mauro Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).   "Dall'analisi dei dati della campagna di vaccinazione anti Covid-19 in Italia nelle ultime sei settimane risulta che il numero di dosi somministrate al giorno, mediato su una settimana, continua ad aumentare con un ritmo costante: ogni settimana di circa 20.000 unità, col valore della settimana dal 4 al 10 aprile pari a circa 260.000 somministrazioni al giorno.Con i dati disponibili al momento - osserva il matematico - si conferma la previsione che a fine aprile il numero di somministrazioni al giorno, mediato su una settimana, non supererà il valore di 350.000 unità".     Al momento risultano disponibili circa 500.000 dosi del vaccino della Pfizer a fronte di 2,3  milioni di persone inattesa della seconda dose, e 1,4 milioni di dosi del vaccino di Astrazeneca, "dove il problema della seconda dose in pratica non c'è perché - rileva Sebastiani - avviene a 90 giorni dalla prima". Sale poi al 22% la percentuale di dosi somministrate a soggetti appartenenti alla categoria "altro" che, secondo l'esperto, "sarebbe auspicabile venisse scorporata. Se per questa categoria continuasse ad aumentare anche la percentuale di soggetti considerati non per il criterio finalmente adottato,cioè quello dell'età, ma ad esempio perché appartenenti a categorie professionali, sarebbe auspicabile che questo trend finisse presto".

Arrivate in Italia prime 184 mila dosi J&J
Sono arrivate in Italia le prime 184 mila dosi del Johnson & Johnson, stoccate all'hub nazionale della Difesa di Pratica di Mare. Si tratta del primo lotto del vaccino statunitense che giunge in Italia. Nella tarda serata di ieri sono state inoltre consegnate circa 175mila dosi di vaccino Vaxzevria (AstraZeneca). I due arrivi, sottolinea l'ufficio del Commissario straordinario, "sono parte dei 4,2 milioni di dosi che giungeranno in Italia nel periodo 15-22 aprile, che - assieme a quelle nelle disponibilità  delle Regioni - contribuiranno in modo significativo al raggiungimento del target della campagna a livello nazionale". L'arrivo e lo stoccaggio dei vaccini presso l'hub nazionale di Pratica di Mare è gestito dal Comando operativo di vertice interforze nell'ambito dell'operazione Eos. Il vaccino J&J è il quarto approvato dalle autorità sanitarie nazionali, dopo Pfizer, Moderna e Vaxzevria.

J&J, dosi consegnate ma rinviamo lancio vaccino in Europa
La Johnson & Johnson, che ha consegnato oggi le sue dosi di vaccino anti-Covid anche in Europa, precisa di aver deciso di "ritardare il lancio" del proprio siero nel vecchio continente, "in un'ottica di trasparenza e in attesa delle valutazioni delle autorità sanitarie europee". Lo precisa la stessa azienda farmaceutica dopo la sospensione, da parte dalle autorità americane, delle somministrazioni del vaccino in seguito a sei casi di reazioni rare legate alla formazione di coaguli di sangue, tra cui un decesso. .