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MONDO

Gli ultimi sondaggi: il 72% dei venezuelani contro il voto

Venezuela vota per la Costituente tra le proteste, almeno 4 morti

Ministero dell'Interno: ucciso un candidato nella sua abitazione

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Almeno tre persone sono morte nelle ultime ore nelle proteste contro l'elezione in corso dell'Assemblea Nazionale Costituente, convocata dal presidente Nicolas Maduro per cambiare la Costituzione ma osteggiata da settimane di proteste popolari. Lo hanno reso noto deputati dell'opposizione venezuelana.    

Nel suo account su Twitter, il deputato e leader di Accion Democratica, Henry Ramos Allup, ha scritto che "il regime ha assassinato" con un colpo d'arma da fuoco Ricardo Campos, segretario giovanile di Ad, durante una protesta nella localta' di Cumana'. Le altre due vittime sono state assassinati, secondo vari deputati venezuelani, da "collettivi", i cosiddetti 'gruppi di difesa della 'revolucion'', che a volte sono armati.      

Se fossero confermate le tre nuove vittime, il bilancio delle proteste cominciate ad aprile contro il governo di Nicolas Maduro salirebbe a 112. 

Inoltre, secondo il ministero dell'Interno, un candidato alla Costituente è stato ucciso nella sua abitazione, a Ciudad Bolivar.

Non ci sono osservatori internazionali a monitorare il voto fortemente voluto dal presidente Maduro. Due settimane dopo il referendum convocato dalle opposizioni in cui oltre 7 milioni di cittadini (quasi un terzo degli aventi diritto) hanno bocciato l'idea di una nuova Assemblea Costituente, il governo non ha ceduto di un millimetro. E i seggi sono ufficialmente aperti - dalle 7 (le 13 in Italia) alle 18 - per votare la nuova Assemblea Costituente.

L'opposizione ha chiesto ai cittadini di astenersi, in molti denunciano pressioni da parte delle istituzioni per andare a votare (per i dipendenti pubblici circolano voci di minacce di licenziamento). Si temono ulteriori scontri e violenze. Un giudice del Tribunale Supremo - inviso a Maduro - per timore di ritorsioni si è rifugiato all'Ambasciata del Cile.  

Che poteri avrà la nuova Assemblea
Sarà di fatto asservita al presidente Maduro, l'Assemblea Costituente che deve redigere la nuova carta costituzionale (l'ultima era quella del 1999, di Chavez). Avrà poteri illimitati di riforma dello Stato e di modifica dell'ordinamento giuridico. 

Il fronte dell'opposizione e il boicottaggio del voto
Alcuni seggi sono già stati messi fuori uso dagli anti-Maduro. L'opposizione ha rilanciato la sua parola d'ordine di astensione alle elezioni - "Domenica, tutti a casa", è lo slogan più comune - mentre gruppi giovanili autonominatisi "La Resistenza" mantengono le mobilitazioni di piazza, affrontando la Guardia Nazionale e i "colectivos" (gruppi armati irregolari del chavismo) nelle strade del Paese.

Magistrato anti-Maduro si rifugia all'Ambasciata del Cile
Elenis del Valle Rodríguez, magistrato nominato circa una settimana fa dall'Assemblea Nazionale -l'organo è controllato dall'opposizione e ha in questo modo sostituito i giudici illegittimi voluti da Maduro -  si è rifugiata all'interno dell'ambasciata del Cile a Caracas "e si trova sotto protezione del Cile". A confermare la notizia, su Twitter, è stato il ministro degli Esteri cileno, Heraldo Munoz, a poche ore dall'inizio delle operazioni di voto. 

Gli ultimi sondaggi: il 72% dei venezuelani contro il voto
Secondo l'ultimo sondaggio diffuso dalla Datanalisis, una maggioranza schiacciante - il 72,7% - dei venezuelani si oppone all'Assemblea Costituente, e solo il 20,4% la appoggia, ma come ha sottolineato il direttore dell'istituto demoscopico, Luis Vicente Leon, queste cifre probabilmente non danno un'indicazione certa sul tasso di affluenza di domenica. 

Maduro ha bisogno di un'alta partecipazione
Garantire un'alta affluenza alle urne è diventata la priorità assoluta del governo, dopo che lo scorso 16 luglio l'opposizione ha organizzato un referendum contro la Costituente, senza valore legale, al quale hanno partecipato oltre 7,3 milioni di elettori. Maduro ha dichiarato che la Costituente è l'unico modo per uscire dalla crisi economica. 

Le pressioni sui dipendenti pubblici: votate o sarete licenziati
Si moltiplicano le testimonianze sulle minacce e i ricatti a cui sono sottoposti gli elettori - a partire dagli impiegati pubblici - perché partecipino al voto. Sui social circolano per esempio le istruzioni date da uno dei vicepresidenti dell'azienda petrolifera statale Pdvsa, nelle quali si avverte che qualsiasi dirigente che non partecipi alle elezioni e non si assicuri che anche i suoi dipendenti lo facciano sarà licenziato la settimana prossima. 

Card.Parolin, molto impegnati per soluzione
Il Papa e la Segreteria di Stato vaticana si sono "impegnati molto" per cercare una soluzione nella crisi del Venezuela, che deve essere "pacifica e democratica". Il Vaticano lo ha fatto, "cercando di aiutare tutti, indistintamente, e richiamando ciascuno alle proprie responsabilità". Lo ha detto oggi il cardinal Pietro Parolin, rispondendo ai cronisti sull'azione della Santa Sede riguardo alla situazione nel paese sudamericano. "Il criterio dev'essere solo il bene di quella popolazione" ha aggiunto Parolin.