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MONDO

La rivolta

Venezuela, proteste e scontri a Caracas. Gli Usa evocano azione militare, Mosca: "Non immischiatevi"

Guaidò: "Continuiamo con più forza che mai". Gas lacrimogeni contro manifestanti dell'autoproclamato presidente, nella capitale marcia di sostenitori di Maduro. Trump, intanto, avverte Cuba: smetta di interferire o embargo totale

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Nuovi scontri sono esplosi tra manifestanti e la Guardia nazionale bolivariana a Caracas, mentre sono in corso le marce contrarie di sostenitori di Maduro e oppositori. Lo riferiscono i media internazionali. Giornalisti di AFP sul posto hanno visto la Guardia nazionale sparare gas lacrimogeni contro i dimostranti che tentavano di bloccare un'arteria stradale vicina alla base militare La Carlota, dove ieri Guaidò ha provato a lanciare una rivolta militare contro il presidente.

Si svolge a partire da 15 punti di Caracas e in 21 Stati venezuelani la mobilitazione convocata contro il governo dal leader dell'opposizione. Allo stesso tempo, i sostenitori del capo dello Stato sono stati chiamati a marciare nella capitale fra il raccordo di Longaray, sull'autostrada Valle-Coche, fino al palazzo presidenziale di Miraflores.

Gas lacrimogeni contro manifestazioni oppositori
Agenti della polizia venezuelana hanno utilizzato gas lacrimogeni contro decine di oppositori che stavano concentrandosi in uno dei punti a sud-est di Caracas per partecipare alla marcia convocata da Guaidó. Uno dei leader della protesta, Jesús Armas, ha sostenuto che gli incidenti sono avvenuti in Plaza Washington dove, ha assicurato, la polizia "ha lanciato 12 lacrimogeni di fabbricazione russa". Questa azione, ha aggiunto, "mostra molto chiaramente chi sono quelli che appoggiano Maduro". In un altro incidente a Santa Mónica, si è appreso, gli agenti hanno disperso i militanti con gas lacrimogeni e proiettili di gomma.

Guaidò riappare a Caracas: "Il mondo è con noi, avanti fino all'obiettivo"
Guaidò è quindi ricomparso in pubblico, dinanzi a migliaia di sostenitori a Caracas, e ha promesso che andrà avanti fino a che non sia raggiunto "l'obiettivo di disarcionare il regime di Nicolas Maduro". "Il mondo è con noi" dice alla folla, "noi non vogliamo sacrificare nessuno. Facciamo tutto questo per le famiglie e il loro futuro. Cerchiamo di ottenere qualcosa, non possiamo più tacere. Dobbiamo trovare la libertà per tutto il Venezuela".

"Maduro ignora i diritti dei lavoratori"
In un nuovo giorno di mobilitazione dei suoi sostenitori, Guaidó, ha rivolto un messaggio ai lavoratori del Venezuela. "Riconosciamo il valore di un lavoro degno - ha sostenuto via Twitter - che permetta benessere e progresso". Assicurando che durante la marcia odierna si farà carico delle rivendicazioni dei lavoratori venezuelani, Guaidó ha concluso sottolineando che nel governo del presidente Nicolás Maduro "nessun salario è sufficiente", ricordando che i diritti e le conquiste dei dipendenti sono "ignorati".

Stamani la 'seconda chiamata': "Continuiamo con più forza che mai"
Guaidò ha chiamato a un'altra giornata di proteste stamattina. "Oggi continueranno le proteste" con più forza che mai" in tutto il Paese contro il governo del presidente Nicolas Maduro. "Oggi continuiamo", ha scritto su Twitter, condividendo le informazioni sui 15 principali punti di concentrazione delle proteste che si terranno oggi a Caracas. "Andiamo avanti con più forza che mai, Venezuela", ha aggiunto.

Trump: Cuba smetta di interferire o reagiremo
"Se le truppe e le milizie cubane non cesseranno immediatamente le operazioni militari e di altro genere allo scopo di causare la morte e la distruzione della Costituzione venezuelana, imporremo un embargo totale sull'isola di Cuba, insieme a più sanzioni". Lo scrive il presidente Usa, Donald Trump, in un tweet.

Pompeo: intervento militare Usa "possibile" se necessario
Il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha dichiarato oggi che il presidente Usa Donald Trump si tiene pronto, se necessario, a far intervenire l'esercito americano in Venezuela, dove ieri si sono registrati violenti scontri fra manifestanti e forze fedeli al presidente Nicolas Maduro. Il capo della diplomazia Usa ha detto. "Un intervento militare e' possibile. Se sara' necessario, sara' quello che gli Stati Uniti faranno".

"Mosca destabilizza il Venezuela"
"La Russia e Cuba stanno destabilizzando il Venezuela" e il coinvolgimento russo nelle vicende del Paese latinoamericano "rischia di destabilizzare anche le relazioni bilaterali tra Washington e Mosca" accusa poi Pompeo in un tesissimo colloquio telefonico avuto con il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov.

Mosca a Washington: "Non vi immischiate"
Lavrov, dal canto suo, ha detto a Pompeo che "l'ingerenza Usa negli affari interni del Venezuela" è una violazione del diritto internazionale e lo ha messo in guardia sul fatto che ulteriori passi "aggressivi" di Washington nel Paese latinoamericano comporterebbero "conseguenze gravi".

Scattano restrizioni Usa per il traffico aereo
L'agenzia federale dell'aviazione statunitense Faa ha proibito, a partire da ieri, agli operatoriaerei degli Stati Uniti di volare a meno di 26 mila piedi (circa8 chilometri) sullo spazio aereo del Venezuela, e ha ordinatoagli stessi operatori Usa che si trovano attualmente inVenezuela, compresi gli aerei privati, di lasciare il Paeseentro 48. Lo riportano i media venezuelani.   La misura del limite di volo a 26 mila piedi è statastabilita indefinitamente a seguito dell'aggravarsi della crisiistituzionale del Paese di ieri, ed è stata giustificata dalla"crescente instabilità politica e dalle tensioni".

Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Aporrea, la sera di martedì il servizio di tracciamento dei voli FlightRadar24 ha mostrato che alcuni voli tra il Sud America e l'Europa hanno attraversato lo spazio aereo venezuelano, ma ad altitudini superiori a 26.000 piedi. A marzo, la compagnia aerea americana American Airlines hasospeso indefinitamente i suoi voli per il Venezuela, a causa di"motivi di sicurezza". Il provvedimento giunse dopo chel'Associazione dei piloti alleati, negli Stati Uniti, raccomandòalla compagnia di non effettuare viaggi verso quelladestinazione.

Madrid conferma: Lopez in ambasciata spagnola
Il governo spagnolo ha confermato che Leopoldo Lopez, l'oppositore liberato ieri dagli arresti domiciliari, si trova nella residenza dell'ambasciata spagnola a Caracas con la moglie e la figlia.

25 militari chiedono asilo all'ambasciata del Brasile, ma non riescono a entrare
Un gruppo di 25 militari venezuelani ha chiesto asilo ieri all'ambasciata brasiliana a Caracas, dopo aver espresso il loro appoggio al leader oppositore Juan Guaidò, ma non sarebbero riusciti a entrare nella sede della missione diplomatica. E' quanto si desume da diverse dichiarazioni di membri del governo brasiliano, a partire dallo stesso presidente Jair Bolsonaro, che ha presentato questa versione dei fatti oggi ai media, osservando però che "questo è quello che è successo, apparentemente".  Il ministro della Difesa, generale Fernando Azevedo Silva, ha detto che "effettivamente c'è stata una richiesta (di asilo) da parte di 25 (militari) che non sono riusciti a entrare nell'ambasciata".

Maduro: "Tentato golpe fallito". E si congratula con le Forze armate
Voglio congratularmi con voi Forze armate per l'atteggiamento fermo, leale, valoroso e di enorme saggezza con cui avete condotto alla soluzione e alla sconfitta del piccolo gruppo che pretendeva di riempire il Paese di violenza con una scaramuccia golpista". Lo ha dichiarato nella notte il presidente venezuelano Nicolas Maduro. In un video con ministri, leader del Partito socialista unito del Venezuela e vertici militari diffuso attraverso Twitter, Maduro riferendosi a ieri ha parlato di un giorno intenso di eventi, emozioni, riflessioni e di sguardi sul futuro del Venezuela". E' stato anche, ha proseguito, "un giorno di contrasto in cui si sono contrapposte due Venezuela: una di pace e dialogo ed un'altra portatrice di violenza e venduta alle ambizioni straniere". "Ringrazio tutto il popolo venezuelano - ha poi detto - per il suo valore, coraggio e coscienza di fronte a questo tentativo di colpo di Stato frustrato. Avete dimostrato che un popolo mobilitato è garanzia di tranquillità per la Patria".

"Io fuggire?", Maduro smentisce Pompeo
Maduro ha quindi smentito l'intenzione, attribuitagli dal segretario di Stato americano, di abbandonare il Paese per trasferirsi a Cuba quando è cominciata la rivolta militare guidata da Guaidó.   In un video diffuso ieri sera, Maduro ha commentato così la vicenda: "Ha detto Mike Pompeo che (...) Maduro aveva un aereopronto per andarsene a Cuba, per fuggire, e che i russi lo hanno fatto scendere, proibendogli di lasciare il Paese".   "Signor Pompeo, per favore, che mancanza di serietà", ha concluso Maduro, non prima di ricordare ai suoi sostenitori di mobilitarsi il primo maggio per "dire all'Impero che il Venezuela si rispetta".

Un morto e 59 feriti negli scontri di ieri
E' di almeno un morto, un ragazzo di 24 anni, e 59 feriti il bilancio degli scontri di ieri in Venezuela. Lo riportano i media locali citando dati del Foro Penal. La giovane vittima, rimasta ferita negli scontri nella città di La Victoria, è stata trasportata in ospedale dove però è giunta senza vita. 

Ong: 119 gli arresti, anche 11 adolescenti
L'ong venezuelana per i diritti umani Foro Penal ha riferito che 119 persone, di cui 11 adolescenti,sono state arrestate durante le manifestazioni di protesta di ieri in differenti stati del Venezuela.

Lo stato che ha registrato il maggior numero di arresti è quello di Zulia, con 68 persone. Seguono gli stati di Carabobo (10 arresti), Aragua (9 arresti) e Merida (8 arresti). Foro Penal riporta inoltre arresti negli stati di Lara, Monagas e Tachira (5 persone per ogni stato), nell'area di Caracas (4 persone), nello stato di Bolivar (3 persone) e in quelli di Miranda e Trujillo (un arresto per ogni stato).