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SPETTACOLO

Non è un paese per giovani

"Venti cantanti mi amano, ma 140 ora mi odiano": Baglioni racconta il suo Sanremo

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Un signore per strada qualche giorno gli ha detto: "Sei il nuovo 'dittatore' artistico di Sanremo". Effettivamente è un ruolo di potere, "come il presidente del consiglio, per poco tempo, ma si ha potere". Claudio Baglioni racconta la sua edizione di Sanremo in radio a Non è un paese per giovani.

"Avevo detto di no varie volte. In 50 anni me l'ero cavata, adesso 20 persone mi vogliono molte bene, ma 140 mi odiano". C'erano diversi pezzi che avrebbe cantato volentieri lui stesso, e almeno altri 20 "avrebbero avuto la dignità di entrare in concorso".

Di Baudo vorrebbe la capacità di creare le differenze, "sentivi le gerarchie" e la sua capacità salvifica. Di Fazio il fatto che non si sa mai chi presenta, la sua "impostazione ironica". Di Conti, il fatto che "non si scompone mai, è formidabile". Favino? "È come me, l'uomo sbagliato al posto giusto. Mentre la Hunziker l'ho scelta perché non teme Sanremo".

I conduttori suggerisono: sarebbe bello se le canzoni le cantassi tutte tu. E lui: "E magari lo perdo".