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ITALIA

Liguria

Ventimiglia, migranti lasciano gli scogli al confine con Francia dopo la mediazione del vescovo

Questa mattina intorno alle sei le forze dell'ordine, su mandato di sequestro della magistratura, avevano sgomberato l'area della pinetina di fronte alla barriera, trasformata da mesi in accampamento. Una settantina tra migranti e no border si erano rifugiati sulla scogliera. Era andato a cercare di convincerli a porre termine alla protesta il vescovo di Ventimiglia, Antonio Suetta

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E' tornata spoglia la scogliera dei Balzi Rossi, che guarda la Francia a una distanza di un paio di metri. I migranti, che da giugno - alternandosi - occupano quelle grandi pietre scavate dal mare se ne sono andati assieme ai no border arrivati da tutta Italia assieme agli anarchici e ai disobbedienti per stare e protestare con loro. Se ne sono andati alle 17.21, stremati perché senza cibo da due giorni, perché è freddo. Questa giornata è stata lunga.

Tutto è iniziato alle 6 di stamani. La polizia, in esecuzione di un decreto di sequestro della pineta dei Balzi Rossi, dove no border e migranti avevano allestito una piccola tendopoli, li ha fatti sgomberare e ha messo i sigilli all'area. In settanta si sono precipitati sugli scogli, a ribadire il presidio di protesta per la chiusura della frontiera da parte della Francia. Come tre mesi fa, la police nationale francese ha fatto blocco in entrata alla frontiera, creando non pochi problemi ai lavoratori transfrontalieri che hanno dovuto passare il confine da Ponte San Luigi.

Tutti sapevano che anche la scogliera doveva essere sgomberata. Ma la polizia, che attendeva l'ordine del Viminale, ha giocato ancora una volta la carta della mediazione fruendo a sorpresa di un 'alleato' d'eccezione: monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia che, la tonaca nei pantaloni e il collarino slacciato, il Cristo sul cuore, ha saltato il muretto e si è seduto tra i migranti e i no border sugli scogli. E ha cominciato a parlare. La mediazione è cominciata in quel momento. E mentre parlava, un cordone di polizia impediva a alcuni attivisti di portare cibo sulla scogliera: "E' stato il momento più difficile" ha detto alla fine uno dei poliziotti.

Nel pomeriggio mons. Suetta è tornato ancora. E in quel momento, il blocco sugli scogli si è sciolto. I no border sono stati portati in commissariato per l'identificazione: "La solidarietà è un dovere imposto dall'articolo 2 della nostra Costituzione e questi ragazzi hanno passato intere giornate a sfamare e vestire i profughi, rispondendo a questo dovere. Per tale motivo credo che non sia il caso di denunciarli", ha detto
il loro avvocato Alessandra Ballerini mentre alcuni migranti, in attesa di esser portati dai bus al centro di prima assistenza, si sono seduti in cerchio sull'aiuola attorno a mons. Suetta e l'hanno ascoltato.