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SPORT

Parigi

Vincenzo Nibali trionfa al Tour. Lo 'Squalo' è il nuovo re di Francia

Il siciliano arriva nella capitale con la maglia gialla per la passerella come vincitore della centunesima edizione Tour de France

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di Alberto GioffredaParigi
Il sogno adesso è realtà. Vincenzo Nibali può svegliarsi, indossare la maglia gialla e realizzare di aver finalmente conquistato il Tour de France. Il ciclista di Messina, per tutti lo 'Squalo dello Stretto', è arrivato a Parigi con il classico flute di champagne in mano, godendosi la passerella sui Campi Elisi che spetta a chi vince la Grande Boucle.


Più che vinta, divorata, primo in quattro tappe e un distacco sul secondo in classifica di oltre sette minuti. Una distanza che non si registrava dal 1997, quando Jan Ullrich si lasciò alle spalle Richard Virenque con quasi dieci primi. Ma a differenza del tedesco Nibali ha dominato sin dall’inizio, prendendosi la maglia gialla con la vittoria alla seconda tappa, a Sheffield, in terra inglese, per lasciarla al francese Tony Gallopin solo alla nona. Un’illusione, perché il giorno dopo, sulle cime dei Vosgi, a Planche des Belles Filles, ha tagliato per primo il traguardo e non ha più mollato la testa della classifica, fino alla Ville Lumière.

Prima della capitale però ha voluto mettere su questo Tour la sua firma sulle montagne, vincendo sulle Alpi a Chamrousse, e poi sui Pirenei, ad Hautacam. E poi lasciando il segno anche su un terreno non propriamente adatto a lui, chiudendo al quarto posto nella crono della penultima tappa. Un modo per cancellare ogni dubbio su questa vittoria, su chi aveva detto che se il campione uscente Chris Froome non fosse caduto e ritiratosi, se Alberto Contador non avesse avuto lo stesso destino dell’inglese, per lo ‘Squalo’ non sarebbe stato così facile vincere questa centunesima edizione.

E invece ha messo tutti in fila, completando un percorso iniziato nel 2010, quando dopo 20 anni riportò la maglia rossa della Vuelta ad un italiano. Poi nel 2013, con l'Astana, il Giro d'Italia, in maglia rosa dall'ottava tappa fino alla fine. E adesso il Tour. Che significa ‘tripla corona’ e l’iscrizione a quel ristretto club di ciclisti che come lui hanno vinto i tre grandi giri a tappe: Eddy Merckx, Bernard Hinault, Jacques Anquetil, Alberto Contador e Felice Gimondi. E come il bergamasco Nibali ai Campi Elisi è arrivato facendo uno sgarbo ai francesi, precedendo in classifica due padroni di casa, Jean-Christophe Péraud e Thibaut Pinot. Giusto per non smentire Paolo Conte e i cugini d’oltralpe ‘incazzati’ dai tempi di Bartali (e a secco dal 1985, quando vinse Bernard Hinault).

Il pensiero al passato però Vincenzo Nibali lo ha riservato ad un altro grande, a Marco Pantani, l'ultimo trionfatore italiano nella corsa a tappe più prestigiosa del Mondo: "Quando lui vinceva ero ragazzino. Sua mamma mi ha regalato la sua maglia gialla e quando tornerò, come promesso, le porterò la mia".

Ultima tappa a Kittel
Senza grossi sussulti la ventunesima e ultima tappa della corsa, la Evry-Parigi, di 137.5 chilometri, con l'arrivo, per la quarantesima volta consecutiva, lungo i Campi Elisi della Capitale transalpina. Otto giri in tutto nel circuito cittadino finale, con protagonisti di una breve fuga Richie Porte (Sky), Josè Serpa (Lampre), Michael Morkov (Tnkoff-Saxo) e con una caduta del francese Jean Christophe Peraud (AG2R), secondo in classifica generale, abile poi a rientrare in gruppo prontamente. Lo sprint finale ha visto sugli scudi i due ciclisti piu' attesi, con Marcel Kittel bravo a vincere e a fare poker, davanti ad Alexander Kristoff (Katusha).