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ECONOMIA

Controffensiva mediatica

Visco difende Bankitalia: "È un'istituzione seria, con Cantone collaboriamo"

Il governatore dice la sua dopo le polemiche degli scorsi giorni sulle banche e assicura: "i risparmi degli italiani sono al sicuro"

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Ignazio Visco da Fabio Fazio (Lapresse)
Ignazio Visco difende la sua Banca d’Italia e respinge senza appello le voci di stampa di sue dimissioni offerte e respinte dal presidente Mattarella, immediatamente definite "fantasiose" dal Quirinale. Per il governatore, la banca centrale è “una istituzione seria" che ha "fatto il massimo possibile" e scongiurato molte crisi e "i risparmi degli italiani sono al sicuro".

La collaborazione con Cantone
La controffensiva mediatica prevede prima un’intervista a Repubblica, poi la partecipazione televisiva a “Che tempo che fa”. Visco ammette comunque di "non aver parlato" con il premier Renzi della sua decisione di affidare all'Anac di Cantone l'arbitrato sulle controversie dei bond delle quattro banche, mossa da molti letta come uno sgarbo a Via Nazionale. In ogni caso, sottolinea, con "Raffaele Cantone ci siamo sentiti" e "abbiamo offerto la collaborazione, siamo una istituzione del paese".  

Il ruolo di Bankitalia 
Di certo Visco vuole sottolineare che la Banca d'Italia agisce senza favoritismi e con ispezioni rigorose, facendo emergere lei le situazioni di difficoltà, ma secondo i suoi poteri e limiti stabiliti dalla legge. Norme che le impediscono di intervenire sulle banche anzitempo. Su Etruria infatti la lettera inviata ai vertici a fine 2013 era "riservata e coperta da segreto d'ufficio" e la Consob (che dal canto suo ha smentito di aver occultato informazioni riservate ai risparmiatori) ne era informata. Ma l'istituto aretino declinò sotto i livelli di capitale nel 2014 non riuscendo e non volendo trovare un partner che la Banca d'Italia aveva detto necessario per salvarsi.

Messaggio al governo 
Il governatore manda comunque un messaggio al governo: collaboriamo per vedere come gestire in futuro le crisi bancarie con queste norme europee che, anche se Banca d'Italia aveva provato ad opporsi, sono retroattive e provocano contraccolpi ancora tutti da definire. Alcune altre banche infatti devono mettere in ordine la loro situazione e preoccupano i crediti deteriorati. A Repubblica Visco aveva sottolineato per esempio che assieme alla Bce guardava con attenzione alle due venete Popolare Vicenza e Veneto Banca e alla loro trasformazione in spa e quotazione.