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MONDO

L'aereo scomparso

Volo MH370, nuovi segnali in mare compatibili con le scatole nere

"Credo che stiamo cercando nell’area giusta", ha detto Angus Houston, il comandante australiano dell’operazione. Due nuovi segnali compatibili con quelli emessi dalle scatole nere dell'aereo scomparso da oltre un mese sono stati captati nelle ultime ore. Continua quindi la corsa contro il tempo per recuperarle prima che esauriscano le batterie

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(foto archivio)
Perth (Australia)
Una nave australiana che partecipa alle ricerche dell'aereo MH370 nell'Oceano Indiano ha rilevato nuovi segnali acustici "compatibili" con le emissioni delle scatole nere. Lo ha annunciato il responsabile delle operazioni, Angus Houston.
 
"La Ocean Shield - ha riferito - ha captato dei segnali in due occasioni, ieri nel tardo pomeriggio e più tardi in serata. Entrambe le rilevazioni, che si aggiungono a quelle percepite nei giorni scorsi nella stessa zona, sono giudicate "compatibili" con le scatole nere".

"Ora credo che stiamo cercando nell’area giusta, dobbiamo identificare visivamente il relitto prima di poter confermare con certezza che questo è il punto dove riposa il volo MH370, ma lo troveremo". Angus Houston, il comandante australiano dell’operazione questa mattina ritiene che gli ultimi segnali captati vengano dalle scatole nere del Boeing. "Il segnale era chiaro, distinto e stabile", ha detto. 
 
Continua quindi la corsa contro il tempo per cercare di individuare e recuperare le scatole nel del Boeing 777 della Malaysia Airlines scomparso l’8 marzo scorso. Le batterie delle scatole nere hanno infatti una vita di 30 giorni e quindi, se non sono esaurite, è solo questione di ore perché questo avvenga, rendendone poi impossibile l’individuazione.
 
Ma anche se le due scatole nere venissero recuperate, non è detto che questo riuscirebbe a far luce sul mistero del volo partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino ma scomparso in volo e finito, probabilmente, nell’Oceano Indiano meridionale, a migliaia di chilometri da quella che sarebbe stata la sua rotta. Questo perché le scatole nere contengono solo le ultime due ore di registrazione dei dati di volo e delle conversazioni in cabina. E l’ipotesi oggi più accreditata è che l’aereo abbia volato per ore governato dal pilota automatico sino ad esaurire il carburante e precipitare, senza nessuno ai comandi.