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ITALIA

L'inchiesta di Trapani

Vos Thalassa, la versione dell'equipaggio: "Ci siamo sentiti minacciati dai migranti"

I primi racconti dei migranti sarebbero diversi, avrebbero 'supplicato' con insistenza il comandante e l'equipaggio a non riportarli in Libia, pressandoli, e scambiando la loro paura con minacce. Potrebbe essere questa la discriminante determinante dell'inchiesta della Procura di Trapani

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La procura di Trapani vuole fare chiarezza sull'esatta dinamica di quanto è accaduto sulla Vos Thalassa dopo il soccorso dei migranti. L'equipaggio avrebbe detto di essersi sentito minacciato gravemente quando i migranti hanno scoperto che la nave li stava riportando indietro.

Secondo il racconto del comandante gridavano "no Libia, Libia, sì Italia". E avrebbero circondato l'equipaggio, spintonando il primo ufficiale. Così sono scattati i contatti con la sala operativa della capitaneria di porto di Roma, che ha inviato sul posto la Diciotti che ha effettuato il trasbordo.

I primi racconti dei migranti sarebbero diversi, avrebbero 'supplicato' con insistenza il comandante e l'equipaggio a non riportarli in Libia, pressandoli, e scambiando la loro paura con minacce. Potrebbe essere questa la discriminante determinante dell'inchiesta della Procura di Trapani.

Paura e minacce reali o percezione accentuata anche dall'inferiorità numerica? Intanto il procuratore Alfredo Morvillo ha deciso che non esistono i presupposti per arrestare i due indagati che la polizia aveva denunciato anche per impossessamento della nave e minacce. Ma questo non significa che l'inchiesta sia chiusa. Anzi si allarga. Si cercano, per esempio, anche eventuali scafisti del gommone, e, secondo quanto si è appreso, accertamenti anche su questo fronte sono in corso sui due indagati in stato di libertà.