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ITALIA

Il processo a Massimo Bossetti

Yara, scontro in aula: la difesa cita mail con la "richiesta dei costi di un Dna artificiale"

Letta in aula corrispondenza della società di spionaggio Hacking team, ricavata dal sito Wikileaks. Un manager parla di presunte congratulazione da parte del Ros dei carabinieri riguardo la soluzione del caso

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E' andato in scena un duro scontro tra difesa, accusa e parti civili, nell'aula del processo a Massimo Bossetti per l'omicidio di Yara Gambirasio, relativo ad alcune e-mail inviate dall'amministratore delegato di Hacking Team, David Vincenzetti a personale interno alla societa' e a investitori in cui il manager scriveva di presunte congratulazione da parte del Ros dei carabinieri riguardo la soluzione del caso. Le mail lette dai legali di Bossetti erano dei giorni successivi al fermo del muratore di Mapello, il 14 giugno del 2014. Il pm Letizia Ruggeri e i legali di parte civile si sono opposti alla lettura delle mail perche' ''non sappiamo da dove provengano''. I difensori hanno spiegato che i documenti erano stati ricavati dal sito di Wikileaks.org.

"Ci opponiamo alla lettura - hanno spiegato i legali di parte civile - perche' tra le altre cose vi potrebbero essere anche dei reati legati alla violazione della privacy, in quanto non sappiamo come queste mail siano state acquisite". La lettura delle mail per i legali aveva rilevanza in relazione alla testimonianza di due carabinieri, che avevano estrapolato, nelle fasi iniziali dell'inchiesta, i dati contenuti nei pc della famiglia Bossetti.

Riferimenti alla possibilità di creare un Dna artificiale
In una delle mail inviate da Vincenzetti si faceva inoltre riferimento a un Paese, Israele, e alla possibilita' di creare un Dna artificiale. L'avvocato Giuseppe Pezzotta, parte civile per la madre di Yara Gambirasio, Maura Panarese, si e' opposto alla lettura (la Corte si e' riservata) con toni molto decisi: "Io non posso presentarmi con un documento che mi ha dato mia sorella e leggerlo alla Corte. Tra le altre cose, vi potrebbero essere estremi per un reato". Il pm Letizia Ruggeri ha definito la vicenda "semplicemente esilarante".

La parte civile, rappresentata dall'avvocato della famiglia Andrea Pezzotta, si è opposta, spiegando che non si ha alcuna certezza sulla provenienza del materiale citato e sulla riservatezza delle mail interne.