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SALUTE

Zika, tre morti in Colombia per complicanze neurologiche. In Italia 9 le persone contagiate

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Tre persone sono morte la scorsa settimana in Colombia a causa del Zika: lo ha reso noto il Ministro della sanità, Alejandro Gaviria, sottolineando in particolare il nesso esistente tra il virus e la sindrome di Guillaume-Barrè.

Quest'ultima è una condizione che comporta un complesso disordine del sistema nervoso periferico, frutto di un'anomala ed esagerata risposta autoimmune, che comporta  debolezza muscolare, perdita della sensibilità  e a volte anche paralisi.

Incontrando la stampa, il ministro ha ricordato che nel paese rimane l'allerta per il possibile nesso tra Zika e la microcefalia, puntualizzando però che ora a preoccupare le autorità è soprattutto proprio il possibile nesso con la sindrome di Guillaume-barrè.

La responsabile dell'Istituto colombiano para la Sanità, Martha Ospina, ha ricordato che i casi di microcefalia nei feti non sono nuovi nel paese: nel 2015 ne sono stati rilevati 150 casi. "Ciò non significa, ha concluso, che la malattia possa in tali casi essere attribuita a Zika".

Nuovo caso a Roma, salgono a 9 in Italia
Sarebbero nove in tutto i casi in italia di Zika, tutti 'importati' da persone arrivate da viaggi nelle zone a rischio e tutti guariti. L'ultima è una persona di ritorno da un viaggio nella Repubblica Dominicana, curata all'ospedale civile di Venezia. Le sue condizioni sono buone. E a Roma è stata ricoverata un'altra persona all'Istituto Spallanzani, la struttura che ha già visto è gestito la pericolosa epidemia di Ebola curando i due italiani colpiti.

Dall'Onu intanto è arrivato un appello per permettere alle donne di abortire e di accedere ai servizi di salute pubblica per evitare le nascite in un momento come questo in cui la trasmissione del virus può essere così grave per i feti. Il rischio di microcefalia sembra infatti sempre più certo. Ma questa ipotesi ha trovato il fermo no da parte dei vescovi brasiliani.    

A preoccupare gli esperti è anche la possibilità di contagio attraverso rapporti sessuali. Il Cdc statunitense ha pubblicato una linea guida specifica per le donne in gravidanza, in cui si consiglia di evitare i rapporti sessuali o usare il preservativo fino alla nascita del bimbo alle donne i cui partner hanno viaggiato nei paesi interessati. indicato il test per tutte le donne incinte tornate in america da viaggi in zone in cui il virus Zika è diffuso, anche se non presentano sintomi della malattia.    

Confermato poi l'arrivo del virus Zika nella capitale Usa: tre casi di contagio a Washington, tra cui una donna incinta, sono stati resi noti dal dipartimento per la salute locale. Tutti e tre i pazienti avevano viaggiato in paesi dell'America Latina dove avrebbero contratto l'infezione.

In Italia "abbiamo aumentato il livello di controllo e di monitoraggio nel settore delle trasfusioni, come facciamo sempre nei casi in cui ci sono nuove epidemie con nuovi fattori di rischio", ha affermato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ricordando che nel nostro paese esiste "un sistema di allerta e sorveglianza che è già attivato".

Il centro nazionale sangue (Cns) prevede, infatti, che chi ha viaggiato nei paesi in cui è presente il virus Zika deve aspettare 28 giorni prima di donare il proprio sangue. 

Esperti del Brasile: possibile contagio da urina e saliva
La brasiliana Fondazione Fiocruz (vincolata al Ministero della Sanità) ha scoperto che anche saliva e urina possono contenere "tracce di virus attivo", ovvero con potenziale di infezione. "Non possiamo ancora affermare che il rischio di contaminazione via saliva o urina non esista, il nostro consiglio è che almeno le donne incinte evitino luoghi molto affollati", ha detto il presidente della Fiocruz, Paulo Gadelha.  

Porto Rico dichiara lo stato d'emergenza sanitaria
Le autorità del Porto Rico hanno dichiarato lo stato d'emergenza sanitaria per il propagarsi del contagio da virus Zika. Nel Paese caraibico il numero dei casi registrati è salito a 22, tra questi anche una donna incinta. "Il nostro obiettivo primario è di garantire la sicurezza dei portoricani e dare loro i consigli sulle misure necessarie per la prevenzione", ha dichiarato il governatore Alejandro Garcia Padilla.