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ITALIA

L'addio a Dario Fo. Oggi il funerale laico, a Milano è lutto cittadino

Tributo dell'intera città, l'ultimo saluto in piazza Duomo. Dario Fo riposerà al Famedio, il luogo riservato ai milanesi illustri, accanto alla moglie Franca
 

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"Una risata vi seppellirà". Così Jacopo Fo, figlio del Nobel, salutando il padre in piazza Duomo dove sotto la pioggia incessante è in corso la cerimonia funebre. "Storie di persone che non avevano nessuna possibilità è ciò che mia madre e mio padre hanno sempre fatto - ricorda Jacopo - Raccontavano che può succedere che la gente che non ha potere si prenda il potere e trovi soluzioni geniali per rovesciare la situazione".
Voi siete qui, sotto il diluvio perchè non avete visto un bravo attore, avete visto uno che c'era veramente", ha detto Jacopo Fo durante le esequie del padre Dario. "Fin da piccolo, mio padre mi diceva 'fai quel che vuoi perche' campi di piu'',  nel senso che se hai un desiderio, devi seguirlo a tutti i costi e mio padre e mia madre hanno fatto questo, sono andati avanti nonostante tutto quello che gli hanno fatto, e non hanno mai piegato la testa", continua Jacopo Fo. "Lui e' mia madre hanno fatto una vita straordinaria. Hanno ricevuto quantita' di amore", racconta commosso. "Abbiamo saputo che mio padre era senza speranze a luglio. Ad agosto ha fatto uno spettacolo di 2 ore e ha finito cantando. L'arte e la solidarieta' sono medicine per le persone. Adesso mia madre e mio padre sono li' insieme. Grazie compagni", ha concluso.


Petrini: oggi celebriamo il più grande tra noi
In questa giornata "che celebriamo e' meglio essere generosi che avari. Noi stapperemo le bottiglie, canteremo, balleremo, faremo l'amore, ritroveremo la gioia straordinaria di chiamarci compagni e compagne non solo perche' condividiamo il pane, ma anche la gioia, la fraternita' e questo nostro a more reciproco, senza cattiverie". Cosi' il fondatore di Slowfood Carlin Petrini  nell'orazione funebre in ricordo dell'amico fraterno Dario Fo. Oggi "celebriamo il piu' grande tra di noi, che aveva la capacita' di dileggiare i potenti con uno sberleffo - ha concluso -. Allegri bisogna stare perche' troppo piangere non rende onore ai nostri amici e perche' celebriamo la vita".
Inscindibile in Dario arte e politica Carlo Petrini, ha detto Petrini. "Molte persone oneste e sincere hanno tenuto a sottolineare la differenza tra artista, genio straordinario e la politica come se le due cose fossero inscindibili - ha detto - credo che sia impossibile e non sia giusto: e ben lo sapevano quei sovversivi dell'accademia svedese che gli assegnarono il Nobel con una sintesi perfetta 'dileggia il potere e restituisce dignità agli oppressi'.  
"Dobbiamo riaffermare con forza questa simbiosi stretta tra l'arte di Dario Fo e il suo impegno politico guidato da suo senso civico. Pensare a Dario senza la politica corrisponde dalle mie parti a pensare ad un buon vino fatto senza uva". 

Il corteo funebre
E' partito dal Piccolo Teatro dedicato a Giorgio Strehler, dove da ieri era rimasta aperta la camera ardente, il corteo funebre di Dario Fo, per l'ultimo saluto in una cerimonia laica organizzata in piazza Duomo. La bara è uscita tra gli applausi. Il corteo si è mosso dal piccolo teatro Strehler con le note di 'Bella Ciao' eseguita dalla 'Banda degli Ottoni a Scoppio'.  Il padre di 'Mistero buffo' sarà sepolto nella cripta del Famedio, al Cimitero Monumentale, - il luogo riservato ai milanesi illustri - vicino alla moglie Franca Rame.

Piove, a Milano. Il corteo colorato dagli ombrelli di parenti, amici, comuni cittadini e tanti giornalisti ha percorso lentamente il cuore della città di Fo. La Banda degli Ottoni ha intonato 'Bella ciao', alla partenza del corteo, che ha suonato lungo tutto il corteo funebre, snodatosi tra Foro Bonaparte, Via Dante, via Mercati, per raggiungere il sagrato del Duomo, accolto da applausi, 'Ciao Dario', gridato dai milanesi presenti, e da canzoni cantate da Dario Fo, da Adriano Celentano, diffuse dagli altoparlanti. Al corteo, tra gli altri, hanno partecipato i sindaci grillini di Torino Chiara Appendino e di Roma Virginia Raggi, il sindaco di Milano di Milano Giuseppe Sala, tutti e 3 con fascia tricolore; il giornalista Gad Lerner, l'esponente di Potere Operaio Oreste Scalzone, il consigliere lombardo grillino Stefano Buffagni, il presidente del Consiglio comunale meneghino Lamberto Bertole', il consigliere milanese Carlo Monguzzi. 

L'omaggio alla camera ardente, "Grazie Dario"
Ieri e oggi una folla silenziosa di milanesi, rappresentati delle istituzioni, del mondo dello spettacolo e della cultura si sono succeduti per l'ultimo saluto al premio Nobel. Quando il feretro ha lasciato il teatro, sorretta da Gad Lerner e dal figlio Jacopo, è stata salutata da fragorosi  applausi e da urla come "grazie Dario".Tra gli amici e le personalita', passati, oggi, dalla Scatola Magica, per l'estremo saluto, gli scrittori Stefano Benni e Roberto Saviano, il comico Paolo Rossi, il segretario generale della FIOM Maurizio Landini, il sindaco di Torino Chiara Appendino e il patrono di Slow Food Carlo Petrini. Anche Roberto Saviano alla camera ardente: "Ricordo una persona che mi hasostenuto nei momenti complicati e vengo a omaggiarlo soprattutto questo, per riconoscergli di esserci stato", ha detto ai giornalisti

Lutto cittadino
Per oggi, il sindaco Beppe Sala ha deciso di proclamare il lutto cittadino, bandiere civiche a mezz'asta,  come "gesto di vicinanza e affetto da parte dell'amministrazione e di tutta Milano". 

Gli ultimi giorni Dario
Fo aveva da anni una malattia ai polmoni che, inesorabilmente, è peggiorata, anche se lui fino all'ultimo ha avuto "una capacita' respiratoria impressionate" secondo Delfino Luigi Legnani il direttore del reparto di pneumologia, dove è stato ricoverato 12 giorni. E anche lì non ha smesso di lavorare, a informarsi. Accanto a lui "sempre" il figlio Jacopo, e una serie di collaboratori che gli leggeva i giornali e con cui discuteva. D'altronde nel salotto del suo appartamento milanese, su una porta, il premio Nobel aveva appeso un foglio con una citazione di Matisse in francese: "Non si può evitare di invecchiare, ma si può evitare di diventare vecchio", una massima a cui si è sempre attenuto. "Lui - ha raccontato il figlio - ha recitato il primo agosto davanti a tremila persone e con un gravissimo problema polmonare è riuscito a cantare. Il primario ci ha detto: 'io sono ateo ma adesso credo ai miracoli"