ITALIA
Modugno
Adescava minori sui social, arrestato 41enne nel barese
Utilizzando falsi account e fingendosi un adolescente di bell'aspetto, contattava le ragazzine sui social network con l'intento di instaurare rapporti affettivi e fiduciari, finendo per inviare loro filmati audio/video autoprodotti di natura sessuale

Un 41enne di Modugno (Bari), Michele Lambresa, già condannato per abusi su otto minori, è stato arrestato dalla Polizia Postale per adescamento di altre quindici ragazzine di età compresa fra i 10 e i 14 anni, una delle quali violentata.
L'uomo in carcere da dicembre 2015 per la prima vicenda che, nel luglio 2017, gli è costata una condanna in primo grado a 8 anni e 8 mesi di reclusione. Gli episodi si riferiscono a un periodo precedente alla sua carcerazione. Stando alle indagini della Polizia Postale, coordinate dal pm Simona Filoni, Lambresa, utilizzando falsi account Facebook e fingendosi un adolescente di bell'aspetto, contattava le ragazzine sui social network con l'intento di instaurare rapporti affettivi e fiduciari, finendo per inviare loro filmati audio/video autoprodotti di natura sessuale.
Per adescare le sue vittime, utilizzando differenti identità su altrettante chat, l'uomo talvolta si fingeva tale "Francesco Bho", ragazzo innamorato e protettivo, e in altri casi si presentava come "Miki Lam", uomo cattivo e aggressivo.
"Con una sorta di cinico gioco al rimbalzo di personalità, - spiegano gli investigatori - l'uomo entrava in contatto con le ragazzine, riuscendo a ottenerne l'incondizionata fiducia".
Dall'esame dei 180.000 messaggi sms, delle numerose chat Whatsapp e dei diversi dialoghi su Messenger rinvenuti, gli inquirenti sono riusciti a identificare le vittime le quali, sentite nella forma dell'ascolto protetto, hanno confermato quanto emerso dalle conversazioni virtuali e in un caso è stata accertata anche una violenza sessuale in danno di una ragazza poco più che quattordicenne.
A Lambresa la Procura di Bari contesta i reati di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, adescamento, corruzione di minori e violenza sessuale.
L'uomo in carcere da dicembre 2015 per la prima vicenda che, nel luglio 2017, gli è costata una condanna in primo grado a 8 anni e 8 mesi di reclusione. Gli episodi si riferiscono a un periodo precedente alla sua carcerazione. Stando alle indagini della Polizia Postale, coordinate dal pm Simona Filoni, Lambresa, utilizzando falsi account Facebook e fingendosi un adolescente di bell'aspetto, contattava le ragazzine sui social network con l'intento di instaurare rapporti affettivi e fiduciari, finendo per inviare loro filmati audio/video autoprodotti di natura sessuale.
Per adescare le sue vittime, utilizzando differenti identità su altrettante chat, l'uomo talvolta si fingeva tale "Francesco Bho", ragazzo innamorato e protettivo, e in altri casi si presentava come "Miki Lam", uomo cattivo e aggressivo.
"Con una sorta di cinico gioco al rimbalzo di personalità, - spiegano gli investigatori - l'uomo entrava in contatto con le ragazzine, riuscendo a ottenerne l'incondizionata fiducia".
Dall'esame dei 180.000 messaggi sms, delle numerose chat Whatsapp e dei diversi dialoghi su Messenger rinvenuti, gli inquirenti sono riusciti a identificare le vittime le quali, sentite nella forma dell'ascolto protetto, hanno confermato quanto emerso dalle conversazioni virtuali e in un caso è stata accertata anche una violenza sessuale in danno di una ragazza poco più che quattordicenne.
A Lambresa la Procura di Bari contesta i reati di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, adescamento, corruzione di minori e violenza sessuale.