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SALUTE

Adolescenti e depressione, al Bambin Gesù un nuovo servizio in loro aiuto

Al Bambin Gesù di Roma i ricoveri per tentativi di suicidio sono aumentati del 45 per cento durante la pandemia

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Le misure restrittive durante la pandemia hanno impattato sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti portando ad un aumento delle richieste di aiuto per le forme più gravi come autolesionismo e comportamento suicidario: solo all'ospedale pediatrico Bambino Gesù le ospedalizzazioni per ideazione suicidaria e tentativo di suicidio sono passate dal 17% nel gennaio 2020 al 45% del totale nel gennaio 2021. Per far fronte a questa emergenza, al Bambino Gesù parte un servizio dedicato alla prevenzione del suicidio in età evolutiva. L'iniziativa è lanciata oggi, nella giornata mondiale dedicata a questo fenomeno in crescita.
 
 
Il suicidio costituisce la seconda causa di morte nei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni e l’autolesionismo colpisce in Europa circa 1 adolescente su 5.
 
La gestione clinica post-dimissione dei pazienti ricoverati per ideazione suicidaria e tentativo di suicidio risulta spesso complessa, caratterizzata da stati critici intermittenti che portano a nuovi accessi al Pronto Soccorso e spesso a ricoveri ripetuti. Tale fenomeno denominato “revolving door” sovraccarica i servizi ospedalieri dedicati all’urgenza e aumenta il rischio di cronicizzazione dei disturbi psichiatrici ad esordio in età evolutiva. È in questo contesto di sovraccarico dei servizi d’urgenza, dei reparti di Neuropsichiatria e di smarrimento delle famiglie di pazienti ad alto rischio dopo le dimissioni, che la struttura di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù ha predisposto un percorso clinico di alta assistenza per l’autolesionismo e la prevenzione del suicidio in età evolutiva. Il servizio è stato attivato in collaborazione con varie ASL della Regione Lazio, in particolare con la collaborazione dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile della ASL Roma 1, ASL Roma 5 e della ASL di Viterbo.  Le apposite convenzioni con le ASL permetteranno un graduale passaggio della presa in carico del paziente critico dal Centro di alta assistenza ospedaliero ai Servizi di Neuropsichiatria Infantile e Adolescenziale territoriali garantendo una continuità terapeutica tramite confronti clinici e collaborazione continua con le figure di riferimento.
 
"Il Servizio per la gestione dell’autolesionismo e la prevenzione del suicidio in età evolutiva si offre come centro di riferimento con lo scopo di prendere in carico rapidamente i bambini e gli adolescenti che giungono al Pronto Soccorso per ideazione suicidaria, tentativo di suicidio o comportamento autolesivo, avviando quanto prima un inquadramento diagnostico ed un trattamento integrato farmacologico per il paziente e psicoterapeutico per l’intero nucleo familiare", sottolinea il prof. Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Bambino Gesù. "Questo modello di presa in carico permette uno stretto monitoraggio dei ragazzi e delle loro famiglie nella fase acuta per ridurre il rischio di ripetuti comportamenti autolesivi, difficoltà gestionali per le famiglie e sovraccarico dei servizi ospedalieri dedicati all’urgenza". Il Servizio del Bambino Gesù è integrato da una linea telefonica 06.6859.2265 per le consulenze psicologiche urgenti, attiva tutti i giorni 24 ore su 24.