ITALIA
Era detenuto a Udine
Terremoto a L'Aquila, scarcerato il preside Bearzi
Il preside, condannato per omicidio colposo plurimo per il crollo del convitto scolastico a L'Aquila nel 2009, è stato scarcerato e affidato in prova ai servizi sociali in via provvisoria

Livio Bearzi, preside arrestato per il crollo del convitto scolastico Domenico Cotugno all'Aquila nel 2009 durante il terremoto, è stato scarcerato. Lo ha reso noto il suo legale, avvocato Stefano Buonocore, precisando che gli è stato concesso l'affidamento in prova ai servizi sociali in via provvisoria.
La decisione di scarcerare il preside è stata presa dal magistrato di sorveglianza di Udine, in attesa dell'udienza del Tribunale di sorveglianza di Trieste, fissata per aprile. Nel crollo del convitto morirono tre studenti. Bearzi deve scontare 4 anni per una condanna per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose con pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Gli furono contestati, per il terremoto 2009, la mancata ristrutturazione dell'edificio del Convitto, costruito nell'800, e l'assenza di un piano per la sicurezza.
A favore della scarcerazione di Bearzi di recente si era pronunciata la Società civile nazionale di Udine. Un appello in tal senso è stato rivolto nei giorni scorsi da decine di parlamentari al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ventitrè senatori hanno scritto al Presidente della Repubblica per chiedere la grazia al dirigente.
La decisione di scarcerare il preside è stata presa dal magistrato di sorveglianza di Udine, in attesa dell'udienza del Tribunale di sorveglianza di Trieste, fissata per aprile. Nel crollo del convitto morirono tre studenti. Bearzi deve scontare 4 anni per una condanna per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose con pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Gli furono contestati, per il terremoto 2009, la mancata ristrutturazione dell'edificio del Convitto, costruito nell'800, e l'assenza di un piano per la sicurezza.
A favore della scarcerazione di Bearzi di recente si era pronunciata la Società civile nazionale di Udine. Un appello in tal senso è stato rivolto nei giorni scorsi da decine di parlamentari al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ventitrè senatori hanno scritto al Presidente della Repubblica per chiedere la grazia al dirigente.